A parere dell’architetto Emidio Pagnoni, patron di Pegaso Ingegneria (vedi Il Sole 24 Ore di lunedì 2 giugno), «al committente-Expo è mancata l’energia per assolvere alle obbligazioni assunte con il protocollo di legalità del febbraio 2012, nei confronti della Prefettura di Milano, che possono essere così riassunte: mettere a disposizione tutte le informazioni sugli addetti alla realizzazione delle opere» per collaborare con gli Enti preposti al controllo (Prefettura, gruppo interforze) il cui organico è notoriamente «non adeguato a un impatto così importante».
Per questo, dice ancora Pagnoni, «ci siamo messi subito a disposizione, senza aspettare l’incarico ufficiale, per “tradurre” le informazioni registrate sul sistema informativo Si.G.Expo, utilizzando la nostra piattaforma Genesis, sperimentata con soddisfazione nella realizzazione della BreBeMi e della Tangenziale Est esterna di Milano. Oltre a difficoltà di ordine tecnico, la Prefettura lamentava il mancato oppure disordinato inserimento dei dati. Mancavano informazioni sui familiari conviventi dei titolari delle ditte impegnate nei lavori; sull’andamento degli importi autorizzati per subappalto rispetto a quelli in corso di realizzazione; sulle somme erogate da Expo a subappaltatori e maestranze; sulla pianificazione delle risorse da impegnare. Tra i dati presenti, invece, ci ha molto impegnato la registrazione confusa delle anagrafiche di imprese, maestranze e mezzi. Per esempio, l'”Impresa Mario Rossi” risultava anche come “Mario Rossi impresa” e “Rossi Mario impresa”». L’analisi dei dati aveva perciò subito evidenziato criticità che hanno impegnato i tecnici di Pegaso in un «intervento manuale di “ripulitura”. Su 643 imprese inserite su Si.G.Expo e trattate da Genesis, abbiamo rilevato 69 duplicazioni e ripetizioni; su 2.520 nominativi di persone, 218 erano replicati due o più volte; su 2.789 mezzi, 102 erano replicati con stessa matricola e 48 non erano identificabili perché senza matricola».
Messo a fuoco questo scenario, Pagnoni ha «immediatamente segnalato queste criticità nei rapporti settimanali destinati a Rognoni, che ci aveva chiamato per dare una mano, e anche ad Angelo Paris, responsabile per Expo. E le abbiamo evidenziate anche nelle riunioni sulla Piattaforma e in Prefettura. Ma i responsabili presenti non hanno mai fatto alcun commento, forse convinti che quei nostri rilievi riguardassero aspetti di “sola carta”». Così il problema della piattaforma Expo non è una questione di sola informatica, ma di modello organizzativo: «Noi di Pegaso siamo convinti, per esempio, che sia utile registrare nella piattaforma “il film” del progetto, ovvero le attività e l’azione di ciascun soggetto, annotate quotidianamente e fedelmente nella “scatola nera” dell’opera, attività aperte e consultabili da chiunque in tempo reale».
Forse questa testimonianza non ha a che fare con l’inchiesta Expo. Ma, certo, si fosse dato più retta a chi della legalità ha fatto il binario per la sua azienda, forse il marcio si sarebbe potuto intercettare prima del solito clic delle manette.
Sole 24 Ore – 9.6.2014