A Palmi parole che feriscono lo Stato

 

Di Lionello Mancini

 

Sul caso periti giudiziari: soliderietá e scuse a chi é in prima linea contro la ‘ndrangheta

 

di Lionello Mancini

Michele Prestipino

 

L’8 gennaio viene arrestato a Palmi Roberto Crocitta, esperto di trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Avrebbe più volte riportato infedelmente il contenuto degli audio, per favorire le cosche della zona. Piccole, micidiali variazioni, da vero esperto: le carte così manipolate hanno rischiato di far liberare personaggi pericolosissimi.

Ma il riascolto degli audio da parte della polizia e – soprattutto – due mafiosi (intercettati e filmati) che si tradiscono parlando tra loro, portano all’arresto del tecnico. Il suo prezzo: 400-500 euro per tre cartelle, un lavoro che lo Stato avrebbe pagato sì e no 30 euro.

Nella conferenza stampa il capo della Dda, Michele Prestipino, ripete tra l’altro che «la forza della ‘ndrangheta è fuori dalla ‘ndrangheta, nella sua capacità di avere relazioni, di parlare con la società dove c’è chi cede alle lusinghe, diventa complice per ragioni di interesse, di convenienza, di carriera, di denaro». Poi aggiunge: «Questo è un arresto importante, al di là della vicenda specifica. Perché sono molte le intercettazioni che cambiano stranamente quando vengono ascoltate da consulenti e periti e non più dalle forze di Polizia giudiziaria. Io mi auguro che questo arresto possa servire a qualcuno come motivo di riflessione per comprendere che oggi davvero non è conveniente colludere, cedere alle lusinghe della ‘ndrangheta». E infine: «Chi nel processo tradisce i doveri anche etici del proprio ruolo non fa un bel servizio alla giustizia, ma nemmeno al diritto di difesa, uno dei cardini essenziali dello svolgimento del processo. Mi auguro che questa brutta vicenda serva di monito, serva quale motivo di riflessione per tutti quanti».

Questo breve intervento (https://m.youtube.com/watch?v=1vxRIryV6ac, dal minuto 10:55 al 17:16) provoca la dura reazione dei penalisti di Palmihttps://cpdipalmi.altervista.org/&from=A+Palmi+parole+che+feriscono+lo+Stato+” target=”_blank”>(https://cpdipalmi.altervista.org/), che in un comunicato intitolato “Prestipino lancia un monito a consulenti e periti che osano contestare le trascrizioni della polizia giudiziaria nei processi di mafia”, stigmatizzano «la vicenda del consulente incarcerato e messo alla gogna, inserita nel disegno del Pm moralizzatore», lamentano «l’arresto di un consulente tecnico della difesa reo di aver prodotto trascrizioni dal contenuto difforme da quello ritenuto dalla Polizia giudiziaria», alludendo a un uso del caso per fini personali: «Il dr. Prestipino, in corsa per la poltrona vacante di Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, si è espresso in termini inequivocabili: “mi auguro che questo arresto possa servire come motivo di riflessione per chi opera all’interno del processo. Mi auguro che serva come monito per tutti quanti”».

Il presidente della Camera penale di Palmi, Armando Veneto, ha precisato al Sole 24 Ore: «Volevamo indicare un problema, un nostro forte disagio. Se abbiamo usato parole troppo forti, ce ne dispiace». Ecco, sì: qualche parola troppo forte (ma anche qualcuna un po’ forzata, distorta, delegittimante) è stata usata. E gli avvocati di Palmi, che nulla vogliono avere a che fare con i Crocitta, non vorranno perdere occasione per dimostrare la loro vicinanza – nel reciproco, rigoroso rispetto dei ruoli – a quanti contrastano il crimine in nome del popolo italiano.

 

Sole 24 Ore 27.1.2013

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