“ANCHE I BANCARI MODENESI CONTRO IL RICICLAGGIO DEL DENARO “SPORCO”

 

I bancari modenesi sono in prima fila nella lotta alla criminalità ed al riciclaggio, ed è da tempo che le Organizzazioni Sindacali del settore chiedono che la formazione su questo tema sia reale e di alto livello. Al punto da arrivare ad organizzare direttamente assemblee, in orario di lavoro, per fornire una adeguata sensibilità ai lavoratori rappresentati, necessaria per valutare i casi e l’effettiva rischiosità delle operazioni bancarie effettuate.

Quando l’azienda non fa il suo dovere, insomma, ci dobbiamo pensare noi. A nessuno piace stare in fila allo sportello, e quando (ormai raramente) la fila si crea, riceviamo qualche rara indicazione dai superiori o lamentela da qualche frettoloso cliente di velocizzare l’operatività; ma ciò che i clienti non sanno, è che le norme di questo paese assegnano al dipendente bancario, dal 1991, una responsabilità precisa, diventata poi anche penale, qualora non si effettuino, a Banca d’Italia, le apposite “Segnalazioni di Operazioni Sospette”, SOS; nel caso cioè una operazione bancaria stia alla base di una operazione illecita, successivamente scoperta, il dipendente bancario diventa responsabile nel caso non abbia effettuato le dovute segnalazioni, venendo così coinvolto nei procedimenti giudiziari conseguenti.

Ecco pertanto perché la Fiba Cisl, tra i suoi compiti di tutela dei lavoratori, inserisce con grande priorità anche la questione della formazione sulle norme Antiriciclaggio; ed i bancari, intelligentemente, rispondono: nel periodo dal 1997 (prime limitazioni all’uso del contante) a tutto il 2011 sono state effettuate oltre 190.000 segnalazioni di operazioni sospette e, di queste, 199 sono state bloccate dall’autorità giudiziaria e/o dalla G. di Finanza (tecnicamente si definisce “sospese”) per un valore di oltre 280 Milioni di Euro; a significare il grande valore economico che una opera puntuale di controllo della legalità può avere, anche in termini di ritorno alla nostra economia.

Nel 2009 le S.O.S. sono state, in Italia, 21.066, per arrivare, nel 2011, a 49.075; nel primo semestre 2012, poi, sono cresciute del 44% sullo stesso periodo del 2011, vedremo pertanto i dati a fine anno. Il dato numerico supera le 30.000 S.O.S., effettuate da 756 soggetti, 521 dei quali sono banche; l’82% delle segnalazioni totali viene quindi da banche e posta ed il 71% di queste è conseguente ad operazioni allo sportello.

Tutto questo ci dimostra, senza ombra di dubbio, che una buona formazione, soprattutto fatta a partire dal “basso” e cominciando dal personale di filiale, risulta un metodo molto efficacie per un sistema economico sano e sostenibile. Certo la nostra è terra nella quale il segnale d’allarme è stato lanciato da tempo: la Legge Regionale del Maggio 2011, il Codice Etico delle Professioni (che comincia a dare i suoi frutti soprattutto grazie al notariato – vedi rapporto UIF 1° Sem 2012), le dichiarazioni di “Avviso pubblico” (rete di enti locali contro le mafie) “l’Emilia Romagna per tradizione e per cultura è una delle poche regioni nelle quali gli Amministratori non nascondono il problema mafie (P. Romani)”, il Patto del Marzo 2010 delle Camere di Commercio provinciali, l’Alleanza provinciale di Reggio Emilia della Società Civile (nata da una iniziativa di “COLORE”), sono tutti segnali della vitalità e cultura, di profonda legalità, che permeano le nostre terre e le nostre genti.

Ma gli arresti importanti degli anni passati, la crisi che perdura da troppo tempo (e non accenna a risolversi, nonostante le dichiarazioni degli imbonitori di turno), la grande opportunità fornita alla criminalità dal terremoto (che incide su quei contesti legali dove l’infiltrazione mafiosa è storicamente più frequente), ci impongono un cambio di passo, ed una nuova consapevolezza, perché nulla va dato per scontato ed è immutabile nel tempo.

Quale ruolo per il Sindacato, allora? Tutti gli studi sul tema, le indagini della magistratura, i riscontri di Polizia Giudiziaria, ci dicono con grande chiarezza che la figura dei c.d. “uomini-cerniera” (definizione coniata da Enzo Ciconte) è determinante, per il successo di ogni operazione di infiltrazione mafiosa, ed i casi del passato ci insegnano che alcuni di questi si nascondevano anche tra i dipendenti bancari. Questo non deve più accadere, ed ecco che una attenta opera di formazione, condivisa con le Aziende (a volte troppo attente soltanto al ritorno economico di una operazione), ci può permettere di rendere consapevoli delle proprie azioni, fino in fondo, anche i dipendenti bancari ed impedire che gli obiettivi di Budget si trasformino in un totem, al quale tutto sacrificare.

Cosa abbiamo fatto, finora? Innanzitutto una formazione di buona qualità, come dimostrano le ormai numerose pubblicazioni, su autorevolissimi quotidiani, da parte del Responsabile Nazionale, Mario Capocci, che segue la tematica. Poi le nostre assemblee al personale hanno determinato un risultato molto concreto: nelle provincie dove non abbiamo effettuato assemblee, le S.O.S. sono cresciute (giugno 2011 su giugno 2010) del 85%, mentre dove abbiamo incontrato i lavoratori, le stesse sono balzate ad un +117%. Se il dato lo confrontiamo Dic 2010/Giu 2011, allora dove siamo stati risulta un +25%, contro un +18%; le percentuali di crescita rappresentano, ovviamente, una media, ma il fenomeno si è realizzato su tutte le realtà da noi coinvolte. Una buona formazione quindi, dà con certezza i suoi risultati.

Tutto questo perché la regione Emilia Romagna è molto appetibile, per la sua operosità e ricchezza, sia per l’imprenditoria lecita che la criminalità organizzata: nella graduatoria delle regioni, per numero di S.O.S., nel 2009 e 2010 l’E.R. si collocava al 5° posto, dopo Lombardia, Lazio, Campania e Toscana. Nel 2011 ha superato la Toscana, portandosi al 4° posto, per arrivare ad essere seconda, dopo la sola Lombardia, a fine semestre 2012.

E Modena? Modena, anch’essa, si colloca sempre sul podio, da questo punto di vista: nel 2010 con 308 S.O.S. si collocava dopo Rimini e Bologna; nel 2011, con 716 segnalazioni, era seconda solo al capoluogo felsineo; nel primo semestre 2012, si trova di nuovo seconda, con 462 segnalazioni, ed un trend in ulteriore crescita.Una proposta per la legalità, il lavoro, una economia sana e sostenibile.

Fiba Cisl Modena aderisce al “PROGETTO SAN FRANCESCO – Centro Studi Sociali contro le Mafie www.progettosanfrancesco.it , un progetto voluto fortemente dalla società civile (e la Cisl con essa), per la lotta alla criminalità organizzata ed a favore del lavoro. E’ per questo, quindi, che aderiamo a: “RICICLIAMOLI”, una campagna di raccolta firme, perché Il 35% dei soldi confiscati ai mafiosi vada a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese in difficoltà.

Per una rete di microcredito sociale. E riprendiamoci anche il 21% dei capitali recuperati dalla lotta all’evasione fiscale. Noi vogliamo un nuovo modello sociale, lavoriamo insieme per il welfare della legalità! Chiediamo al Consiglio dei Ministri, anche attraverso gli uffici territoriali del Governo, una buona azione popolare. Per saperne di più, visita https://progettosanfrancesco.it/index.php?option=com_content&view=article&id=135&Itemid=207

Fiba/Cisl