Alle 17,56 e qualche secondo del 23 maggio del 1992, a Capaci, morivano assassinati Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro con Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo. L strage di Capaci ha riempito faldoni nei processi, articoli per centinaia di pagine negli anni, dato il diapason drammatico e spettacolare del male di Cosa Nostra per decine di film e sceneggiati. Ai protagonisti che morirono si sono volute dedicare decine di strade in tutto il Paese, scuole, palestre, aule consiliari e premi e borse di studio. In una rincorsa collettiva, le celebrazioni sembrano trascendere dalla vita di ciascuno di loro, sottolineando la morte, innalzando la loro figura a icona laica del martirio. Siccome però questo martirio non riguarda solo le persone, che nella morte violenta hanno lasciato un’inestinguibile eredità di dolore nei loro cari e in tanti che li hanno amati, bensì lo Stato e la comunità occorre affiancare alle lacrime l responsabilità sociale di tutti . Il lavoro giudiziario e quindi investigativo di Falcone, cardine del pool antimafia di Palermo, è monumentale, innovativo, ineludibile per efficacia, ma ciò che ha segnato la coscienza politica della generazione dei testimoni civili, palermitani e di altre città, è ancora più vasto. Tale lavoro civile a lato dei processi, la prospettiva sociale e culturale che Falcone ha saputo leggere nelle cose di Cosa Nostra, e quindi consegnato a noi, è l’eredità piùscomoda. Infatti nessuno è escluso né potrà esserlo dal teorema civile ed economico utile a sconfiggere la mafia: i processi e gli arresti la indeboliscono, la cultura civile e sociale la vincono. Quindi anche se non siamo uomini e donne dello Stato, se non indossiamo né toga e nemmeno una divisa, siamo lo stesso responsabili in prima persona di scegliere: essere antimafia o farne saltuariamente una sua celebrazione eucaristica. Falcone già alla fine degli anni Settanta, poche settimane dopo l’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli a Milano, sviluppa la certezza del peso sociale che i soldi di Cosa Nostra hanno nell’equilibrio finanziario di certo mercato italiano, tanto da indagare e seguire la traccia che lascia proprio il denaro dei boss. Allora, come poi un anno prima della strage di Capaci, Falcone non era celebrato, amato e seguito così come puòapparire oggi dalle commemorazioni, poiché svelava l’ossatura del consenso civile delle mafie: quella zona grigia che oggi è ancora molto molto estesa. Allora, come oggi, il fastidio per queste verità – date dalle sentenze e dalle pagine di storia – è in sintesi l’eredità più originale e vera di Falcone. Quindi è continuando a studiare questo fastidio sociale, questo prurito che irrita i benpensanti e la piccola borghesia politica, i burocrati arrotolati nei loro pregiudizi, che Falcone vive e vince sulle celebrazioni. È trasformando collettivamente queste verità storiche e giudiziarie che generano fastidio in proposte contrattuali attive, di responsabilità sociale di tutti, di impegno per un nuovo modello economico che escluda la corruzione come strumento imprenditoriale ed elettorale, che la mafia perde e il progresso e la giustizia vincono.
Cermenate, 23 maggio 2014
Presidenza e Direzione del Centro Studi Sociali contro le mafie del Progetto San Francesco
ARCHIVIO
- TG Espansione TV
- da NadirPressAgency
- da CISL Lombardia.it
PALERMO – PSF al XX Anniversario Strage di Capaci – 23.5.2012
Cisl Como e Progetto San Francesco al con Maria Falcone al XX Anniversario della strage di Capaci
Il Centro Studi sociali contro le mafie – Progetto San Francesco, con i consiglieri nazionali Alessandro De Lisi, Claudio Ramaccini, Benedetto Madonia, Salvatore Teresi assieme al segretario generale della Cisl di Como, è a Palermo per ricordare il lavoro giudiziario e culturale di Giovanni Falcone. Nel giorno del ventesimo anniversario della strage di Capaci, in cui morí il magistrato palermitano con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta.
Il Progetto San Francesco ha incontrato Maria Falcone all’arrivo delle navi della legalità. ” Avervi qui a Pelermo, insieme a tutti questi ragazzi, con questi giovani scout genovesi è per noi la prosecuzione di un percorso comune iniziato a Como, proseguito a Milano e che certamente ci vedrà uniti in tutt’Italia” Così Maria Falcone alla squadra del Progetto San Francesco, ricordando anche gli atti vandalici a danno della targa posta sul lungo lago lariano.
- Fototeca eventi a Palermo
- PSF al XX Anniversario
- L’arrivo delle navi della legalità
- La mostra nell’aula bunker
- Il Corteo
- La Commemorazione di Piero Grasso
RASSEGNA STAMPA
Foto manifestazioni a Palermo per il XX Anniversario di Capaci