Oggi la Femca Cisl, la Federazione sindacale dei lavoratori tessili e chimici, a congresso per l’unificazione dei territori di Como e Varese, Flaviano Romito, a nome delle due Segreterie con la sua forte relazione ha voluto ricordare le grandi battaglie sindacali in questo tempo di crisi, che necessariamente devono tenere conto anche di una radicale trasformazione sociale, soprattutto nella competizione insostenibile che le mafie possono realizzare con il ricatto di enormi masse di denaro liquido. Ha proseguito Romito che il sindacato oggi deve recuperare le storture di un’epoca di mezzo, tra la fine di un periodo storicizzato della contrattazione classica e un altro, più moderno e difficile, che deve impegnare il sindacato anche nella promozione della buona economia della responsabilità sociale, magari attraverso il piccolo e umile passo del lavoro comune con Il Progetto San Francesco.
Il Progetto San Francesco era presente e intervenendo, attraverso l’intervento richiesto al suo direttore de Lisi, ha voluto ricordare i rischi dei sistemi di ricatto immobiliare alle imprese: “serve un patto sociale, un disciplinare territoriale di tutela del lavoro comasco, capace di difendere il prodotto e la storia sociale tessile e chimica, e contemporaneamente realizzando una diga di protezione contro la speculazione. Ovvero è possibile che in taluni casi i canoni di affitto di certe imprese storiche subisca delle impennate sospette, che strangolano gli imprenditori che da vittime possono trasformarsi in complici degli appetiti criminali, così da amplificare pericolosamente la rete di consenso sociale delle cosche”.
LA GRANDE ANOMALIA
Il Paese è più debole anche perché ci permettiamo il costo di 180 miliardi da evasione e corruzione, 150 miliardi nascosti e sottratti alla comunità con il riciclaggio di denaro sporco e gli affari malavitosi, 135 miliardi di fatturato della mafia, della ‘ndrangheta e della camorra. Complessivamente sono oltre 400 miliardi di euro l’anno il giro d’affari dell’economia nascosta in Italia fondata su una lunga lista di reati che corre parallela a quella legale, al nord come al sud, senza più alcuna differenza geografica. Possiamo ancora permetterci tutto ciò? Le cronache di queste settimane ci confermano che la tangentopoli degli anni 90’ è poca cosa in confronto alla ramificazione corruttiva che pervade ampi livelli del nostro sistema economico, sociale e politico. Questa piaga dell’economia dell’illegalità depaupera la collettività delle ricchezze comuni, sottrae a tutti i cittadini risorse, benessere e futuro, ponendosi come alternativa al merito, al sacrificio, alla conoscenza, al rispetto dei diritti, alla legalità, all’armonia tra le parti sociali e al futuro del Paese. La mala economia sta’ divorando la ricchezza nazionale e nel frattempo la vita collettiva, oltre a subire gli effetti della crisi, viene penalizzata dai continui tagli imposti alla scuola, alla sanità, alla ricerca, alla cultura e al welfare. Se solo si riuscisse, ma questo dipende da una concreta volontà politica, non dico a cancellare, ma a portare a livelli “fisiologici” l’illegalità, avremmo finalmente le basi per un Paese più sano e migliore.
Convinti di ciò, come Femca di Como, abbiamo aderito al Progetto San Francesco, una associazione di promozione sociale ispirata e nata dentro la Cisl su impulso di Filca e Fiba a sostegno del sindacato, della responsabilità sociale e del contrasto alle mafie.
Noi continueremo ad impegnarci per affermare la buona economia.
– Dalla Relazione presentata da Flaviano Romito a nome delle Segreterie al 1° Congresso Femca Cisl di Como e Varese