DOMENICO D’AGATI, denunciò il pizzo. Il dramma di un imprenditore lasciato solo

 

 

  • A TORTO O A RAGIONE Un servizio di Cinzia Torriglia – Pochi giorni fa,a Bagheria terra di latitanza del capomafia Provenzano , 36 commercianti e imprenditori hanno denunciato anni di ricatti passati a pagare il pizzo ai boss. La denuncia ha portato a 22 arresti. A Bagheria abbiamo raccolto le opinioni dei cittadini: c’è chi rimpiange i tempi di Toto’ Riina, chi pensa che niente è cambiato e chi spera in una svolta. Abbiamo raccolto la testimonianza di un imprenditore edile: Domenico D’Agati. Il suo cantiere è fermo da due anni ha subito richieste di pizzo e minacce di morte.

D’Agati e Tirrito (CO.S.I.A): “Il premier Conte venga a conoscere gli imprenditori che hanno alzato la testa contro la mafia” “Bisogna trovare il modo di accelerare i provvedimenti per un concreto reinserimento degli imprenditori coraggiosi nel tessuto sociale”

“Invito il premier Conte ad un incontro formale per metterlo a conoscenza di tutte le problematiche vissute dalle vittime di estorsione, usura o mafia, nel reinserimento nel tessuto sociale e produttivo dopo le loro coraggiose denunce”. La proposta arriva da Domenico D’Agati, Presidente del CO.S.I.A (Comitato di Supporto Imprenditori Abbandonati).

“Dato il prossimo viaggio del Primo ministro previsto a Palermo – prosegue D’Agati – crediamo che spendere qualche ora del proprio tempo per avere chiara la situazione sia necessario. Il mondo di chi ha alzato la testa ribellandosi ai soprusi, e ha messo in condizione le forze dell’ordine di agire, va conosciuto nel profondo.

“Non bastano generiche parole di elogio nell’imminenza dei fatti – chiarisce Maricetta Tirrito, vicepresidente CO.S.I.A. – per poi cadere nell’oblio, in qualche modo isolati dal resto della nazione. Da sempre la mafia gioca le sue carte avvelenate proprio sull’isolamento, a tutti i livelli. Ecco perché è importante far sì che ciò non accada, Bisogna trovare il modo di accelerare i provvedimenti – prosegue Tirrito – per un concreto reinserimento nel tessuto sociale per una vita normale, mettendo in campo tutte le corsie di tutela e protezione che lo Stato può e deve garantire”.

“Contiamo sul fatto che il premier Conte recepisca l’appello – conclude D’Agati – e siamo felici se lui raggiungerà Palermo per conoscere le realtà positive che vogliono ancora oggi essere al fianco dello Stato”. IL FARO 19.10.2020

 

a cura di Claudio Ramaccini  Direttore Centro Studi Sociali contro la mafia – Progetto San Francesco