Il SINACORI ha riferito di essere stato inserito nella “famiglia” di COSA NOSTRA di Mazara del Vallo dal 1981 e di aver assunto la carica di reggente della medesima “famiglia” e dell’omonimo mandamento nel 1992, in rappresentanza di AGATE Mariano, detenuto dall’1 febbraio 1992. Al riguardo il collaborante ha dichiarato che la “famiglia” di Mazara ed il relativo mandamento – dopo l’arresto nel maggio del 1982 del suo rappresentante AGATE Mariano, che era rimasto detenuto sino al 17 aprile 1991 – erano stati retti prima da TUMBARELLO Salvatore e successivamente da MESSINA Francesco, inteso “Mastro Ciccio”, al quale egli era poi succeduto, essendo quest’ultimo, prima del suicidio, caduto in disgrazia presso i vertici di COSA NOSTRA, perché accusato di essersi appropriato di denaro dell’organizzazione.
Arrestato nel luglio del 1996, il SINACORI iniziò a collaborare con l’A.G. dopo circa due mesi, avendo inteso con tale scelta mutare vita. All’epoca egli era in stato di custodia cautelare per omicidi ma non vi era alcuna sentenza definitiva a suo carico, mentre a seguito della scelta intrapresa aveva confessato vari episodi delittuosi, tra cui omicidi.
Nel presente processo il SINACORI si è rifiutato di rispondere, sicché gli sono state contestate ex art.513 c.p.p. le dichiarazioni dallo stesso rese nell’ambito del processo n. 7/97 R.G.C.Ass. di Caltanissetta nei confronti di RIINA Salvatore + 3, relativo all’omicidio del Sostituto Procuratore della Repubblica di Trapani GianGiacomo CIACCIO MONTALTO; nel processo n. 12/96 R.G.C.Ass di Firenze nei confronti di BAGARELLA Leoluca + 25 per le stragi del 1993; innanzi al P.M. di Caltanissetta in data 8 e 9 gennaio 1997, 21 febbraio 1997 e 19 gennaio 1999.
Il SINACORI ha saputo chiaramente delineare la struttura e l’organigramma di COSA NOSTRA soprattutto per la provincia di Trapani, rappresentando che in tale provincia quel sodalizio mafioso si articolava in quattro mandamenti, che dopo la guerra di mafia dei primi anni Ottanta, che aveva interessato anche la sua provincia, erano diretti: quello di Castelvetrano da MESSINA DENARO Francesco, che rivestiva anche dal 1981/1982 la carica di rappresentante provinciale, anche se per la sua età avanzata era di fatto sostituito dal figlio Matteo; quello di Mazara dallo AGATE, sostituito durante la carcerazione dalle persone sopra indicate; quello di Alcamo da MILAZZO Vincenzo; quello di Trapani da VIRGA Vincenzo.
Le dichiarazioni rese sugli argomenti attinenti alla struttura ed all’organigramma di COSA NOSTRA dal SINACORI hanno trovato piena conferma in quelle rese da PATTI Antonio e dal BRUSCA e sono senz’altro adeguate al ruolo di rilievo rivestito dallo stesso nell’ambito di questa organizzazione criminale.
Il contributo del SINACORI è stato, inoltre, significativo in relazione all’incarico ricevuto insieme ad altri consociati della sua stessa provincia e di quella di Palermo per seguire in Roma i movimenti di Giovanni FALCONE e dell’allora Ministro della Giustizia Claudio MARTELLI, nonché di giornalisti assai noti quali Maurizio COSTANZO ed Andrea BARBATO, in vista della preparazione di attentati ai loro danni, che possono ricondursi alla strategia stragistica, come si dirà specificamente in seguito. da PROCESSO AGATE+26