Le imprese che si icriveranno alle whiste list (tenute dalle Prefetture) non sarà più necessario esibire ogni volta il certificato antimafia
Oltre alla repressione dei reati, attraverso le misure penali, nella legge anticorruzione c’è la prevenzione che si rivolge soprattutto ai settori economici più esposti al rischio, come quello degli appalti pubblici (lavori, servizi e forniture). Il Ddl approvato al Senato prevede numerose norme che mirano a dare maggiore trasparenza, e in alcuni casi anche più efficienza nella vigilanza, sia alla fase della gara sia all’esecuzione contrattuale.
Sul primo fronte, ci sono soprattutto nuovi obblighi di trasparenza per le pubbliche amministrazioni che dovranno pubblicare sui propri siti web istituzionali una serie di informazioni relative al bando, come l’oggetto, l’elenco degli operatori invitati a presentare offerte, l’aggiudicatario, i tempi di completamento dell’opera.
Sull’obbligo vigilerà l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici che già oggi riceve dalle stazioni appaltanti analoga comunicazione. Si tratta, in sostanza, di un rafforzamento – attraverso l’uso di tecnologie informatiche – degli attuali obblighi che non di rado vengono disattesi. La banca dati dell’Autorità dovrebbe, in questo modo, risultare più completa di quanto lo sia oggi.
D’altra parte le nuove norme si raccordano anche a quanto già sta facendo la stessa Autorità che proprio martedì ha varato il bando-tipo per uniformare le regole a cui tutte le stazioni appaltanti dovranno attenersi nel fare i bandi di gara e nell’escludere le imprese partecipanti dalle gare (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). «È una norma anticorruzione – spiega il presidente dell’Autorità, Sergio Santoro – che punta a evitare uno dei comportamenti più gravi delle stazioni appaltanti, quello di gare mirate a favorire un soggetto specifico attraverso l’inserimento di requisiti anomali». Se si aggiunge poi, il nuovo servizio che da gennaio dovrebbe semplificare a imprese e stazioni appaltante la presentazione di tutte le certificazioni e documentazioni di gara, ecco che il cerchio si chiude.
Tra le certificazioni che dovrebbero essere semplificate c’è anche quella antimafia che però nella legge approvata ieri al Senato subisce un’ulteriore modifica, anche essa nel senso di garantire maggiore efficacia nel contrasto alla mafia e al tempo stesso alla tutela delle imprese oneste. Il meccanismo, già più volte previsto in via sperimentale, è quello delle «white list», vale a dire elenchi di «fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori» al riparo da qualsiasi sospetto di infiltrazione mafiosa. A individuare le «imprese buone» dovranno essere le prefetture che dovranno poi tenere e aggiornare le liste. Una volta inserita nella lista, l’impresa non dovrà più presentare la documentazione antimafia prevista dalla legge.
Viene rimaneggiata la disciplina degli arbitrati, con un divieto di partecipazione ai collegi arbitrali che diventa assoluto per i magistrati «ordinari, amministrativi, contabili e militari». È una norma proposta molte volte che ora sembra trovare un suo compimento (si veda anche l’articolo nella pagina a fianco).
Cambia anche l’articolo 135 del Codice appalti con una serie di nuove ipotesi di risoluzione del contratto. Saranno sanzionate le sentenze passate in giudicato per reati come l’associazione mafiosa,traffico di droga, contrabbando, traffico di rifiuti, delitti con finalità di terrorismo, oltre ai più classici reati di corruzione, concussione, peculato e malversazione a danno dello Stato. Infine non potranno fare parte delle commissioni giudicatrici i condannati con sentenza passata i giudicato per delitti contro la Pa come peculato, malversazione, corruzione, abuso d’ufficio o interruzione di pubblico servizio.DDL ANTI-CORRUZIONE, LE PRINCIPALI MISURE WHITE LIST ANTIMAFIA
Viene istituito presso le Prefetture un elenco dei fornitori e appaltatori «non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa» nei loro settori, con l’obiettivo di incentivare le aziende a comportamenti virtuosi. È previsto che l’iscrizione nell’elenco soddisfi i requisiti per l’informazione antimafia per l’esercizio della propria attività.
L’obbligo di gestire le white list da parte delle Prefetture non scatterà però subito, all’entrata in vigore della legge, ma solo dopo un Dpcm che il Governo – in base al Ddl anticorruzione – dovrà emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, con una ulteriore vacatio di 60 giorni dopo il decreto.MAGISTRATI
È l’ultima novità introdotta con il maxiemendamento: obbligo per i magistrati di ogni tipo con incarichi di vertice in ministeri e uffici pubblici di dichiararsi «fuori ruolo» e delega al Governo (4 mesi) per individuare ulteriori incarichi sottoposti all’obbligo. Fissato un “tetto” massimo di 10 anni, anche continuativi, per gli stessi incarichiINCANDIDABILITA’
Prevista anche una delega per un Testo unico delle norme su incandidabilità e divieto di cariche elettive anche locali e di governo per i condannati con sentenza definitiva per delitti non colposi. In particolare la condanna definitiva per il reato di induzione indebita a dare o promettere un vantaggio diventa causa ostativa alla candidatura alle elezioni localiINFLUENZE ILLECITE
È uno dei nuovi reati introdotti dalla riforma: prevista la reclusione da uno a tre anni per chi sfrutta le sue relazioni con un pubblico ufficiale per farsi dare o promettere denaro come contropartita della sua mediazione illecita o per indurre il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai suoi doveriCORRUZIONE TRA PRIVATI
Una modifica voluta dalla Camera punisce con la reclusione da uno a tre anni gli amministratori preposti a redazione di documenti contabili che per denaro o altro compiono o omettono atti contrari ai loro doveri danneggiando la società per cui lavorano. Procedibilità a querela di parte, e d’ufficio se dal fatto deriva distorsione del mercatoCORRUZIONE-CONCUSSIONE
Tra le fattispecie del Codice penale entra l’«induzione indebita a dare o promettere utilità» (la cosiddetta concussione per induzione), mentre il reato di corruzione per un atto d’ufficio diviene «Corruzione per l’esercizio della funzione» (corruzione impropria), per la quale vengono anche inasprite le peneWHISTLEBLOWING
È stata introdotta una specifica tutela disciplinare (divieto di sanzione, licenziamento o di misure discriminatorie) e della privacy (la denuncia è sottratta al diritto di accesso degli interessati) per il dipendente pubblico che denunci o riferisca condotte illecite sul lavoro, il cosiddetto whistleblowingARBITRATI
Pena la decadenza dagli incarichi e la nullità degli atti, viene introdotto il divieto di partecipare a collegi arbitrali o l’assunzione di incarichi arbitrali ai magistrati ordinari, amministrativi, militari e contabili. Stesso divieto avvocati e procuratori dello Stato e componenti delle commissioni tributariePIANO NAZIONALE ANTIMAFIA
Prevista la predisposizione da parte del Dipartimento della Funzione pubblica di un Piano nazionale anticorruzione per l’attuazione delle strategie di prevenzione e contrasto del fenomeno nella Pa, con Linee guida cui dovranno adeguarsi anche gli Enti locali. Il Piano nazionale anticorruzione è poi approvato dall’Authority anti-corruzioneAUTHORITY ANTICORRUZIONE
La Commissione per la trasparenza e della Pa (Civit) assume anche il ruolo di Autorità nazionale anticorruzione, con un ruolo centrale nella vigilanza, monitoraggio e contrasto del fenomeno. Assegnati poteri ispettivi sugli uffici pubblici, cui può ordinare l’adozione di atti specifici contro la corruzione
Sole 24 ore 18.10.2012