Giustizia sicurezza, criminalità organizzata e mafie

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CAMBIARE L’ITALIA, RIFORMARE L’EUROPA UN’AGENDA PER UN IMPEGNO COMUNE
Primo contributo ad una riflessione aperta (capitolo lotta alla criminalità organizzata e alle mafie)

di Mario Monti

CAMBIARE L’ITALIA, RIFORMARE L’EUROPA UN’AGENDA PER UN IMPEGNO COMUNE

Primo contributo ad una riflessione aperta (capitolo lotta alla criminalità organizzata e alle mafie)

di Mario Monti

Nel campo della giustizia, oltre a quanto è stato iniziato dal governo in materia di miglioramento e accelerazione per la giustizia civile e delle imprese, va introdotta una coerente disciplina del falso in bilancio e completata la normativa sull’anticorruzione, l’antiriciclaggio e l’autoriciclaggio. 

Va rivista la riduzione dei termini di prescrizione per garantire in modo più adeguato l’azione di prevenzione e contrasto di diversi gravi reati, va introdotta una disciplina sulle intercettazioni e una più robusta disciplina sulla prevenzione del conflitto di interesse.
La lotta alla criminalità organizzata e alle mafie, deve continuare senza esitazioni. Uno sforzo comune che parte dalla necessità di un’etica pubblica che, nelle istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, ripudi qualsiasi tentazione di entrare in contatto con chi è portatore di interessi criminali.
Un impegno che vive anche grazie ai tanti insegnanti, genitori e volontari che ogni giorno realizzano percorsi ed esperienze di educazione alla legalità e di contrasto alle mafie.
Nella crisi economica la capacità delle mafie di inserirsi nel circuito economico sano è sicuramente più forte.
Il contrasto alle infiltrazioni nell’economia è un sentore nel quale sono state investite molte risorse ma in cui bisogna andare più avanti.
Innanzitutto abbassando sempre più la quota di denaro contante che circola al di fuori del circuito legale e nutre i canali del riciclaggio, ma anche con altre misure come una stringente lotta al riciclaggio dei capitali mafiosi, l’introduzione del reato di autoriciclaggio e il rafforzamento della cooperazione internazionale.
Le procedure per le gare d’appalto devono diventare più trasparenti e controllabili facendo in modo che l’utilizzo della stazione unica appaltante diventi la regola.
Insieme alla nuova gestione della certificazione antimafia e dei controlli dei can)eri per le gare pubbliche questo renderà sempre più difficile l’infiltrazione mafiosa.
Un uso sempre più avanzato delle banche dati condivise deve essere uno degli obiettivi dei prossimi anni.
Bisogna inoltre rafforzare le misure sui giochi in concessione ed a quello dei compro oro.
Altrettanto rilevante è l’impegno per sottrarre ai mafiosi le ricchezze accumulate, rendendo più efficienti le procedure di sequestro, confisca e riuso dei beni.
Sulla scorta delle norme inserite nella ultima legge di stabilità per rendere più efficace l’Agenzia per i beni confiscati, bisogna lavorare sulla gestione dei beni dopo che lo Stato ne acquisisce il controllo: l’obiettivo è che nessuna di loro venga chiusa.
I lavoratori, se non coinvolte nelle attività criminali, devono essere il primo bene da salvaguardare.
Come pure deve continuare la preziosa esperienza del riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie, un segnale preciso ed inequivocabile nei territori della scelta di campo dei cittadini.
Dobbiamo tenere alta la guardia contro la progressiva infiltrazione delle mafie nelle zone dove erano meno presenti.
Ci sono state importanti operazioni contro le mafie in Lombardia e Piemonte, come pure nel Lazio, in Liguria, Veneto ed Emilia.
Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nella vita politica la legge sull’incandidabilità manda un segnale preciso. Bisogna andare anche oltre, seguendo ad esempio il codice di autoregolamentazione dei partiti preparato dalla Commissione Antimafia.

 

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