In occasione del Giorno della Memoria, la Biblioteca comunale Paolo Borsellino di piazzetta Venosto Lucati a Como ha realizzato un video della mostra allestita nell’atrio, sugli scioperi contro il fascismo e la guerra organizzati in alta Italia nel mese di marzo del 1944.
Con le fabbriche, dalle lotte operaie alla libertà
Giuseppe Calzati, presidente dell’Istituto di Storia contemporanea Pier Amato Perretta, racconta gli avvenimenti del ’44 e la Resistenza operaia nelle fabbriche comasche, Tintoria Comense e Tintoria Castagna. Tra i lavoratori arrestati e deportati nei campi di concentramento tedeschi, in pochissimi fecero ritorno in patria e, tra loro, Ines Figini, scomparsa lo scorso mese di settembre all’età di 98 anni. Il video è stato realizzato anche per fornire uno strumento per la didattica a distanza ed è a disposizione degli istituti scolastici. Mercoledì 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, a Como non sarà possibile organizzare momenti pubblici di racconto e di confronto, causa pandemia. Il sindaco di Como Mario Landriscina, insieme a un ristretto numero di autorità, renderà omaggio a Ines Figini, comasca sopravvissuta alla prigionia nei campi di concentramento e scomparsa lo scorso 26 settembre, con la deposizione di una corona di alloro sulla sua tomba, al Cimitero Monumentale di Como.
- VIDEO della mostra “Con le fabbriche, dalle lotte operaie alla libertà” sugli scioperi contro il fascismo e la guerra, organizzati in alta Italia nel mese di marzo del 1944, illustrata da Giuseppe Calzati, presidente dell’Istituto di Storia contemporanea Pier Amato Perretta.
Il Giorno della memoria cade ogni anno il 27 gennaio. L’evento si celebra ogni anno in Italia e nel resto del mondo: ma cosa si intende per “memoria”? E perché, e soprattutto cosa è importante ricordare? Cercheremo di chiarire il senso e la storia di una giornata commemorativa – istituita in Italia nel 2000 ed in tutto il mondo nel 2005 – che non va considerata tanto come un omaggio alle vittime del nazismo, quanto un’occasione di riflessione su una storia che ci riguarda da molto vicino.
Il 27 gennaio 1945 è il giorno in cui, alla fine della seconda guerra mondiale – i cancelli di Auschwitz vengono abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico. Il complesso di campi di concentramento che conosciamo come Auschwitz non era molto distante da Cracovia, in Polonia, e si trovava nei pressi di quelli che erano all’epoca i confini tra la Germania e la Polonia. Con l’avvicinarsi dell’Armata Rossa, già intorno alla metà di gennaio, le SS iniziarono ad evacuare il complesso: circa 60.000 prigionieri vennero fatti marciare prima dell’arrivo dei russi. Di questi prigionieri, si stima che tra 9000 e 15000 sarebbero morti durante il tragitto, in gran parte uccisi dalle SS perché non riuscivano a reggere i ritmi mostruosi della marcia. Altri prigionieri, circa 9000, erano stati lasciati nel complesso di campi di Auschwitz perché malati o esausti: le SS intendevano liquidarli, ma non ebbero il tempo necessario per farlo prima dell’arrivo dei sovietici.
Le SS riuscirono invece ad eliminare qualcos’altro: quante più prove possibile dei crimini che avevano commesso, facendo esplodere diverse strutture, alcune delle quali contenevano i forni crematori industriali (dove venivano bruciati i cadaveri delle persone uccise ad Auschwitz), ed altre proprietà delle vittime dello sterminio. Quando la 60esima armata dell’esercito sovietico arrivò al campo principale di Auschwitz, intorno alle 3 di pomeriggio, e dopo una battaglia in cui persero la vita più di 200 sovietici, si trovò davanti uno scenario desolante. Circa 9.000 prigionieri, i più deboli e ammalati, erano stati lasciati indietro: 600 di loro erano già morti. La stampa sovietica non accolse con troppo clamore la liberazione di Auschwitz, e tuttavia la giornata del 27 gennaio è andata ad assumere col tempo un significato simbolico: quello della fine della persecuzione del popolo ebraico.
Il giorno della memoria in Italia. Dato il significato simbolico della data, il 20 luglio del 2000 in Italia è stata approvata una legge (la numero 211), composta da due semplici articoli. Questa legge istituisce ogni 27 gennaio il “Giorno della Memoria”: una commemorazione pubblica non soltanto della shoah, ma anche delle leggi razziali approvate sotto il fascismo, di tutti gli italiani, ebrei e non, che sono stati uccisi, deportati ed imprigionati, e di tutti coloro che si sono opposti alla ‘soluzione finale’ voluta dai nazisti, spesso rischiando la vita.
Questa legge prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, rivolti in particolare (ma non soltanto) alle scuole e ai più giovani. Lo scopo è quello di non dimenticare mai questo momento drammatico del nostro passato di italiani ed europei, affinché, come dice la stessa legge “simili eventi non possano mai più accadere”. Come queste parole indicano chiaramente, non si tratta affatto di una ‘celebrazione’, ma del dover ribadire quanto sia importante studiare ciò che è successo in passato.
La risoluzione ONU del 2005. Bambini nel campo di concentramento di Auschwitz — Fonte: Getty-Images
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunitasi il 1° novembre 2005, ha proclamato ufficialmente, in occasione dei 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento, il 27 gennaio Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto. In questo l’Italia ha anticipato di 5 anni la risoluzione dell’ONU, insieme a numerosi altri paesi che avevano istituito giornate commemorative nazionali per il 27 gennaio, come la Germania (1996) o il Regno Unito dal (2001).
Secondo il testo dell’Assemblea Generale del 2005, ogni anno, il 27 gennaio, tutti gli stati membri delle Nazioni Unite hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future le “lezioni dell’Olocausto”. A questo scopo è stata istituita una task force internazionale per l’educazione, la ricerca ed il ricordo. Questa risoluzione rifiuta inoltre in modo chiaro qualsiasi tentativo di negazione dell’Olocausto come evento storico, sia totale che parziale, chiedendo parallelamente che i luoghi che un tempo ospitavano campi di concentramento, di lavoro e di sterminio vengano conservati. In questa giornata, inoltre, l’intolleranza, l’odio e l’aggressività verso persone e comunità motivate da differenze religiose ed etniche sono condannate senza riserva.
Il 27 gennaio è una giornata celebrativa (in questo caso sia nazionale che internazionale), e non è certo l’unica solennità che osserviamo ogni anno in Italia allo scopo di commemorare vittime.
Nel corso della storia ci sono stati diversi tentativi di genocidio: tra i più recenti c’è quello degli armeni in Turchia (durante la Prima guerra mondiale), o quello compiuto dalla dittatura comunista in Cambogia a metà degli anni ‘70, o le terribili deportazioni di contadini volute da Stalin negli anni ‘30 o ‘40. Lo stesso termine ‘genocidio’, tuttavia, è stato coniato in occasione della Shoah. Ciò che rende unica la Shoah è il fatto che si trattò di un genocidio razionale, ben organizzato, che si avvaleva della tecnologia e di impianti efficienti per sterminare un popolo intero nel cuore dell’Europa.
Giornata della memoria 2021: perché è importante ricordare? Ricordare e commemorare le vittime della shoah non significa affatto trascurare altri genocidi, né tantomeno stabilire inutili ‘priorità’ tra stermini e dolori di un popolo piuttosto che di altri popoli. Il giorno della memoria non è un omaggio alle vittime, ma semplicemente un riconoscimento pubblico e collettivo di un fatto particolarmente grave di cui l’Europa è stata capace, e a cui l’Italia ha attivamente collaborato. Nel 2001, il teorico e saggista Tzvetan Todorov ha scritto in un libro, Memoria del bene, tentazione del male che “la singolarità del fatto non impedisce l’universalità della lezione che se ne trae”: in altri termini, la memoria storica della shoah non riguarda soltanto il popolo ebraico, ma l’intera umanità, perché da questi avvenimenti si possono trarre insegnamenti.
Affinché il ricordo della Shoah sia utile, tuttavia, la memoria non deve limitarsi soltanto all’indignazione e alla denuncia morale contro i crimini nazisti, sentimenti sicuramente giusti e naturali nei confronti di avvenimenti gravi e disumani. Perché la memoria abbia un senso, è soprattutto importante, prima di denunciare, capire ciò che accadde in Germania da un punto di vista storico. STUDENTI.IT
PARLAMENTO ITALIANO Legge 20 luglio 2000, n. 211 –“Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000
Art. 1. – La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.l
Art. 2.- In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
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