I comuni e il mondo del lavoro uniti contro le mafie e contro i ricatti degli speculatori. Dopo i fatti di Fino Mornasco, con le minacce dirette alla giunta guidata da Beppe Napoli, oggi a Cermenate, dove ha sede il bene confiscato assegnato al Progetto San Francesco, le amministrazioni locali proprio con il Progetto antimafia hanno rilanciato l’azione comune contro i clan.
A partire da un nuovo sistema territoriale, un distretto di responsabilità sociale regolato da un disciplinare d’area vasta “mafia free” per le attività produttive e per il mondo del lavoro, per il cui coordinamento tutti chiedono l’impegno del Prefetto Michele Tortora: un pool sociale dei segretari comunali, un forum istituzionale per il monitoraggio delle attività produttive e l’applicazione del Progetto Sciamano, come già efficacemente attivo in altre zone del Paese e in Liguria grazie all’opera del Prefetto Franco Musolino.
Tutto questo per rompere il meccanismo retorico e populista che vorrebbe relegare le mafie al sud o comunque altrove dal luogo in cui si vive, si opera e si lavora. Altro obiettivo è abbattere l’isolamento degli amministratori e delle imprese, distribuendo le informazioni e le responsabilità delle azioni contro le mafie e per la legalità.
Numerose le amministrazioni presenti, insieme per inaugurare una nuova stagione di proposte per lo sviluppo e per la difesa delle attività produttive e della filiera sociale del lavoro nel territorio.
Prossima tappa dei sindaci e del Progetto San Francesco sarà un appuntamento pubblico per la coesione istituzionale, del credito, degli artigiani e per l’ambiente, per fare “bene comune” contro i clan che vogliono inquinare l’economia sana del territorio.
Cermenate 13.10.2012