L’AVVOCATO NIPOTE del BOSS rinuncia al mandato

Chi è la nipote, l’avvocatessa di fiducia del boss

 

Lorenza Guttadauro è la figlia di Rosalia Messina Denaro, la sorella del boss arrestata il 3 marzo scorso

Lorenza Guttadauro, figlia di Filippo Guttadauro e di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss è l’avvocato di fiducia che il boss ha scelto per difendersi.

Il nonno di Lorenza Guttadauro, Giuseppe, e’ indicato come lo storico boss di Brancaccio.

Dopo avere svolto il praticantato nello studio di un penalista fino al 2011, l’avvocato Guttadauro  ha avviato un’autonoma attivita’ professionale.

Lorenza Guttadauro ha gia’ svolto assistenza legale per altri familiari: la zia Anna Patrizia (l’altra sorella del boss di Castelvetrano), il fratello Francesco e il marito Girolamo Bellomo, detto Luca. Indicato come uomo d’affari, Bellomo era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Eden 2 con l’accusa di avere curato gli interessi del boss. A Bellomo, condannato in appello a 10 anni, e’ stato attribuito il ruolo di un “rappresentante” degli “affari” di Messina Denaro nel tessuto economico del Trapanese. Il padre di Lorenza Guttadauro, Filippo, fu a sua volta arrestato nel marzo del 1994 e condannato per associazione mafiosa a 14 anni. ANSA


Caltanissetta, la nipote di Messina Denaro rimette il mandato e rinuncia a difenderlo nel processo per le stragi Falcone e Borsellino

Lorenza Guttadauro, l’avvocatessa nipote del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro ha rinunciato a difendere lo zio, in carcere dallo scorso 16 gennaio, nel processo che lo vede imputato come mandante delle stragi Falcone e Borsellino. Lo scrive il quotidiano La Repubblica. Guttadauro avrebbe dovuto tenere la sua arringa in difesa di Messina Denaro domani mattina nell’aula della corte d’assise d’appello di Caltanissetta, ma non lo farà – riferisce il quotidiano romano – in quanto ha rinunciato al mandato affidatole. A quanto è dato sapere, la legale continua per il momento a difendere lo zionell’altro processo che lo vede imputato a Palermo. La scorsa settimana la madre di Lorenza Guttadaura, la sorella del boss Rosalia, era stata arrestata dai Ros dei carabinieri con l’accusa di associazione mafiosa.


 Messina Denaro, i medici del carcere smentiscono la nipote-avvocata: come sta davvero il boss mafioso

Poche ore fa era stata la nipote-avvocata di Matteo Messina Denaro a gettare ombre sulle cure che il boss di Cosa Nostra starebbe ricevendo in carcere. A rispondere ai dubbi ora sono gli stessi medici incaricati di occuparsi dell’ex latitante: «Le condizioni generali del paziente sono buone», hanno detto dal carcere di massima sicurezza de L’Aquila, dove Messina Denaro si trova al 41bis. «Quanto riportato dalla legale non corrisponde al quadro clinico», continuano le fonti sanitarie, respingendo le perplessità dell’avvocato. «Non credo che la cella possa essere paragonata a un ambulatorio medico», aveva detto Lorenza Guttadauro, mettendo anche in dubbio tra le righe l’idoneità del boss nel rimanere al 41bis. Affetto da un tumore al colon, Messina Denaro è stato sottoposto a sedute di chemioterapia fin dai primi giorni di carcere in un ambulatorio realizzato ad hoc ricavato di fronte la cella. Lorenza Guttadauro ha incontrato lo zio lo scorso 13 febbraio in occasione dell’interrogatorio davanti al procuratore di Palermo Lorenzo De Lucia e all’aggiunto Paolo Guido, raccontando di condizioni di salute molto gravi. Ma i medici ora smentiscono quanto riportato dalla legale. «Il quadro clinico non è quello descritto e il paziente viene seguito con puntualità. Sta facendo terapie neoplastiche ambulatoriali che sono compatibili con la sua malattia», spiegano. «Se fosse servito il ricovero, avrebbe fatto cure in ospedale». La seconda chemio per Messina Denaro è stata effettuata lo scorso 6 febbraio dallo staff di oncologi guidato dal primario dell’ospedale San Salvatore de L’Aquila, Luciano Mutti, senza particolari problemi legati a effetti collaterali.  15 Febbraio 2023 OPEN


15.3.2023 Avv. Guttadauro: Messina Denaro è in condizioni gravi “Non credo che la cella possa essere paragonata ad un ambulatorio medico, non so se lo stanno curando bene”, sostiene l’avvocatessa nonchè nipote del capomafia

“Le sue condizioni sono molto gravi. Non credo che la cella possa essere paragonata ad un ambulatorio medico. Non so se lo stanno curando bene”. Parla per la prima volta con RaiNews24 l’avvocatessa Lorenza Guttadauro, legale di fiducia oltre che nipote di Matteo Messina Denaro, a proposito del primo interrogatorio avvenuto nel carcere de L’Aquila due giorni fa, il 13 febbraio, tra il capo mafioso da lei assistito e il procuratore Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido che avevano trovato il detenuto “lucido, sereno e con tutte le cure necessarie”, conclude l’intervista di Valeria Ferrante.    

4.2.2023 Matteo Messina Denaro: perché la nomina della nipote avvocato “è un problema molto serio”

L’ex pm Massimo Russo, già sostituto procuratore quando Borsellino era a capo della Procura di Marsala, a Fanpage.it dopo la cattura di Matteo Messina Denaro parla di una falla nell’ordinamento giuridico.

Sono tante le persone che il 16 gennaio scorso hanno gioito per la cattura di Matteo Messina Denaro essendo stata considerata una vittoria ma allo stesso modo, con un giusto realismo, stanno affrontando la questione ponendo anche alcune importanti riflessioni all’attenzione non solo dei cittadini ma anche degli addetti ai lavori.

Tra questi vi è l’ex pm Massimo Russo, già sostituto procuratore quando Borsellino era a capo della Procura di Marsala. “In merito alla cattura si chiude un ciclo storico della lotta alla mafia stragista. Lo Stato lo ha trovato dove era razionale che fosse, un capo sta nel proprio territorio e Campobello era certamente il territorio della famiglia mafiosa di Castelvetrano che lui insieme a suo padre ha governato da decenni”, queste le prime parole di Russo ai microfoni di Fanpage.it.
“Una grande vittoria dello Stato contro Cosa nostra ma il mio augurio è che possa essere una vittoria anche contro quelle parti deviate dello Stato che hanno avuto relazioni con la mafia”, ha aggiunto subito dopo Russo.

In questi giorni il magistrato Russo ha posto al centro dell’attenzione un problema a cui molti hanno pensato: può una parente come Lorenza Guttadauro, nipote del boss, tra l’altro con il marito e parte della famiglia condannati per mafia, difenderlo in tribunale e ovviare così alle restrizioni del 41bis? Si tratta di una vicenda assolutamente peculiare che probabilmente non è stata neanche prevista dal legislatore il quale ha predisposto la disciplina del “carcere duro” che è finalizzato ad impedire che detenuti per reati gravi possano mantenere collegamenti con l’esterno proprio come accaduto in episodi passati quando i mafiosi dal carcere continuavano a dettare ordini. “Così l’ordinamento giuridico evita il collegamento con l’esterno consentendo i colloqui solo ai familiari fino al quarto grado attraverso un vetro divisorio e registrando tutto ciò che avviene. Se si presenta un normale nipote subisce tutte queste restrizioni – afferma Russo – ma se si presenta con la toga ovvero esercitando la sacrosanta funzione difensiva le restrizioni non ci sono eludendo le precauzioni atte ad evitare il collegamento con l’esterno. È un problema molto serio nell’ordinamento italiano perché bisogna trovare un equilibrio tra l’esigenza di tutelare la collettività e dall’altro consentire l’esercizio della funzione difensiva”. In questi giorni il 41bis è sui tavoli di tutte le più importanti istituzioni e al centro dell’opinione pubblica visto che si pensa possa essere stato, in passato ma anche adesso nel presente, argomento della trattativa Stato-mafia. Anche su questo Massimo Russo è molto deciso: “Io non sono mai stato un magistrato ‘trattativista’, mi limito a registrare i fatti e quest’ultimi dimostrano che il 41bis è sempre stato a cuore dei mafiosi sin dall’arresto di Riina. Mentre io facevo il processo contro le cosche del trapanese, Leoluca Bagarella lanciò quel famoso appello contestando ai politici che avevano trattato i detenuti come merce di scambio. La mia preoccupazione è che Cospito costituisca il ‘cavallo di Troia’ per mettere mano nuovamente al 41bis questa volta a favore dei mafiosi. È fondamentale affinché non si presentino più episodi che tutti vorremmo dimenticare”. Per Russo Messina Denaro “non ha ancora provveduto a nominare un successore, magari lo nominerà dal carcere. Secondo me ci sono dei papabili”. Questi ultimi però non sono stati dichiarati ai microfoni di Fanpage.it. “Per me ed altri colleghi Messina Denaro non è mai stato il successore di Riina ma sicuramente è stato il capo indiscusso di Trapani. Una cosa tengo a dire, il problema serio da affrontare è che ancora, la latitanza ce lo dimostra, c’è una parte sociale e culturale che favorisce la mafia e non le istituzioni. Su quella bisogna lavorare perché i boss lo Stato alla fine li ha sempre catturati”.


Lorenza Guttadauro: la nipote di Messina Denaro che difende tutti i parenti (e supera le regole 41 bis)

Il nome di Lorenza

Il nome di Lorenza torna periodicamente nelle vicende che interessano Messina Denaro. Così si chiamava la signora Santangelo, madre del Padrino e moglie di Don Ciccio (Francesco), capomandamento di Cosa Nostra in tutta Trapani. Così si chiama l’avvocata. E così si chiama anche Lorenza Alagna, figlia del boss che però non ha mai visto il padre. E si è dissociata da lui dicendo di non volerci avere nulla a che fare. In uno degli appunti trovati nei covi del boss lui stesso si chiede: «Perché Lorenza non vuole vedermi? Perché è arrabbiata con me?». Suo nonno Giuseppe invece veniva spesso chiamato in causa come boss principe a Brancaccio. L’avvocata Guttadauro ha 44 anni e uno studio a Palermo a due passi da piazza Tosti. E il fatto che a breve si presenterà nel carcere Le Costarelle de L’Aquila per parlare con lo zio gli investigatori dell’antimafia lo vedono come il fumo negli occhi.

Le paure degli investigatori

A parlare con il quotidiano oggi è un ex sostituto della Dda di Palermo. Si chiama Massimo Russo. E dice: «Temiamo la beffa e lo scacco matto del padrino appena arrestato».
Russo sostiene che la nomina è «una mossa che spiazza lo Stato. E che rivela un vuoto normativo». Il riferimento è proprio al carcere duro: «Maglie che si allargano, costringendo a doverci fidare della deontologia professionale dell’avvocata Guttadauro. Ma se il 41 bis nasce per escludere rapporti con il mondo esterno al carcere e, soprattutto, possibili intese sotterranee con i parenti anche durante i colloqui, dovremmo pure porci la questione di un parente-avvocato. Cosa che non ha mai fatto nessuno. Matteo Messina Denaro ha trovato il “vuoto” della norma. E lo colma. Spiazzando l’avversario, lo Stato, a rischio scacco matto». OPEN

 


Gli altri parenti difesi da Lorenza Guttadauro

Lorenza Guttadauro ha già svolto assistenza legale per altri familiari: la zia Anna Patrizia (l’altra sorella del boss di Castelvetrano), il fratello Francesco e il marito Girolamo Bellomo, detto Luca. Indicato come uomo d’affari, Bellomo era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Eden 2 con l’accusa di avere curato gli interessi del boss. A Bellomo, condannato in appello a 10 anni, è stato attribuito il ruolo di un “rappresentante” degli “affari” di Messina Denaro nel tessuto economico del Trapanese.Il padre di Lorenza Guttadauro, Filippo, fu a sua volta arrestato nel marzo del 1994 e condannato per associazione mafiosa a 14 anni. SKYTG24


 

Chi è Lorenza Guttadauro, la nipote di Messina Denaro nominata avvocato del boss

Lorenza Guttadauro è figlia della sorella del capo di Cosa Nostra: “Sono sorpresa, non me l’aspettavo” ha detto a proposito della nomina. Tra due giorni il primo processo con Messina Denaro imputato: un’udienza per le stragi mafiose di Capaci e Via D’Amelio.

Poche ore dopo l’arresto di Mattia Messina Denaro, la Procura di Palermo ha chiesto l’applicazione del regime di carcere duro per il capomafia di Castelvetrano. L’istanza è stata inviata al ministero della Giustizia. A difendere il boss sarà ora una sua nipote, Lorenza Guttadauro, nipote anche del capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro.
“Sono rimasta sorpresa anche io dalla nomina ricevuta da Matteo Messina Denaro, le dico la verità, non me l’aspettavo. Sono sincera”. Ha detto la Guttadauro all’Adnkronos. Va comunque detto che la nomina non è stata ancora ufficializzata, ma preannunciata alla professionista.

Chi è Lorenza Guttadauro, legale di Messina Denaro

Lorenza Guttadauro è la figlia di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro, sorella del boss di Castelvetrano. Suo marito è Girolamo Bellomo, detto “Luca”, anche lui arrestato nell’operazione Eden 2 e condannato a 10 anni in Appello. Da Palermo, secondo le accuse gestiva direttamente il traffico di droga, imponeva le ditte edili e pianificava le estorsioni per controllare il territorio. Suo nonno paterno è lo storico boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro.
Il padre Filippo fu invece arrestato nel marzo del 1994 e condannato per associazione mafiosa. Poi fu arrestato di nuovo nel luglio del 2006 e condannato in Appello a 14 anni: l’aggravante di essere il capo della cosca di Castelvetrano era caduta e i 18 anni del primo grado non vennero riconfermati. La professionista ha anche difeso la zia Anna Patrizia, sorella di Messina Denaro, e il fratello Francesco, arrestati con l’accusa di essere il braccio operativo del capomafia.

Primo processo con il boss il 19 gennaio

Matteo Messina Denaro da latitante non ha avuto legali di fiducia, ma è stato assistito da difensori d’ufficio. Non è stata ancora fissata la data dell’interrogatorio di garanzia, ma il primo ‘impegno’ processuale per il boss di Castelvetrano è previsto comunque tra due giorni: il 19 gennaio infatti si terrà, nell’aula bunker di Caltanissetta, un’udienza in cui è imputato per le stragi mafiose del ’92, di Capaci e Via D’Amelio.
“Non so ancora se lo rappresenterò anche in quel processo”, dice l’avvocato Guttadauro. Se la penalista dovesse ricevere l’incarico anche per quel procedimento, l’udienza potrebbe essere rinviata in caso di un’eventuale richiesta di concessione di termini a difesa.

 


Lorenza Guttadauro, chi è l’avvocata nipote di Messina Denaro a cui il boss ha affidato la difesa: «Non mi aspettavo la nomina»- Corriere.it

Giura che la notizia l’ha colta di sorpresa Lorenza Guttadauro, Enza per amici e colleghi, quarantenne, madre di tre figli: «Non ho ancora ricevuto la nomina ufficiale, in attesa delle notifiche. Mio zio ha sempre avuto legali d’ufficio, non mi aspettavo di essere nominata». Prima tappa l’interrogatorio di garanzia. «Ma la data non è ancora stata fissata». Poi la prima udienza in cui teoricamente il boss potrebbe apparire alla sbarra, giovedì a Caltanissetta, per l’ennesima udienza del quinto processo su Capaci e via D’Amelio. Sorpresi anche due giovani avvocati recentemente nominati d’ufficio per la primula adesso in cella, Giovanni Pace e Salvatore Baglio. Sono i primi a volere capire se giovedì accanto a loro si presenterà la nuova collega.  La parente-avvocata nominata dal boss arrestato in clinica ha peraltro un altro imputato da assistere nel nucleo familiare, il marito Girolamo Bellomo, arrestato nell’operazione Eden 2 e condannato a 10 anni in appello. Ci sono anche altri parenti arresti per favoreggiamento. Mazzate assestate dalla procura quando si temeva che la latitanza del super boss fosse destinata a proseguire a lungo, forte di deviate coperture negli apparati e di complicità all’interno di «una certa borghesia mafiosa», stando alla definizione dei magistrati. Saranno loro a ricevere per le prime istanze l’avvocata Lorenza, una carriera cominciata, per la pratica legale, nello studio di una avvocata molto nota a Palermo, Rosalba Di Gregorio, difensore di alcuni presunti boss triturati nel depistaggio seguito alla strage di via D’Amelio, in parte condannati e poi assolti con la revisione del processo.


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