Legge 1° ottobre 1996, n. 509
Istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari
Art. 1.
Istituzione e compiti
1. E’ istituita, per la durata della XIII Legislatura, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia, con il compito di:
a) verificare l’attuazione della legge 13 settembre 1982, n. 646, e successive modificazioni, e delle altre leggi dello Stato, nonche’ degli indirizzi del Parlamento, con riferimento al fenomeno mafioso;
b) accertare la congruita’ della normativa vigente, formulando le proposte di carattere legislativo e amministrativo ritenute opportune per rendere piu’ coordinata e incisiva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali e piu’ adeguate le intese internazionali concernenti la prevenzione delle attivita’ criminali, l’assistenza e la cooperazione giudiziaria;
c) accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni;
d) riferire al Parlamento al termine dei suoi lavori, nonché ogni volta che lo ritenga opportuno e comunque annualmente.
2. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorita’ giudiziaria.
3. Eguali compiti sono attribuiti alla Commissione con riferimento alla camorra ed alle altre associazioni comunque denominate, che abbiano le caratteristiche di cui all’articolo 416-bis del codice penale.
4. La Commissione puo’ organizzare i suoi lavori attraverso uno o piu’ comitati, costituiti secondo il regolamento di cui all’articolo 6.
Art. 2.
Composizione e presidenza della Commissione
1. La Commissione e’ composta di venticinque senatori e venticinque deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento.
2. La Commissione viene rinnovata dopo il primo biennio dalla sua costituzione e i componenti possono essere confermati.
3. Il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei suoi componenti, convocano la Commissione per la costituzione dell’ufficio di presidenza.
4. L’ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, e’ eletto dai componenti della Commissione a scrutinio segreto. Nella elezione del presidente, se nessuno riporta la maggioranza assoluta dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. Nel caso di parita’ di voti e’ proclamato eletto o entra in ballottaggio il piu’ anziano di eta’.
5. Per l’elezione, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente la Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti; nel caso di parita’ di voti si procede a norma del comma 4.
6. Le disposizioni di cui ai commi 4 e 5 si applicano anche per le elezioni suppletive.
Art. 3.
Audizioni e testimonianze
1. Ferme le competenze dell’autorita’ giudiziaria, per le audizioni a testimonianza davanti alla Commissione si applicano le disposizioni degli articoli 366 e 372 del codice penale.
2. Per i segreti d’ufficio, professionale e bancario si applicano le norme vigenti. In nessun caso per i fatti di mafia, di camorra e di altre associazioni criminali similari, costituendo essi fatti eversivi dell’ordine costituzionale, puo’ essere opposto il segreto di Stato.
3. E’ sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell’ambito del mandato.
4. Gli agenti e ufficiali di polizia giudiziaria non sono tenuti a rivelare alla Commissione i nomi di chi ha loro fornito informazioni.
Art. 4.
Richiesta di atti e documenti
1. La Commissione puo’ richiedere, anche in deroga al divieto stabilito dall’articolo 329 del codice di procedura penale, copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorita’ giudiziaria o altri organi inquirenti, nonche’ copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari. Se l’autorita’ giudiziaria, per ragioni di natura istruttoria, ritiene di non poter derogare al segreto di cui all’articolo 329 del codice di procedura penale, emette decreto motivato di rigetto. Quando tali ragioni vengono meno, l’autorita’ giudiziaria provvede senza ritardo a trasmettere quanto richiesto.
2. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.
Art. 5.
Segreto
1. I componenti la Commissione, i funzionari e il personale addetti alla Commissione nonché ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti d’inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni d’ufficio o di servizio, sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all’articolo 4, comma 2.
2. Salvo che il fatto costituisca piu’ grave reato, la violazione del segreto e’ punita a norma dell’articolo 326 del codice penale.
3. Salvo che il fatto costituisca piu’ grave reato, le stesse pene si applicano a chiunque diffonda, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, atti o documenti del procedimento d’inchiesta dei quali sia stata vietata la divulgazione.
Art. 6.
Organizzazione interna
1. L’attivita’ e il funzionamento della Commissione e dei comitati istituiti ai sensi dell’articolo 1, comma 4, sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione prima dell’inizio dell’attivita’ d’inchiesta. Ciascun componente puo’ proporre la modifica delle disposizioni regolamentari.
2. Tutte le volte che lo ritenga opportuno la Commissione puo’ riunirsi in seduta segreta.
3. La commissione puo’ avvalersi dell’opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie. Ai fini dell’opportuno coordinamento con le strutture giudiziarie e di polizia, la Commissione si avvale dell’apporto di almeno un magistrato e un dirigente dell’Amministrazione dell’interno, designati rispettivamente dai Ministri di grazia e giustizia e dell’interno, d’intesa con il Presidente della Commissione.
4. Per l’espletamento delle sue funzioni la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d’intesa tra loro.
5. La Commissione cura la informatizzazione dei documenti acquisiti e prodotti nel corso dell’attivita’ sua e delle Commissioni precedenti.
6. Le spese per il funzionamento della Commissione sono poste per meta’ a carico del bilancio del Senato della Repubblica e per meta’ a carico del bilancio della Camera dei deputati.
Art. 7.
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
ATTUALE COMPOSIZIONE
Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari
NOTA INTRODUTTIVA
La Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari è stata istituita con la legge 1° ottobre 1996, n. 509. Composta da venticinque deputati e venticinque senatori, essa svolge i seguenti compiti: verificare l’attuazione della legge 13 settembre 1982, n. 646, e successive modificazioni, e delle altre leggi dello Stato, nonché degli indirizzi del Parlamento, con riferimento al fenomeno mafioso; accertare la congruità della normativa vigente, formulando proposte di carattere legislativo e amministrativo ritenute opportune per rendere più coordinata e incisiva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali e più adeguate le intese internazionali concernenti la prevenzione delle attività criminali, l’assistenza e la cooperazione giudiziaria; accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni; riferire al Parlamento al termine dei suoi lavori, nonché ogni volta lo ritenga opportuno e comunque annualmente.
La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. Il regolamento interno è stato approvato nelle sedute del 25 febbraio e dell’11 marzo 1997 ed è stato modificato nella seduta del 20 gennaio 1998.
La Commissione ha compiuto audizioni di membri del Governo e del Parlamento, magistrati, rappresentati delle forze dell’ordine, di enti locali ed economici, collaboratori di giustizia ed altri, per analizzare, da vari osservatori, l’evoluzione del fenomeno mafioso. Inoltre, delegazioni della Commissione hanno effettuato missioni in diverse regioni italiane, per approfondire ed osservare nel concreto le problematiche legate alla presenza mafiosa sul territorio.
La Commissione ha deliberato di articolare i suoi lavori istituendo appositi comitati di lavoro e attivando due “sportelli” capaci di offrire risposte e servizi in tempo reale: il primo è riservato ai Comuni che tornano ad una vita amministrativa regolare, dopo il periodo di commissariamento che segue lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose; il secondo sportello è invece riservato al mondo della scuola e tende ad offrire a tutti i livelli operativi scolastici un apporto di informazioni a sostegno della “cultura della legalità” e del volontariato, che costituisce una preziosa armatura della società civile nella lotta alla mafia.
La divulgazione dell’attività della Commissione anche su Internet è volta ad offrire uno strumento aggiuntivo a tutti coloro che – a vario titolo – sono impegnati nell’analisi del fenomeno mafioso e nella lotta contro di esso; su queste pagine è possibile rinvenire informazioni riguardanti i diversi aspetti dell’attività della Commissione.
I resoconti sommari delle sedute, aggiornati tempestivamente a cura del Senato della Repubblica, riportano in forma sintetica lo svolgimento delle sedute della Commissione.
I resoconti stenografici delle sedute riportano invece in forma esaustiva lo svolgimento delle sedute della Commissione, e si prevede di renderli disponibili in breve tempo.
La Commissione ha svolto e svolgerà una serie di sopralluoghi in diverse località italiane, allo scopo di acquisire le informazioni necessarie allo svolgimento dei propri compiti; i resoconti stenografici delle missioni riportano il contenuto delle audizioni svolte nel corso dei predetti sopralluoghi.
Benché la legge istitutiva preveda – come precedentemente detto – l’obbligo di riferire solo alla conclusione dei propri lavori, la Commissione ha ritenuto opportuno, dopo l’approvazione di alcuni documenti e relazioni su determinate tematiche e territori, farli conoscere immediatamente al Parlamento, così da rendere disponibili sia le informazioni raccolte che le conclusioni finora delineate.
Al fine di favorire la circolazione delle informazioni, delle esperienze e delle competenze sviluppate, la Commissione organizza convegni e forum sulle materie di propria competenza, i cui atti saranno resi disponibili nel presente sito.
L’attuale “Commissione antimafia” succede ad analoghe Commissioni istituite in precedenti legislature delle quali saranno, quanto prima, riportate le relazioni conclusive.