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“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”  PRIMO LEVI

 

L’antimafia è un esercizio quotidiano, fatto di scelte, di memoria, di impegno. Ciò implica anche la narrazione, perché è doveroso e importante ricordare che ci sono state persone che hanno sacrificato le proprie vite in nome della giustizia, della legalità e del “fresco profumo di libertà” .
Uomini e donne che hanno fatto il proprio dovere e che noi dobbiamo ricordare e onorare anche attraverso le nostre scelte ed azioni quotidiane.
Con l’ARCHIVIO DIGITALE PAOLO BORSELLINO, ci proponiamo di contribuire a “trasmettere la memoria” soprattutto ai più giovani, poiché é unicamente a loro che é affidata  le possibilità di cancellare le mafie dal contesto sociale, economico e politico del nostro Paese. 

CR

Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo
PAOLO BORSELLINO 

 


Il ricordo del Presidente della Repubblica SERGIO MATTARELLA: “La strage di Via D’Amelio ha segnato profondamente la nostra storia”

«L’attentato di via D’Amelio, venne concepito e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. Sergio Mattarella ricorda la strage in cui fu assassinato il giudice antimafia, dopo soli due mesi dall’attentato contro Giovanni Falcone, e spiega che “la memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale”. Il 23 maggio del 2022 nell’aula bunker di Palermo per l’anniversario della strage di Capaci, il Presidente della Repubblica e aveva scandito: “O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative”.Paolo Borsellino, e come lui Giovanni Falcone, sapevano bene – prosegue Mattarella – che la lotta alla mafia richiede una forte collaborazione tra Istituzioni e società. Per questo si sono spesi con ogni energia”. Ma i due magistrati inventarono un modo nuovo di indagare la mafia: “Hanno espresso altissime qualità professionali. Hanno intrapreso strade nuove, più efficaci, nelle indagini e nei processi. Hanno testimoniato, da uomini dello Stato, come le mafie possono essere sconfitte, hanno dimostrato che la loro organizzazione, i loro piani possono essere svelati e che i loro capi e i loro sicari possono essere assicurati alla giustizia. Per questo sono stati uccisi”. “Non si sono mai rassegnati e si sono battuti per la dignità della nostra vita civile. Sono stati e saranno sempre un esempio per i cittadini e per i giovani. Tanti importanti risultati nella lotta alle mafie si sono ottenuti negli anni grazie al lavoro di Borsellino e Falconericonsce il Capo dello Stato che assicura: “la Repubblica è vicina ai familiari di Borsellinoe ai familiari dei servitori dello Stato, la cui vita è stata crudelmente spezzata per colpire le libertà di tutti. Onorare quei sacrifici, promuovendo la legalità e la civiltà, è un dovere morale che avvertiamo nelle nostre coscienze». AGI


NEWS

 



 

IL CORAGGIO DELLA SOLITUDINE

 

Paolo Borsellino e Giovanni Falcone nei murales di TvBoy

 


 

 

 


 

“Non sono né un eroe né un Kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento…  Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno”. P.B


“Sul lungomare di Carini, il giorno prima di morire, Paolo mi disse che non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo, della quale non aveva paura, ma sarebbero stati i suoi colleghi e altri a permettere che ciò potesse accadere”
 A.B


Giovedì 28 maggio 1992
Alla presentazione a Roma del libro “Gli uomini del disonore” di Pino Arlacchi al tavolo siedono Vincenzo Parisi, Pino Arlacchi, Vincenzo Scotti, Paolo Borsellino e Leonardo Mondadori. Al termine della presentazione del libro si parla di Falcone e della Superprocura, dal pubblico viene una domanda: “Dottor Borsellino, prenderebbe il posto di Falcone?” Borsellino esita alcuni secondi poi replica: ”No, non ho intenzione…”. A sorpresa interviene il ministro degli interni Scotti che dichiara: “Lo candido io. Con il collega Martelli abbiamo chiesto al CSM di riaprire i termini del concorso ed invito formalmente il giudice Borsellino a candidarsi”. Borsellino è imbarazzato ma dal suo viso trapela un’indignazione senza confini: ”Non so…comunque, nel caso dovesse esser proposto il mio nome, sarà necessario procedere alla riapertura dei termini per la presentazione delle candidature”.*

Venerdì 29 maggio 1992
Paolo Borsellino riguardo alla sua possibile candidatura alla guida della DNA dichiara: ”Nessuno ha chiesto la mia disponibilità”.
I colleghi della Procura di Palermo che gli sono più vicini invitano Borsellino a respingere l’offerta fattagli dal ministro perché lo ritengono cento volte più utile come procuratore aggiunto a Palermo che come Superprocuratore a Roma. Antonio Ingroia e Vittorio Teresi scrivono un documento in cui chiedono formalmente a Borsellino di rimanere. Lo firmano, Alfredo Morvillo, Gioacchino Scaduto, Leonardo Guarnotta, Roberto Scarpinato, Gioacchino Natoli. Borsellino approva inizialmente l’iniziativa, corregge persino alcune frasi che possono sembrare polemiche.   * Paolo Borsellino. Il valore di una vita, Umberto Lucentini, Mondadori, 1994

 

 

 

 

La STRAGE di VIA D’AMELIO attraverso gli articoli de il quotidiano La Stampa nei dieci giorni successivi

ARCHIVIO STORICO de l’AVANTI


Da CAPACI a VIA D’AMELIO, i 57 giorni di PAOLO BORSELLINO 


 

 

 

 


IN ATTESA DI GIUSTIZIA

 







 

LA BORSA DEI MISTERI E LA SPARIZIONE DELL’AGENDA ROSSA

 


FIAMMETTA BORSELLINO: 
“Perché via D’Amelio, la scena della strage (video) , non fu preservata consentendo così la sottrazione dell’agenda rossa di mio padre? E perché l’ex pm allora parlamentare Giuseppe Ayala, fra i primi a vedere la borsa, ha fornito versioni contraddittorie su quei momenti?”

Le testimonianze dei figli di Borsellino sull’agenda rossa

“Il giorno della sua morte, vidi mio padre mettere nella borsa, tra le altre cose, l’agenda rossa da cui non si separava mai”, ha raccontato la figlia del giudice, Lucia Borsellino, il 19 ottobre del 2015, quando è stata chiamata a testimoniare al quarto processo per la strage. Le sue parole sono state confermate dal fratello Manfredi che ha ricordato l’immagine del padre che scriveva “compulsivamente sul diario”. “Dopo la morte di Giovanni Falcone– ha detto Manfredi Borsellino ai giudici della corte d’Assise – la usava continuamente. E non per appuntare fatti personali. Era certamente un modo per segnare eventi e cose di lavoro importanti. Se non fosse andata persa, le indagini sulla sua morte avrebbero certamente preso un’altra direzione”.

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STORIE

 

BORSELLINO IN COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

  • LE AUDIZIONI – AUDIO E TESTI
  • L’AUDIO (E LE PAROLE AMARE) DI BORSELLINO: «LA MACCHINA BLINDATA SOLO LA MATTINA COSÌ POSSO ESSERE UCCISO LA SERA», “IL COMPUTER CHE C’E’ MA NON C’E’”
  • LE LEGGI ANTIMAFIA – DALL’AUDIZIONE DI PAOLO BORSELLINO

 

BORSELLINO E IL CSM

  • QUANDO DENUNCIÒ LO SMANTELLAMENTO DEL POOL E VENNE “PROCESSATO DAL CSM”
  • AUDIZIONI
  • AUDIZIONI DEL LUGLIO ’92 DEI MAGISTRATI DI PALERMO
  • CSM audizioni desecretate di SCARPINATO, ALIQUÒ, LO FORTE, INGROIA – Luglio 1992
  • VERBALE PLENUM 22 luglio 1992
  • BORSELLINO/CSM
  • IL PERCORSO PROFESSIONALE
  • ASSASSINIO BORSELLINO: “CSM e CASSAZIONE omissivi”
  • IL PROCESSO DEL CSM AI DUE “DIOSCURI” BORSELLINO E FALCONE
  • FIAMMETTA BORSELLINO CONTRO L’INERZIA DEL CSM
  • COMMISSIONE ANTIMAFIA CSM

 

COMMISSIONE ANTIMAFIA REGIONE SICILIA

  • VIA D’AMELIO – RELAZIONE FINALE E AUDIZIONI

 


PAOLO BORSELLINO E GIOVANNI FALCONE, DALLA KALSA ALLA TOGA

 

 


Artista GAETANO PORCASI

 

23 maggio 1992  Improvvisamente, l’inferno. In un caldo sabato di maggio, alle 17:56, un’esplosione squarcia l’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi dell’uscita per Capaci: 5 quintali di tritolo distruggono cento metri di asfalto e fanno letteralmente volare le auto blindate. Muore Giovanni Falcone, magistrato simbolo della lotta antimafia, la moglie e tre uomini di scorta.
19 luglio 1992, 57 giorni dopo, Paolo Borsellino, impegnato con Falcone nella lotta alle cosche, si reca dalla madre in via Mariano D’Amelio, a Palermo per accompagnarla dal cardiologo. Alle 16:58 una tremenda esplosione: questa volta in piena città. La scena che si presenta ai soccorritori è devastante. 

 

 

I GIORNI DI GIUDA


 

IL BUNKERINO – LE STANZE DI FALCONE E BORSELLINO

La Giunta distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo ha realizzato nel Palazzo di Giustizia di Palermo il “Museo Falcone-Borsellino” dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. L’opera si propone l’obiettivo di offrire un luogo di memoria permanente indirizzato non solo agli addetti ai lavori, ma all’intera collettività ed in particolare alle giovani generazioni.  

 

 

 

BIBLIOTECA PAOLO BORSELLINO

 

 

Su proposta del Progetto San Francesco, dall’8 aprile 2019 la Biblioteca comunale di Como é dedicata al dottor Paolo Borsellino.

Speciale BIBLIOTECA PAOLO BORSELLINO 

 

 

LA DENUNCIA di FIAMMETTA BORSELLINO

Fiammetta è la minore dei tre figli che il magistrato ebbe con Agnese Borsellino. Classe 1973, è sorella di Manfredi Lucia.  Quando il magistrato morì lei aveva 19 anni e si trovava in una vacanza all’estero che sarebbe dovuta servire per vivere qualche giorno spensierato lontano dalla sua vita blindata, fatta di scorte e paure. Ma la speranza di un po’ di tranquillità fu interrotta dallo scoppio di un’autobomba. Laureatasi in legge, dopo aver operato per lunghi anni nel volontariato  ed al Dipartimento  Servizi sociali del Comune di Palermo,  da qualche anno divide il suo tempo fra la famiglia gli incontri nelle scuole di tutto il Paese per testimoniare il valore della legalità agli studenti e le aule di tribunale dove ancora oggi sono in corso dei processi che riguardano la strage di Via D’Amelio.  Vai allo speciale

 

 

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DOCUMENTAZIONE


GLI SPECIALI


I DOSSIER DI FAMIGLIA CRISTIANA

  • Alessandra Dolci: “Nel loro sacrificio la forza per continuare”
  • Borsellino, un mistero lungo 20 anni
  • Borsellino: «La mafia occupa i piani alti dello Stato»
  • Borsellino: quelle voci che riguardano un magistrato, un padre, un amico 
  • Chi era Emanuela Loi, agente di scorta di Borsellino
  • Ecco l’Inno per Falcone e Borsellino
  • Emanuela Loi, l’agente ragazzina che morì con Paolo Borsellino
  • Falcone e Borsellino, quell’estate all’Asinara
  • Fiammetta Borsellino: “Mio padre tradito anche da morto
  • Lo Stato tratta e scende a patti con la mafia
  • Non solo Falcone e Borsellino, il coraggio e la memoria
  • Ora Agnese Borsellino è con Paolo”
  • Palermo, non mollare”
  • Paolo Borsellino, il giorno dopo
  • Paolo Borsellino: la fede di un uomo giusto
  • Quell’estate da “carcerati” di Falcone e Borsellino
  • Via D’ Amelio, 23 anni dopo
  • Vita da agente di scorta: professione angelo custode

 

 

 

 


PAOLO BORSELLINO – INTERVISTE

 


ARCHIVIO VIDEO

  • TRATTI DA “PAOLO BORSELLINO ERA MIO PADRE”
  • RAI TECHE
  • TRENTENNALE – SPECIALI TG2 RAI
  • BORSELLINO, UNA VITA DA EROE
  • BORSELLINO, IL VALORE DI UNA VITA DI ANTONINO CAPONNETTO
  • PAOLO BORSELLINO, ESSENDO STATO
  • STRAGE DI VIA D’AMELIO – COMPLOTTI
  • BLU NOTTE
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  • SPECIALE RAI 25° DELLE STRAGI DI CAPACI E VIA D’AMELIO
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Racconti di mafia e di mafiosi Uno spaccato di Cosa Nostra attraverso una raccolta di biografie, documenti, file audio e doc-video riguardanti  appartenenti alle cosche, pentiti, falsi pentiti, infiltrati e collaboratori.


 

 

 

TRASMETTIAMO LA MEMORIA
Raccontiamo OGGI ciò che accadde IERI

La memoria è lo specchio in cui noi rivediamo gli assenti 
(Joseph Joubert)