Umberto Ambrosoli all’apertura dei lavori del congresso della Filca Lombardia

 

Maroni, Ambrosoli, Pignatone e Bonanni alla consegna del bene confiscato di Cermenate, sede del Progetto San Francesco

In mezzo alla campagna mantovana, tra campi e capannoni troppo spesso in vendita e in affitto, si è aperto l’XI Congresso della Filca Cisl Lombardia. Al tavolo di presidenza Battista Villa, Francesco Bianchi, Marco Boveri, Gabriele Mazzoleni, Gigi Petteni e Salvatore Scelfo, una squadra che è anche espressione di un modello sindacale, molto sensibile alle istanze sociali. Soprattutto ora in tempo di crisi. “La responsabilità sociale del sindacato” infatti è il titolo del più importante momento di democrazia dell’organizzazione, il congresso regionale, la voce di una Federazione sindacale che più di altre tiene per mano le vittime della crisi, imprese e lavoratori insieme nella bilateralità più avanzata.

“Con oltre duecentomila addetti in Lombardia le costruzioni erano una realtà di grande importanza industriale, che meritava maggiore attenzione istituzionale e bancaria. Oggi tutto è in bilico, e le colpe sono evidentemente collegate a fatti e nomi precisi. Ovvero una bolla speculativa di oltre un decennio che non ha saputo regolamentare l’equilibrio tra redditi, bisogni, suolo e urbanizzazione. Questo perché la politica è stata lasciata sola nella programmazione del governo del territorio, lasciando ai sindacati la parte “a valle” della questione del lavoro e della realtà sociale.

Con una catastrofe lombarda di oltre 60.000 lavoratori edili e di almeno 30.000 lavoratori degli altri settori in Cig, mobilità e licenziati negli ultimi due anni, occorre rispondere urgentemente chiedendo un nuovo patto sociale di responsabilità. Si, occorre una nuova fase bilaterale da un lato e da un altro di un “sindacato capace di fare deleghe sociali” ovvero che inchiodi con le relazioni costanti sul territorio scelte condivise e sostenibili dalla politica della porta accanto e della governance di Regione Lombardia. Adesso più che mai occorrono buona volontà e serietà, respingendo le pressioni delle mafie, le tentazioni degli usurai e degli avventurieri dalle partita Iva troppo disinvolte. Serve un piano di rilancio condiviso tra lavoratori, imprese, istituzioni, banche ed enti locali, a partire da una nuova politica dei prezzi degli immobili, con un nuova strategia di social housing e di ristrutturazioni dell’esistente, migliorandone anche la classe energetica. Serve un sindacato maturo e capace, nella povertà che sta scoprendo, di maggiore iniziativa sociale.

Trasparenza, credibilità, Bilancio Sociale, Codice Etico: la nostra responsabilità sociale. Serve un sindacato che faccia della responsabilità sociale la sua strategia prioritaria e investa su una nuova credibilità, come strumento di partecipazione, di controllo, di democrazia, di trasparenza, di partecipazione dei propri soci, ai lavoratori, ai cittadini e alle Istituzioni il suo impegno economico e sociale. Un progetto di responsabilità ma anche un impegno quotidiano teso ad allargare la contrattazione sociale, attraverso magari una bilateralità più forte e aperta alle istituzioni del territorio. Tocca a noi, ancora a noi” così Battista Villa, segretario generale della Filca Cisl lombarda, che ha aperto il suo intervento con la lettera di Giorgio Ambrosoli alla moglie Annalori, sul senso del dovere e del sacrificio fino alla fine e al principio del proprio impegno di servizio.

Infatti come ospite, ma anche come una delle guide del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco, proprio Umberto Ambrosoli, che di questo patrimonio civile e politico ne è erede non solamente familiare. “Oggi le mafie sono un soggetto sociale ancora più pericoloso, non solamente sul piano criminale ma anche e soprattutto sul piano culturale, poiché disponendo di enormi disponibilità di denaro liquido spacciano i loro soldi come acqua per gli assetati. Tuttavia, ormai è cosa provata, chi beve quell’acqua muore, sia esso un’impresa disponibile od in difficoltà oppure un lavoratore disperato e lasciato solo senza guida o esempi a cui afferrerarsi. Oggi è una sfida ancora più estrema, la legalità è un confine anche economico e indispensabile strumento per il progresso” questo in sintesi l’impegno “sindacale” di Umberto Ambrosoli, che ha anche ricordato il valore degli esempi come Addio Pizzo o Professionisti Liberi.

Ricordo, tuttavia anticipato dal l’introduzione di Salvatore Scelfo: “per noi da tempo la legalità è uno strumento ed una condizione sostanziale, oggi con il Progetto San Francesco e il Dipartimento Legalità della Filca Nazionale possiamo anche dare maggiore autonomia alle azioni e coordinamento tra le diverse e più significative esperienze. Il lavoro di Ambrosoli e il suo impegno sono per noi un ulteriore incoraggiamento e un supporto culturale strategico”.