Verso il rating: dopo i doveri chiarire i diritti

di Lionello Mancini


di Lionello Mancini – Sole 24 Ore 20.8.2012

Giusto una settimana fa, lunedì 13 agosto, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha pubblicato sul proprio sito il “Regolamento istruttorio in materia di rating di legalità” (www.agcm.it/ trasp-statistiche/doc_download/3279- consultazioneregratinglegalita.html), dando contemporaneamente avvio alla consultazione pubblica «al fine di consentire ai soggetti interessati di esprimere le proprie valutazioni» sul contenuto del documento. Fino al 12 settembre verranno raccolte osservazioni, indicazioni e critiche per il via libera definitivo al testo. Il rating di legalità è stato pensato da Confindustria per aprire, alle imprese meritevoli, una corsia preferenziale in materia di appalti pubblici e di accesso al credito.
Il percorso, fissato dagli otto articoli del Regolamento, è il seguente: ha diritto a una “stellina” l’impresa (da 2 milioni di fatturato in su, non importa di quale settore) che ne faccia richiesta, che sia in regola con le leggi di responsabilità e trasparenza e che sia guidata da amministratori senza condanne; stessi diritti per le imprese che siano rientrate nei parametri per i cinque anni successivi a una mancanza grave, una violazione, una condanna.

Poi, per ottenere il massimo del rating, cioè tre “stelline”, sono previsti altri sei step (ognuno dei quali vale un terzo di “stellina”), che valorizzano l’adesione a protocolli di legalità, una tracciabilità finanziaria pressoché totale, l’esistenza di codici etici aziendali, l’impegno di responsabilità sociale, la promozione di controlli di conformità eccetera. La valutazione resta valida per due anni, può essere rinnovata a richiesta (e rinnovate le certificazioni), ogni variazione in positivo o in negativo viene registrata e applicata in tempo reale. Ovviamente è vietato mentire, non produrre documenti, ritardare le informazioni.
Al di là delle possibili correzioni, è giusto guardare con occhio positivo al meccanismo del rating, il cui spirito sembra ben interpretato da questa prima bozza di regolamento. Intanto l’idea lanciata a gennaio da Antonello Montante, e sostenuta dall’ala più lungimirante di Confindustria, rappresenta quanto di più avanzato esista oggi, in Italia, nel contrasto all’illegalità economica.

Viene dato peso tanto al rispetto delle leggi, al mercato, alla concorrenza, all’accesso al credito, quanto ai protocolli e ai codici etici, con una giusta attenzione al fenomeno (senza eguali in Europa) della presenza e invasività delle mafie. L’effetto combinato di crisi, illegalità e criminalità produce infatti al nostro Paese danni quantificati in cifre stratosferiche e avvilenti.
Quanto al Regolamento, l’articolato sembra rispecchiare questa indispensabile modernità che sottolinea il rispetto delle regole ed evita le inutili vessazioni. Così vengono indicati tempi certi per l’attribuzione del merito, le verifiche, i ricorsi, le sospensioni; si cerca una misura sensata di valutazione tra un avviso di garanzia e una lontana sentenza definitiva; nel computo finale, irregolarità fiscali e violazioni ambientali possono pesare quanto gli illeciti penali.
Vantaggi da rating per appalti e credito, dunque. Ma qui è giusto avanzare un’osservazione. Ancora non è stabilito il modo in cui avverrà il riconoscimento dei “crediti” a una, due o tre stelle, cioè non sono stati definiti i comportamenti che dovranno tenere banche e stazioni appaltanti.

E questo non può essere, perché le imprese eviteranno (giustamente) sforzi supplementari di costi e organizzazione, senza che siano chiaramente indicati i vantaggi che tali sforzi potranno fruttare. È ben vero che da qualche parte bisogna cominciare, e si cominci pure dai comportamenti delle aziende, ma in altre occasioni il sistema economico ha pagato prezzi elevati per la diversa velocità di pubblica amministrazione e mercato. Tanto che molte ottime intenzioni sono rimaste tali. Tuttavia, con questo Regolamento, sembra avviato nelle linee essenziali un tentativo serio di cambiare il mix tra comportamenti virtuosi e controlli ex post. Vedremo se lo Stato saprà dar vita a questo disegno.