- 12 Maggio 2012 Il progetto San Francesco pianta un albero nel Parco di Cermenate in ricordo di Epifanio Li puma
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Epifanio Leonardo Li Puma (Petralia Soprana, 6 gennaio 1893 – Petralia Soprana, 2 marzo 1948) è stato un politico e sindacalista italiano, ucciso dalla mafia. La sua vita s’è svolta essenzialmente nella sua Raffo, anche se la sua azione toccò l’intero comprensorio delle Madonie. Mezzadro di idee antifasciste alla fine della seconda guerra mondiale è stato promotore del movimento dei contadini per la riforma agraria come organizzatore sindacale (della Cgil), politico (era un esponente del Partito Socialista Italiano) e di cooperative. Di orientamento nettamente riformista era contrario ad ogni estremismo ed alle teorie rivoluzionarie. Nel secondo dopoguerra, sindacalista e capolega dei mezzadri e braccianti senza terra, fu determinato e irriducibile nella promozione dei diritti dei lavoratori contro gli agrari eversori della legalità. Uomo simbolo della giustizia sociale, eroe delle Alte Madonie, in Sicilia, non volle piegarsi alla prepotenza e alle minacce di un potere e di un sistema malsano. È stato barbaramente assassinato dalla mafia agraria, al soldo dei baroni, nei terreni di Alburchìa tra Petralia Soprana e Gangi. Nonostante ai suoi funerali, a Petralia Soprana, fossero stati apertamente denunciati i mandanti del suo omicidio, nessuno pagò per la sua morte.
CENTRO STUDI EPIFANIO LI PUMA – Pagina FB
Ucciso a sangue freddo davanti al figlio di 13 anni: “Epifanio Li Puma eroe eterno” Il 2 marzo 1948 viene ucciso a Petralia Soprana con due colpi di fucile provenienti da due uomini a cavallo davanti a due dei suoi figli e mentre lavorava il suo pezzo di terra. Venerdì è il settantesimo anniversario della morte di Epifanio Li Puma. La Cgil Palermo ha organizzato un’iniziativa con la partecipazione dei comuni di Petralia Soprana, Petralia Sottana, Castellana Sicula e Ganci e con l’adesione di Anpi, Centro Pio la Torre Libera. Un’iniziativa alla quale partecipa anche l’ex procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci, che sarà conclusa dal segretario nazionale Cgil Giuseppe Massafra.
In questo modo la Cgil avvia le celebrazioni del 70° anniversario di tre suoi esponenti sindacali, Epifanio Li Puma, Placido Rizzotto e Calogero Cangelosi, assassinati dalla mafia a pochissima distanza l’uno dall’altro. I primi due furono uccisi rispettivamente il 2 marzo e il 10 marzo del 1948 e il terzo il primo aprile di quello stesso anno. Nel ’48, con l’escalation dell’uccisione dei tre dirigenti sindacali Li Puma, sulle Madonie, Rizzotto a Corleone e Cangelosi a Camporeale, la mafia sferra il suo colpo decisivo contro le frange più organizzate del movimento contadino della Sicilia occidentale.
Il 2 marzo alle ore 9 ci sarà la deposizione dei fiori a Raffo, a Petralia Soprana, il borgo dove Li Puma nacque. Interverranno Calogero Spitale, segretario zonale Cgil Madonie e il sindaco di Soprana Pietro Macaluso. Alle 10 sarà deposta un’altra corona di fiori al monumento di Borgo Verdi, nel comune di Petralia Sottana, dove dal 2008 si trova una lapide nel luogo in campagna dove il sindacalista fu ucciso. Alle ore 10,30 a Gangi i terrà un’iniziativa presso l’auditorium dell’istituto statale d’istruzione superiore “G. Salerno”, plesso Ragioneria. Coordina il responsabile del dipartimento Legalità della Cgil Palermo Dino Paternostro. Dopo i saluti del dirigente scolastico Cataldo Manzone e di Francesco Miagliazzo, sarà proiettato un docufilm in ricordo di Epifanio Li Puma e delle lotte contadine. Seguiranno quindi gli interventi dello storico Mario Ragusa, del segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e di Leonardo Agueci, già procuratore aggiunto di Palermo. Interverranno quindi gli studenti dell’Isis. Conclude Giuseppe Massafra.
Per il segretario Cgil Palermo Enzo Campo è importante oggi ricordare la storia di Epifanio Li Puma e il suo impegno per il riscatto della Madonie, luoghi dai quali è partita una vera e propria rivoluzione, che ha portato la libertà e le terre ai contadini e che negli anni Cinquanta ha cambiato le sorti dell’Italia. “Il territorio madonita non vuole essere dimenticato proprio perché in questi comuni sono nati personaggi che hanno contribuito a scrivere la storia d’ Italia – dice Enzo Campo – Il 2 marzo onoreremo la memoria di Li Puma e riaffermeremo la volontà della Cgil di considerarlo, insieme agli altri caduti, tra i figli migliori della Sicilia, ribadendo il nostro impegno per costruire lavoro e sviluppo nella legalità”.
E aggiunge Dino Paternostro: “Con l’assassinio di Epifanio Li Puma, la mafia, gli agrari e la politica reazionaria siciliana vollero non solo privare il movimento contadino di un dirigente prestigioso ma lanciare un messaggio politico a tutti i siciliani alla vigilia delle elezioni politiche del 18 aprile 1948, attraverso un crescendo di delitti. Il 2 marzo 1948 fu assassinato Li Puma a Petralia Sottana, otto giorni dopo, il 10 marzo, venne ucciso Placido Rizzotto a Corleone, e dopo venti giorni, il primo aprile, Calogero Cangelosi a Camporeale. Un messaggio chiaro ed inequivocabile: chi si schierava col movimento contadino e con la sinistra veniva ucciso”.
Li Puma era capo lega del movimento dei contadini per la riforma agraria. La sua azione fu determinante per la promozione dei diritti dei lavoratori, nella contrapposizione con i potentati dei feudi. Un simbolo di giustizia sociale, un eroe delle Alte Madonie. Venne ucciso a sangue freddo davanti al suo figlioletto di soli 13 anni, in contrada Albuchia, territorio di Petralia Soprana. Il dirigente sindacale stava arando con i muli un appezzamento di terra di proprietà del cognato, insieme ai suoi figli Santo di 19 anni e Giuseppe di 13, quando comparvero all’improvviso due uomini. Dopo qualche domanda, uno di loro spianò il fucile e fece fuoco contro Epifanio, che stramazzò per terra. L’altro sicario, per finirlo, gli esplose alcuni colpi di pistola alla testa. Poi rivolse l’arma contro il figlio Giuseppe, che indietreggiò di due passi, ma questa volta il sicario fu bloccato dal compagno che gli disse: “Lassalu stari!». Furono i due figli a chiedere aiuto e in loro soccorso arrivarono gli altri contadini. Anche nel caso Li Puma le indagini furono presto archiviate.
Li Puma abitava a Raffo, piccolo borgo rurale di Petralia Soprana. Erano gli anni Quaranta, anni delle grandi manifestazioni per ottenere l’attuazione dei decreti Gullo, che sancivano l’attribuzione ai braccianti dei terreni incolti e una più giusta distribuzione dei prodotti. In quegli anni caddero vittime della mafia numerosi sindacalisti, attivisti, militanti comunisti e socialisti appartenenti a quel fervido movimento ancorato alle leghe bracciantili, alle Camere del lavoro e alle cooperative agricole. Sulle Madonie è Epifanio Li Puma, grazie al suo carisma, a mettersi a capo della protesta contadina e popolare. Tra i protagonisti di quel periodo c’era anche Michele Li Puma, parente di Epifanio e stretto collaboratore del sindacalista-contadino. Michele era figlio di Pietro detto Scialè uno dei mezzadri del marchese Enrico Pottino. Per la prima volta, nel luglio del 1946, sulle Madonie furono costituiti i consigli del feudo e si costituì la Cooperativa “Madre Terra” che contava circa 500 contadini. A guidarli erano Michele ed Epifanio Li Puma. I contadini per protesta decisero di non coltivare la terra sino a quando i padroni non si fossero decisi a eseguire i dettami del decreto Gullo. A non gradire questa presa di posizione, fu il marchese Pottino che fece intimorire il figlio del suo mezzadro. Nel 1947 le minacce, a seguito dell’occupazione simbolica delle terre, si fecero più pressanti e oggetto dell’odio degli agrari divenne Epifanio. Nell’ estate del 1947 Epifanio Li Puma venne sfrattato dal feudo. Il 2 marzo del 1948 il sindacalista-contadino venne assassinato.
a cura di Claudio Ramaccini, Direttore Centro Studi Sociali contro la mafia – PSF