Appalti e mafia Ditta sospetta fuori dalla Tav

 

 Rischio di collegamenti del titolare con la criminalità Tolti lavori per 5 milioni sul tratto Treviglio-Brescia
 
di Patrik Pozzi
 
Un «accumulo» di indizi che fanno paventare il rischio di infiltrazioni mafiose: è questo il motivo per cui all’impresa edile Ico – Costruzioni generali srl di Torrile (Parma), sono stati tolti due subappalti (uno già assegnato e uno in corso di trattativa per l’assegnazione) legati alla realizzazione del tratto Treviglio-Brescia della Tav. Due subappalti non da poco: uno da 2,3 milioni di euro, per la realizzazione di piazzali di campi base e operativi tra le province di Bergamo e Brescia; uno da 2,8 per opere sul tracciato della linea ferroviaria. Il rapporto di lavoro fra l’impresa e Cepav2, il consorzio incaricato da Rfi (Rete ferroviaria italiana) per la costruzione della grande infrastruttura, è stato risolto nel dicembre 2011. Contro questa risoluzione la Ico, nel febbraio 2012, ha presentato ricorso al Tar (tribunale amministrativo regionale) di Brescia, che però le ha dato torto confermando la sua esclusione dai lavori per la Tav. Esclusione basata su due informative antimafia atipiche emesse nel novembre 2011 dalla Prefettura di Bergamo nei confronti dell’azienda. Indagini approfondite Ma che cos’è una informativa antimafia atipica? Nell’ambito della costruzione di grandi infrastrutture come la Tav e l’autostrada Brebemi, al fine di prevenire infiltrazioni mafiose per ogni azienda impiegata nei cantieri vengono chieste informazioni alla Prefettura, che può emettere una informativa antimafia atipica ossia sollevare dubbi in merito alla loro moralità. Chi ha affidato l’appalto (Cepav2 per la Tav e il consorzio Bbm per la Brebemi) può quindi decidere se confermare o revocarlo. Ovviamente i dubbi, visto anche che si sta parlando di appalti milionari, devono essere fondati su indagini che, nel caso della Ico, appaiono piuttosto approfondite. Fra i principali fatti rilevati, che getterebbero ombra sull’azienda parmense, è che l’amministratore unico (in carica fino al febbraio 2012), P. D. M., del napoletano, incensurato, «è stato – si legge sulla sentenza del Tar – indagato tra il 2000 e il 2002 dai carabinieri di Cefalù nell’ambito dell’operazione Caronte per concorso esterno in associazione mafiosa». Un altro episodio considerato significativo è quanto è accaduto nel giugno 2011 al cantiere Tav 29 nel Comune di Campogalliano (Modena): qui due mezzi di lavoro della Ico, impegnata in lavori di bonifica, erano stati incendiati. Il quadro per l’azienda parmense si è aggravato ulteriormente quando, fra il gennaio e il febbraio 2012, la prefettura ha emesso altre due informative antimafia atipiche nei suoi confronti. Una di queste espone che l’azienda «ha formato – si legge sulla sentenza – un’Ati (Associazione temporanea d’imprese, ndr), con le ditte Safem srl e Building srl per lo svolgimento di lavori nell’ambito della strada Pedemontana in Provincia di Varese»: ebbene, «gli amministratori di Building srl sono sospettati di collegamenti con la criminalità organizzata». Frequentazioni sospette Nulla viene lasciato al caso nelle indagini a supporto delle informative antimafia atipiche: nel caso in questione, di particolar peso è stato considerato anche un controllo, fatto nel febbraio 2012 dai carabinieri di Casalmaggiore (Cremona) in cui P. D. M. è stato trovato con un soggetto arrestato nel 2002 dal Ros (Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri) di Perugia, nell’ambito dell’operazione «Black Eagles» per associazione mafiosa. «Ciascuno di questi episodi – scrive il Tar nella sua sentenza – potrebbe essere ridimensionato, se valutato isolatamente. Non è possibile però trascurare la rilevanza dell’insieme nelle informative antimafia. L’accumulo di indizi è un metodo legittimo e può fondare un giudizio negativo circa l’affidabilità morale dell’impresa». Giudizio che il Tar di Brescia in merito alla Ico – Costruzioni generali ha ribadito respingendo, quindi, il ricorso dell’azienda contro la sua esclusione dai lavori di costruzione del tratto Treviglio-Brescia della Tav.
 
Eco di Bergamo 13.5.2013