Un anno, il giorno prima dell’anniversario del 19 luglio, avevo deciso di andare a Villagrazia, lontano da tutte e da tutti. Esco in giardino e sento una terribile puzza. Non capisco cosa sia. Vado verso il cancello e mi accorgo che fra le sbarre c’è una testa di animale che penzola. Allora chiamo subito i carabinieri. Mi sento accerchiata, ancora una volta. Controllata da qualcuno di cui non conosco il nome e il volto. Ma decido che nessuno, tranne le forze dell’ordine e la magistratura, debba sapere di quella testa mozzata. Perché non voglio dare soddisfazione a chi mi vuole spaventare. E soprattutto, voglio fare capire che non ho paura.
Me lo hai insegnato tu.
Lo faccio d’istinto, anche se la paura è tornata a essere tanta. Perché non so chi ti ha ucciso. So invece che hanno cercato di cancellare tutto di te: le tue ultime intuizioni, i tuoi appunti, le tue scoperte, il tuo sorriso, le tue parole, la tua indignazione, la tua rabbia.
da ” TI RACCONTERÒ TUTTE LE STORIE CHE POTRÒ” con Salvo Palazzolo