UDIENZA DEL 23/04/2013 – Tribunale ordinario di Caltanissetta CORTE D’ASSISE
DOTT. BALSAMO ANTONIO Presidente DOTT. BARLOTTI JANOS Giudice a latere
STRALCI DEL VERBALE DI UDIENZA REDATTO DA FONOREGISTRAZIONE PROCEDIMENTO PENALE N. R.G. 2/13 -R.G.N.R. 1595/08
A CARICO DI: MADONIA SALVATORE + 4
DEPOSIZIONE DEL TESTE -TERESI VITTORIO
P.M. Dott. GOZZO -Le volevo chiedere in primo luogo: il 19 luglio del 1992 lei dove prestava servizio?
TESTE TERESI V. -Alla Procura della Repubblica di Palermo, alla Direzione Distrettuale Antimafia.
P.M. Dott. GOZZO -Lei lavorava, in particolare, con Paolo Borsellino?
TESTE TERESI V. -Sì, lavoravo con Paolo Borsellino perché ero addetto in quel periodo all’ambito della DDA che si occupava della provincia di Agrigento e anche lui, tra le due deleghe, aveva quella della mafia della provincia di Agrigento.
P.M. Dott. GOZZO -Si ricorda l’ultima volta in cui ha visto il dottore Borsellino?
TESTE TERESI V. -Sì, ho visto Paolo Borsellino il sabato 18 luglio, perché io quella mattina ero in ufficio e sono stato nella sua stanza sino… sono andato nella sua stanza a metà mattinata, perché avevamo da discutere un’informativa, insomma, indagini che riguardavano, appunto, fatti di mafia dell’agrigentino; sono rimasto lì fino… fino all’una e trenta -l’una e venti circa, poi sono tornato nella mia stanza e curiosamente proprio quella mattina il dottor Borsellino, anziché uscire dalla sua stanza e percorrere la solita strada che lo portava verso l’uscita al piano e quindi alle scale o all’ascensore, ha fatto il giro largo, è passato dal corridoio dove insisteva la mia stanza e mi ha bussato poco prima… forse saranno state le… l’una e trentacinque -le due meno venti, io quindi ho aperto la porta e immaginavo avesse qualcosa di particolare da dirmi, invece mi disse solo che era passato a salutarmi, cosa che mi impressionò un po’, mi stupì in maniera molto positiva, perché non l’aveva mai fatto. Cercava anche i colleghi Ingroia e Principato, perché avrebbe voluto salutare anche loro, ma erano assenti. Ripeto, la cosa mi… mi stupì un po’, però ne presi atto, lo salutai, ci abbracciammo con… no ci abbracciammo, insomma, un saluto cordiale, molto siciliano, con i due baci tipici e poi andammo via entrambi, separatamente peraltro. E quella fu l’ultima volta che lo vidi.
P.M. Dott. GOZZO -Senta, lei ha mai avuto modo di parlare con il dottore Borsellino della collaborazione di Gaspare Mutolo?
TESTE TERESI V. -Sì. Beh, per la verità fu lui a parlarne con noi.
P.M. Dott. GOZZO – Sì.
TESTE TERESI V. -Io ora non ricordo, naturalmente, la data, però ricordo che ci fu un momento molto… di grande tensione, di forte impressione che il dottore Borsellino ci volle comunicare, reduce proprio da un interrogatorio di Gaspare Mutolo, in cui, così ci confidò il dottore Borsellino, Mutolo gli aveva parlato come persone infedeli, come traditori, come persone in qualche modo vicine all’organizzazione mafiosa Cosa Nostra sia del dottore Contrada, sia del dottore Signorino.
P.M. Dott. GOZZO -Può dire che ruolo rivestivano allora, se lo ricorda chiaramente, che ruolo rivestivano allora queste persone?
TESTE TERESI V. -Beh, il dottore Signorino era Sostituto Procuratore Generale presso la Procura Generale della Repubblica di Palermo ed era stato uno dei due Pubblici Ministeri nel primo maxiprocesso contro Cosa Nostra; il dottore Contrada all’epoca credo che fosse un alto grado dei Servizi, se ricordo bene.
P.M. Dott. GOZZO -Senta, il dottore Borsellino come arrivò ad occuparsi di Mutolo? Ci fu un’assegnazione formale? Questo lo ricorda?
TESTE TERESI V. -Beh, è una storia un po’ travagliata, perché fu oggetto di molte discussioni polemiche all’interno della DDA di Palermo, perché noi della DDA abbiamo saputo che la collaborazione del Mutolo seguì inizialmente un percorso travagliato; Mutolo avrebbe voluto parlare, se ricordo bene, sono frammenti, avrebbe voluto parlare, se ricordo bene, con il dottore Falcone, che credo che gli fece presente che non aveva più il ruolo per potersi occupare direttamente di interrogatori di collaboratori di giustizia e chiese di parlare espressamente con il dottore Borsellino. La cosa venne portata, non ricordo attraverso quali canali, ma immagino i canali ufficiali, all’attenzione del Procuratore della Repubblica dell’epoca, che era il dottore Giammanco, che invece, proprio con la scusa, secon… va beh, formale, comunque assumendo che il dottor Borsellino aveva una delega diversa da quella che riguardava i fatti di mafia di Palermo, non avrebbe avuto alcuna legittimazione ad interrogarlo e quindi assegnò questa gestione di collaborazione ad altri magistrati, credo al Procuratore Aggiunto Aliquò e come Sostituti ricordo forse Pignatone, Lo Forte, adesso i nomi degli altri cui fu assegnata la pratica non li ricordo, ma certamente all’inizio non fu assegnata al dottor Borsellino. Solo…
P.M. Dott. GOZZO – Prego.
TESTE TERESI V. -Solo in un secondo momento, invece, dietro le insistenze dello stesso Mutolo, che appariva determinato nella sua scelta dell’interlocutore affidabile, almeno così ci sembrò, di insistere a parlare con Borsellino e dopo molte insistenze, ripeto, polemiche all’interno dell’ufficio, dopo una presa di posizione forte di Paolo Borsellino, il Procuratore si decise a coassegnare.
P.M. Dott. GOZZO – Sì.
TESTE TERESI V. -Ricordo, ho la visione… ho la visione proprio della copertina del fascicolo, nella quale il
P.M. Dott. GOZZO -Un’altra cosa le volevo chiedere, sulla base di quella che è la sua esperienza proprio in quel periodo: lei che, diciamo così, faceva parte del gruppo che si occupava della mafia agrigentina, ebbe comunque, proprio in quel periodo, delle assegnazioni che riguardavano la mafia palermitana, invece?
TESTE TERESI V. -Diciamo che la… la divisione in settori
all’epoca non era così netta e non… come dire, e non riconosceva delle difficoltà a che i Sostituti addetti ai vari territori non si occupassero di altro.
…………….
P.M. Dott. GOZZO – Ricorda, in ultimo, se si occupava insieme al dottore Borsellino, per quanto riguarda proprio la provincia di Trapani, dell’omicidio Guazzelli, dell’omicidio del maresciallo Guazzelli?
TESTE TERESI V. – Provincia di Agrigento?
P.M. Dott. GOZZO – Sì, di…
TESTE TERESI V. – Certamente.
P.M. Dott. GOZZO – Che cosa ho detto, Palermo?
TESTE TERESI V. – Sì, sì, Trapani, Trapani.
P.M. Dott. GOZZO – Scusate, Agrigento.
TESTE TERESI V. -Sì, sì, sì, perché l’omicidio Guazzelli rientrava proprio nella mia competenza, diciamo, del settore agrigentino. Tra l’altro è un omicidio che colpì molto, perché mi pare che fosse dell’aprile, 4 aprile ’92, questa volta se la memoria non mi inganna, e addirittura ricordo che Paolo Borsellino andò sul luogo, come se avesse partecipato, ha partecipato materialmente al sopralluogo di quell’omicidio, perché il maresciallo Guazzelli era molto noto nell’ambiente per essere una memoria storica dei fatti di mafia di quel territorio; e fu un omicidio… sì, molto inquietante.
P.M. Dott. GOZZO -Senta, in quella occasione, quindi insieme al dottore Borsellino, avete avuto modo di parlare anche del generale Subranni e nella fattispecie anche di quello che poi diventò collaboratore, cioè Angelo Siino, di fatti avvenuti prima dell’uccisione di Guazzelli?
TESTE TERESI V. -Sì, perché, dunque, si ipotizzava, ora non ricordo sulla base di quali fonti, che Siino avesse… che Guazzelli avesse in Siino una sorta di informatore. In epoche successive si ipotizzò anche che questo rapporto tra il maresciallo e Siino in qualche… in qualche modo fosse andato al di là del lecito rispetto al normale rapporto tra un esponente delle Forze di Polizia e gli informatori; ma dico, in quel momento si sapeva questo e ricordo di un dettaglio narrato forse da Borsellino, di una visita a casa di Guazzelli di Siino e Cascio, Rosario Cascio, dal quale il Siino… dal quale incontro il Siino uscì stravolto. Però le ragioni per le quali uscì stravolto non me le ricordo.
P.M. Dott. GOZZO – Sì, semplicemente, visto che…
TESTE TERESI V. – Forse… aspetti, scusi se la interrompo.
P.M. Dott. GOZZO – Sì.
TESTE TERESI V. – Forse aveva a che fare con il famoso rapporto mafia – appalti del quale Guazzelli era, naturalmente… era, beh, naturalmente… naturalmente no, era a conoscenza e del quale avrebbe… dei cui contenuti forse avrebbe informato lo stesso Siino o comunque messo sull’avviso Siino di un suo prossimo arresto. Ecco, ricordo che fu tale la durezza delle espressioni usate da Guazzelli, che Paolo mi raccontò che forse Guazzelli, uscendo, ebbe un conato di vomito o comunque un malessere dovuto alla tensione particolare di queste… di questo incontro con Guazzelli.
P.M. Dott. GOZZO – Sì.
PRESIDENTE -Mi scusi, siccome non si è capito bene quest’ultimo punto: chi ebbe un conato di vomito?
TESTE TERESI V. – Siino.
P.M. Dott. GOZZO -Siino, sì. Proprio semplicemente a specificazione, siccome ha detto, ha mostrato un’incertezza sul discorso se l’aveva appreso o meno da Paolo Borsellino, nel verbale di cui ho detto, a pagina 4 lei dice: “Il maresciallo Guazzelli sarebbe stato il referente del ROS e in particola…” Ah, no: “Anzi, a questo proposito riferisco quanto appreso da Paolo Borsellino”, questo era…
TESTE TERESI V. – Eh.
P.M. Dott. GOZZO -“Il maresciallo Guazzelli sarebbe stato il referente del ROS e in particolare il generale Subranni della provincia di Agrigento”, e prosegue: “Per questa sua qualità il maresciallo Guazzelli sarebbe stato un giorno avvicinato da Siino Angelo e da Cascio Rosario, nei confronti dei quali il ROS stava sviluppando un’indagine, al fine di indurli ad attenuare la loro posizione nell’inchiesta. Il maresciallo Guazzelli non solo avrebbe rifiutato di interporre i suoi buoni uffici presso il ROS, ma addirittura avrebbe trattato in così malo modo il Siino e il Cascio, che il primo, uscito dalla casa di Guazzelli, si sarebbe sentito male”. Quindi è questo, diciamo.
TESTE TERESI V. – Sì, sì, assolutamente, assolutamente.
P.M. Dott. GOZZO -Assolutamente corrisponde a quello che diceva.
TESTE TERESI V. -Anche perché dietro questa vicenda del rapporto mafia -appalti c’è tutta una… una vicenda sinistra che riguarda una doppia refertazione, che coinvolse nelle polemiche giornalistiche anche il collega Falcone, quando venne accusato di tenere le prove nei cassetti, ma non so se è il luogo adatto questo per parlarne, dite Voi.
P.M. Dott. GOZZO -No, no, grazie, ma… Un’altra cosa le volevo chiedere, sempre secondo quello che ebbe modo di sapere da Paolo Borsellino, se ebbe modo di saperlo, chiaramente: lei sa se dopo questo primo tentativo di influire in qualche modo sul rapporto di mafia e appalti ve ne fu un altro da parte dell’associazione mafiosa, da parte del Siino?
TESTE TERESI V. – Scusi, non ho capito la domanda.
P.M. Dott. GOZZO -Se vi fu un altro tentativo di influire in qualche modo sulla gestione o comunque sullo stesso rapporto mafia – appalti.
TESTE TERESI V. -Mah, influire… influire sul rapporto credo di no, nel senso che il rapporto era già deposita… era già stato redatto. Il problema era… scusi, non vuole essere una precisazione pedante, ma è per ricostruire i miei pensieri. Il problema era tentare di influire sulle conseguenze di quella informativa, di quel rapporto.
P.M. Dott. GOZZO – Confermo.
TESTE TERESI V. -E sostanzialmente… io non so a che cosa si riferisce lei quando mi chiede se ci fu un’altra occasione in cui Cosa Nostra tentò di influire.
P.M. Dott. GOZZO -Se vi fu un intervento sul giudiziario, per così dire. Che riguardava proprio la Procura di Palermo, ecco.
TESTE TERESI V. -Ci furono… certo, ci furono polemiche laceranti che coinvolsero alcuni colleghi della Procura di Palermo, accusati di averlo fatto uscire, di averlo… di averlo veicolato illegittimamente. Ricordo tra questi, credo, il dottore Lo Forte, il dottore… forse anche Pignatone, adesso davvero non ricordo esattamente chi, che furono accusati da… dai vertici del ROS di avere in qualche modo portato fuori questorapporto. Ma davvero, tutta questa vicenda è fortemente condizionata da ciò che noi conoscevamo, noi intendo magistrati della Procura, conoscevamo ufficialmente del contenuto di quel rapporto rispetto al reale contenuto, perché, e qua per completezza credo di dovere precisare, una copia dell’informativa mafia -appalti, direi la copia completa, venne depositata nelle mani del Procuratore Giammanco personalmente, che fece le annotazioni di consegna e di presa in carico e, per quanto se ne sapeva in Procura, la mise nel suo armadio personale. All’interno… poi apprendemmo che all’interno di quella versione del rapporto mafia appalti vi erano tutta la… vi era compendiata l’attività di intercettazioni che riguardavano imprenditori, la vicenda De Eccher, la vicenda Li Pera, etc., etc., e in particolare un capitolo molto corposo che riguardava intercettazioni che coinvolgevano molti uomini politici, molti personaggi politici, ricordo Mannino, ricordo il Presidente della Regione dell’epoca e altri; mentre, invece, la versione che venne depositata al Giudice Falcone non conteneva o non conteneva compiutamente quei riferimenti ai personaggi politici. Per cui la versione nelle mani di Falcone era una versione tutto sommato di una informativa di Polizia Giudiziaria priva di un… della capacità immediata di far scaturire dei provvedimenti giudiziari come ordinanze di custodia cautelare, che pure invece venivano fortemente richiesti dai vertici del ROS. E Giovanni non capiva perché c’era questa forte tensione attorno a un rapporto che nella versione che lui aveva era quasi inconsistente. Ci furono in parallelo due cose: l’una, una sorta di collaborazione pilotata a Catania, che fu gestita dal collega Felice Lima, da parte dell’addetto alla Rizzani De Eccher in Sicilia, che era questo geometra Li Pera.
P.M. Dott. GOZZO – Li Pera.
TESTE TERESI V. -Che appariva, per chi già all’epoca era esperto di collaboratori di giustizia, appariva contraddittorio, comunque aveva una veste di credibilità limitata, ma temo che, per carità, senza nessuna colpa personale, il collega Lima, invece, non avesse questo know how per valutare immediatamente la rilevanza di questi fatti e quindi la credibilità intrinseca del collaboratore. E però non si capisce perché il ROS presso di lui insistettero pressantemente per questa… per gestire la collaborazione. Credo che poco dopo o contestualmente vi fu una curiosa fuga di notizie che dava conto del fatto che… o vi fu l’uscita… l’uscita del Sindaco Orlando che accusava Falcone di tenere le prove nel cassetto, proprio in riferimento alle notizie dei politici che erano contenute nel rapporto mafia appalti, ma non nella versione nota a Falcone, solo contenuta nella versione conservata dal Procuratore Giammanco. Questo il… il corto circuito.
P.M. Dott. GOZZO -Ecco, mi collego a quest’ultima… cioè proprio al riferimento al Procuratore Giammanco, per vedere se… Ecco, ricorda se il dottore Borsellino le ebbe a dire di un intervento che riguardava proprio Giammanco? Di cui lui era a conoscenza.
TESTE TERESI V. – Di un intervento suo?
TESTE TERESI V. – Di Borsellino? su Guazzelli, di cui parlavamo poco fa.
TESTE TERESI V. -E non so se… un intervento su Giammanco inerente il contenuto del rapporto, naturalmente, da…?
P.M. Dott. GOZZO -Inerente, sì, questi fatti di cui stiamo parlando.
TESTE TERESI V. -Credo che sia questo il riferimento al… al generale Subranni, ma non ne sono certissimo oggi, non ricordo.
P.M. Dott. GOZZO -E allora io le leggo le dichiarazioni sue, così lei mi dice se si riferisce a questo: “Secondo quanto mi disse Paolo Borsellino -sempre a pagina 4 del verbale -andato a vuoto questo primo tentativo, il Siino si sarebbe rivolto all’onorevole Lima affinché questi intervenisse sul Procuratore Giammanco tramite l’onorevole D’Acquisto al medesimo fine”.
TESTE TERESI V. – Sì, sì, assolutamente sì, è vero.
P.M. Dott. GOZZO – E’ vero.
TESTE TERESI V. -Sì, sì, sì. Sì, anche perché poi venne fuori anche… beh, venne fuori, era noto il rapporto di grande amicizia fraterna che univa Giammanco con D’Acquisto, anche il villino accanto lì a Punta Raisi. E noi solo dopo il marzo del ’92 prendemmo atto anche di un fatto diverso, che era una non estraneità, per così dire, per usare un eufemismo, di Giammanco con Lima, perché io ricordo lucidamente che quando arrivò in Procura la notizia dell’omicidio Lima, ovviamente gettando sgomento, perché era una notizia destabilizzante sotto certi aspetti, qualcuno dovette frenare le intemperie del Procuratore, che voleva o l’indomani, o il giorno dopo, o due giorni dopo, voleva andare al funerale, voleva partecipare al funerale di Lima e qualcuno gli disse che forse non era opportuno che il Procuratore della Repubblica andasse al funerale di Lima.
P.M. Dott. GOZZO -Senta, un’ultima cosa su questo verbale, poi dobbiamo parlare di un’altra vicenda, anche questa annosa, purtroppo. L’ultima domanda che le volevo fare su questo verbale è se aveva avuto modo di sapere qual era il pensiero di Falcone, cosa pensavano, appunto, Falcone e Borsellino, in termini professionali intendo dire, non in altri termini, relativamente alla rilevanza di questi fatti che ho appena detto sull’omicidio Guazzelli e sull’omicidio Lima, se potessero avere una qualche influenza.
TESTE TERESI V. -Dunque, sull’omicidio Guazzelli io non ricordo di averne parlato in termini diretti, perché l’omicidio Guazzelli in qualche modo spaccò gli ambienti investigativi agrigentini, che non sapevano se prestare credito alla tesi della matrice stiddara dell’omicidio o, invece, della matrice mafiosa, intendendo anche mafiosa, quindi con mandanti di natura di mafia politica, per intenderci. Però di una discussione relativa all’influenza diretta delle vicende del rapporto sull’omicidio Guazzelli e Lima nel momento… ecco, in vita Falcone e Borsellino non ho ricordo di averne parlato con loro; poi, per fatti professionali diversi, so l’evoluzione dei fatti e l’evoluzione delle vicende, ma in quel momento… adesso non ho ricordo, invece, di una discussione con loro di questo.
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P.M. Dott. GOZZO -Io una domanda a chiusura di questo verbale, che è un verbale che parla essenzialmente, diciamo così, delle indagini in generale su via D’Amelio, gliela volevo fare, e cioè se a seguito anche di tutte le novità, diciamo, processuali che ci sono state relativamente nella dissociazione, trattativa, etc., etc., lei aveva avuto modo di focalizzare eventuali ricordi su cose che le aveva detto Borsellino relativamente a questi fatti. No, non ci sono precedenti dichiarazioni, è una domanda che le sto facendo…
TESTE TERESI V. – No, no, non ho capito…
P.M. Dott. GOZZO – …a tradimento.
TESTE TERESI V. – Non ho capito la domanda, davvero.
P.M. Dott. GOZZO – Se sulla…
TESTE TERESI V. – Alla luce delle mie conoscenze…
P.M. Dott. GOZZO -Alla luce delle conoscenze professionali di oggi però aveva avuto dei ricordi, le avevano stimolato
TESTE TERESI V. – Ah, va beh, anche secondari…
P.M. Dott. GOZZO – Apparentemente secondari, ecco.
TESTE TERESI V. -La vastità della domanda non mi consente un ricordo…
P.M. Dott. GOZZO – Eh, è abbastanza vasta, mi rendo conto.
TESTE TERESI V. -Ho una… come dire, un indirizzo preciso della risposta.
P.M. Dott. GOZZO – Le faccio una domanda specifica.
TESTE TERESI V. – Eh, forse è meglio.
P.M. Dott. GOZZO -Ecco, se ebbe mai modo di parlare con lei del fatto che si sentiva tradito.
TESTE TERESI V. – Chi, Borsellino?
P.M. Dott. GOZZO -Fatto che è stato riferito da altri testimoni, diciamo, in questo processo, anzi nella fase pre-dibattimentale, e volevo sapere se anche lei aveva avuto questo genere di confidenze.
TESTE TERESI V. – No, no, direttamente da lui no.
P.M. Dott. GOZZO -E allora volevo passare, invece, ad un altro tema. Il giorno proprio del 19 luglio del ’92 lei poi si recò, avuta notizia, e le chiedo anche come ha avuto notizia, eventualmente se lo ricorda, si recò sul luogo del delitto?
TESTE TERESI V. -Sì. Sì, io mi trovavo a Terrasini, in villeggiatura… in villeggiatura, beh, era domenica, al Prato degli Ulivi, che è un complesso residenziale che si trova dopo l’abitato di Terrasini, nella casa dei miei suoceri, e lì qualcuno mi avvisò che in televisione era passata la notizia, la strisciata della… o un’edizione straordinaria, adesso non ricordo, della… dell’avvenuta strage. Quindi, sì, era la domenica pomeriggio, immagino poco dopo, non so quanto tempo dopo la televisione diede la notizia. Io già all’epoca avevo un servizio di tutela, non ancora di scorta, e avrei voluto andare subito a Palermo, ma ero molto prostrato, ero molto… sì, ero molto giù, molto addolorato, e quindi mia moglie mi chiese, mi… quasi mi impedì di guidare da solo fino a Palermo e quindi chiamai la mia tutela, che doveva venire da Palermo con l’auto protetta. E quando arrivò, lui… sì, quando arrivò, noi andammo a Palermo. La tutela era… non ricordo… no, non c’era l’autista, chiamai solo lui, perché non ebbi modo di incrociare anche… di avvisare l’autista giudiziario. Io avevo anche l’autorizzazione all’autoguida, quindi questa cosa capitava spesso e allora guidavo io l’autovettura blindata e lui, il carabiniere, faceva la tutela. In quella occasione il carabiniere credo che fosse Vito Pagliarulo, perché lui fu uno dei miei… sì, credo che fosse lui, che poi, dopo qualche anno, fu trasferito proprio qui a Caltanissetta, sempre all’ufficio scorta dei Carabinieri e qualche anno addietro è morto per una malattia improvvisa. Arrivammo a Palermo due ore dopo, adesso non… un’ora e mezzo -due ore dopo. I tempi sono questi, ecco, rispetto alla…
P.M. Dott. GOZZO – Quindi non nell’immediatezza.
TESTE TERESI V. – Assolutamente no.
P.M. Dott. GOZZO – Su questo è sicuro.
TESTE TERESI V. – No, no, no.
P.M. Dott. GOZZO -Ricorda di avere incontrato là dei colleghi
della Procura di Palermo?
TESTE TERESI V. -Sì, ricordo certamente Antonio Ingroia,
ricordo Gioacchino Scaduto, forse anche lei, potrei
sbagliarmi, ma…
P.M. Dott. GOZZO – No, non si sbaglia.
TESTE TERESI V. -Antonella Consiglio, altri, ma ora tutti non me li ricordo. Andai a guardare il tizzone, il tizzone del corpo di Paolo, perché volevo avere una conferma visiva della notizia.
P.M. Dott. GOZZO -Senta, ricorda se vi era anche l’onorevole, l’allora diventato onorevole Ayala, ex collega anche?
TESTE TERESI V. – No, non me lo ricordo.
P.M. Dott. GOZZO -Ricorda se in quelle circostanze ebbe modo di incontrare il capitano Arcàngioli o Arcangìoli, che dir si voglia?
TESTE TERESI V. – No.
P.M. Dott. GOZZO -Quindi no, non lo ricorda o no, non l’ha incontrato?
TESTE TERESI V. -Credo di non averlo incontrato. No, non l’ho incontrato.
P.M. Dott. GOZZO -E neanche di avere parlato con lo stesso Arcangioli?
TESTE TERESI V. – No, no, non c’ho parlato sicuramente.
P.M. Dott. GOZZO -Ma lei lo conosce il colonnello Arcangioli, il tenente, adesso tenente Arcangioli?
TESTE TERESI V. – Allora tenente o capitano, sì.
P.M. Dott. GOZZO – Allora era capitano, sì.
TESTE TERESI V. – Sì.
P.M. Dott. GOZZO -Aveva avuto modo di fare delle indagini con lui?
TESTE TERESI V. -Sì, sì, sì, avevamo… lui aveva… sì, lo avevamo coinvolto in alcune indagini su fatti di mafia palermitani, come no.
P.M. Dott. GOZZO – Lei era a conoscenza dell’esistenza della cosiddetta agenda rossa di Paolo Borsellino?
TESTE TERESI V. – Io non… non ho il ricordo visivo di questa agenda sul tavolo di Paolo; sapevo che lui aveva un qualcosa dove annotava le sue… le sue considerazioni personali, anche i dati salienti della sua vita di relazione, per così dire, ma che sapevo anche che questa sorta di abitudine era diventata più accentuata dopo la strage di… di Capaci. Però non ricordo di avere… non ho il ricordo visivo dell’agenda rossa.
P.M. Dott. GOZZO -Quando lei si recò il 19 luglio sui luoghi, ebbe modo di vedere anche la macchina del dottore Borsellino, la macchina dove era stato…?
TESTE TERESI V. -No, non ci feci attenzione, perché erano… non la individuai come la macchina di Borsellino, era una…
P.M. Dott. GOZZO -Non ha cercato la borsa del dottore Borsellino?
TESTE TERESI V. -No, no, no, non mi sono neanche avvicinato a…
P.M. Dott. GOZZO -Né, chiaramente, l’ha aperta, se non l’ha cercata.
TESTE TERESI V. -No, no, no. No, non mi sono neanche avvicinato alle macchine, anche perché credo che in quel momento fossero… No, non mi sono avvicinato, non lo so. Io sono andato direttamente verso quella che era stata lì la portineria, perché il corpo del dottore Borsellino era… era dentro l’atrio, diciamo così, era volato all’interno, e poi mi sono allontanato. No, non mi sono avvicinato alle macchine.
P.M. Dott. GOZZO -Lei ricevette in quella occasione, essendo andato là sui luoghi, qualcosa da portare in ufficio per repertarlo, per poterlo…?
TESTE TERESI V. – No, assolutamente no.
P.M. Dott. GOZZO – Assolutamente.
TESTE TERESI V. -Perché non ero… non ero di turno, non ero… non ero lì nella mia veste ufficiale, diciamo così, non avevo nessun titolo. Ma anche quando… no, comunque assolutamente no.
P.M. Dott. GOZZO -C’era il dottore Pilato di turno? Lo ricorda?
TESTE TERESI V. – Forse, non me lo ricordo chi era di turno.
P.M. Dott. GOZZO -Lei ha mai parlato… cioè, diciamo, dell’agenda abbiamo detto lei non ricorda, non ricorda neanche di averla vista, diciamo, sul tavolo. Ma ricorda di avere parlato con qualcuno, magari con lo stesso Arcangioli, della tendenza, diciamo così, del dottore Borsellino di prendere questi appunti, specie nell’ultimo periodo?
TESTE TERESI V. – Con Arcangioli mai.
P.M. Dott. GOZZO – Con Arcangioli mai, va bene.
TESTE TERESI V. -No, no, con Arcangioli non avevo nessun tipo di rapporto che fosse minimamente più confidenziale di un… di un rapporto di coordinamento del Sostituto Procuratore con un capitano dei Carabinieri, quindi molto formale, ma molto… distaccato, direi.
P.M. Dott. GOZZO -Io ho terminato. Deve fare una domanda il collega.
P.M. Dott. PACI
P.M. Dott. PACI – Dottore Teresi, senta, le volevo chiedere questo: se il dottor Borsellino, dopo la morte del dottore Falcone, ha mai tenuto particolarmente in considerazione quel famoso rapporto del ROS, per quanto lei ne sappia.
TESTE TERESI V. – Mah, lui non… non escludeva l’ipotesi… non escludeva l’ipotesi che la vicenda mafia appalti… Vede, è diverso, l’informativa del ROS è una cosa, la vicenda mafia -appalti, che secondo me non stava tutta là dentro, è un’altra cosa. Che la vicenda mafia -appalti, che… alla quale Giovanni annetteva grande importanza; ripeto, però la vicenda mafia appalti così come lui l’aveva in qualche modo investigativamente costruita e che avrebbe voluto… avrebbe voluto arricchire dal punto di vista degli accertamenti investigativi. Sì, quella vicenda poteva annettere una certa importanza tra le cause, le concause, le motivazioni della morte di Falcone, ma non era nulla di esclusivo, per così dire, ma eventualmente, appunto, una concausa.
P.M. Dott. PACI -Quindi, voglio dire, era un’idea che però non riposava sul rapporto dei Carabinieri.
TESTE TERESI V. – Secondo me no.
P.M. Dott. PACI – Era più generale, diciamo.
TESTE TERESI V. – Sì, esatto, sì.