Il procuratore Pignatone: reato dominante a Roma è il riciclaggio

 Molti locali  storici della Capitale sono nelle mani della ‘ndrangheta

 Molti locali  storici della Capitale sono nelle mani della ‘ndrangheta

«La presenza mafiosa nella capitale – continua – cerca di non attirare troppo l’attenzione delle autorità, ma qui, dove scorrono grandi flussi di denaro lecito, è alto il rischio che si inseriscano investimenti illeciti». Nel Lazio, dunque – aggiunge il procuratore – le ‘ndrine mantengono stretti contatti con le regioni d’origine e ci sono stati frequenti omicidi anche a causa della continuità territoriale con la Campania«. A Roma, invece, la Guardia di finanza, solo nel 2011 ha sequestrato beni di provenienza mafiosa per 1,1 miliardi di euro: «Non si tratta solo di appalti, le ‘ndrine calabresi hanno acquistato vere e proprie catene di negozi. In centro, ad esempio, con 200 milioni di euro sono stati comprati locali storici». «Per molti fatti – aggiunge il procuratore capo della Dda di Roma Pignatone – lo stato ha solamente indizi, ma temiamo che in queste attività si possano mescolare insieme capitali provenienti dal riciclaggio e quelli che derivano dalla corruzione e dalle frodi fiscali».

 Un altro problema, conclude, è la presenza di una serie di mafie internazionali che controllano il traffico di stupefacenti. «Tra queste, la criminalità cinese, quella sudamericana e quella nigeriana, in stretto contatto con i soggetti calabresi».

 L’obiettivo della mafia a Roma non è la conquista del territorio ma la ricerca dell’affare. E per questo, spesso, si affidano a persone insospettabili», conferma il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. «Il maggior investimento della criminalità organizzata a Roma è rivolto allo spaccio di stupefacenti. In questo caso, si affida a piccole bande che si spartiscono il territorio e, infatti – precisa – gli ultimi omicidi nella capitale sono avvenuti per lo più per motivi di droga». Un altro fatto preoccupante, per il prefetto, è la presenza delle armi, «anche in mano a giovanissimi». «I sequestri degli ultimi mesi – afferma – hanno fatto rinvenire arsenali di armi provenienti più che altro dall’ex Jugoslavia. E sono – conclude – soprattutto gli stranieri che le rubano

il Messaggero 31.10.2012

 

Pignatone, molti locali storici della Capitale sono nelle mani della ‘ndrangheta

Rai News 24   01-11-2012

“Mentre nel Lazio meridionale e sul litorale romano sono diffusi insediamenti della mafia siciliana, della camorra e della ‘ndrangheta calabrese, a Roma la situazione e’diversa: a fronte di pochi omicidi di stampo mafioso, c’e’ invece un grosso problema di riciclaggio”, afferma Giuseppe Pignatone, Procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Roma intervenendo alle audizioni della Commissione europea antimafia a Roma.

“La presenza mafiosa nella capitale – continua – cerca di non attirare troppo l’attenzione delle autorita’, ma qui, dove scorrono grandi flussi di denaro lecito, e’ alto il rischio che si inseriscano investimenti illeciti”.

Nel Lazio, dunque – aggiunge il procuratore – le ‘ndrine mantengono stretti contatti con le regioni d’origine e ci sono stati frequenti omicidi anche a causa della continuita’ territoriale con la Campania”. A Roma, invece, la Guardia di finanza, solo nel 2011 ha sequestrato beni di provenienza mafiosa per 1,1 miliardi di euro: “Non si tratta solo di appalti, le ‘ndrine calabresi hanno acquistato vere e proprie catene di negozi. In centro, ad esempio, con 200 milioni di euro sono stati comprati locali storici”.

“Per molti fatti – aggiunge il procuratore capo della Dda di Roma Pignatone – lo stato ha solamente indizi, ma temiamo che in queste attivita’ si possano mescolare insieme capitali provenienti dal riciclaggio e quelli che derivano dalla corruzione e dalle frodi fiscali”.

 Un altro problema, conclude, e’ la presenza di una serie di mafie internazionali che controllano il traffico di stupefacenti. “Tra queste, la criminalita’ cinese, quella sudamericana e quella nigeriana, in stretto contatto con i soggetti calabresi”.

“L’obiettivo della mafia a Roma non e’ la conquista del territorio ma la ricerca dell’affare. E per questo, spesso, si affidano a persone insospettabili”, conferma il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. “Il maggior investimento della criminalita’ organizzata a Roma e’ rivolto allo spaccio di stupefacenti. In questo caso, si affida a piccole bande che si spartiscono il territorio e, infatti – precisa – gli ultimi omicidi nella capitale sono avvenuti per lo piu’ per motivi di droga”.

Un altro fatto preoccupante, per il prefetto, e’ la presenza delle armi, “anche in mano a giovanissimi”. “I sequestri degli ultimi mesi – afferma – hanno fatto rinvenire arsenali di armi provenienti piu’ che altro dall’ex Jugoslavia. E sono – conclude – soprattutto gli stranieri che rubano.

 

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