In che modo l’UE combatte la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità
La criminalità organizzata rappresenta una grave minaccia per i cittadini, le imprese e le istituzioni europee e per l’economia. Nel 2019 i proventi da attività illecite nei principali mercati criminali ammontavano all’1% del PIL dell’UE, ossia a 139 miliardi di EUR.
I gruppi criminali sono presenti in tutti i paesi dell’UE e spesso operano a livello transfrontaliero. Il 70% dei gruppi criminali è infatti attivo in più di tre Stati membri.
Le principali attività criminali in Europa sono il traffico di stupefacenti, la cibercriminalità, la frode in materia di accise, il traffico di migranti e la tratta di esseri umani.
Nel maggio 2021 l’UE ha adottato le sue priorità in materia di lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità per i quattro anni successivi. Le priorità saranno attuate tra il 2022 e il 2025 nell’ambito della “piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità” (EMPACT).
Nel febbraio 2021 i paesi dell’UE hanno deciso di rendere l’EMPACT uno strumento permanente nella lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità. Stati membri, agenzie e altri partner dell’UE collaborano strettamente nel quadro dell’EMPACT per far fronte a importanti minacce criminali mediante azioni operative congiunte volte a smantellare le reti criminali, le loro strutture e i loro modelli economici.
Risultati della lotta dell’UE alla criminali
Tra il 2018 e il 2021 l’EMPACT ha consentito di raggiungere risultati significativi, tra cui:
- più di 171 tonnellate di droga sequestrata
- 31 584 persone arrestate
- 167 452 tonnellate di rifiuti sequestrati
- 16 607 armi da fuoco e armi sequestrate
- 17 688 potenziali vittime della tratta di esseri umani individuate
Aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina
I conflitti creano opportunità grazie alle quali la criminalità organizzata può prosperare e amplificano la minaccia rappresentata dai gruppi criminali per la sicurezza interna. I crimini in situazioni di conflitto possono comprendere:
- tratta di esseri umani
- frodi online
- attacchi informatici
- appropriazione indebita di fondi destinati a sostenere i rifugiati
- traffico di armi
Il 28 marzo 2022 i ministri UE degli Affari interni hanno espresso il loro sostegno per la mobilitazione della piattaforma dell’UE di lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità (EMPACT) per aiutare gli Stati membri dell’UE a contrastare le reti criminali e coloro che sfruttano la guerra in Ucraina. Alcune azioni di emergenza sono state introdotte fra le priorità dell’UE in materia di lotta alla criminalità, come la tratta di esseri umani, i fondi di origine illegale, il riciclaggio, il recupero dei beni, le nuove sostanze psicoattive, le droghe sintetiche e le reti criminali ad alto rischio.
Priorità dell’UE in materia di lotta alla criminalità per il periodo 2022-2025
Le 10 priorità dell’UE in materia di lotta alla criminalità adottate dal Consiglio sono basate sulle raccomandazioni individuate nella valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità nell’UE (SOCTA UE), preparata da Europol, e tengono conto di altri documenti strategici, valutazioni e politiche.
1. Reti criminali ad alto rischio
Il 43% dei gruppi della criminalità organizzata nell’UE si articola attorno a un gruppo centrale, il 40% è strutturato in modo gerarchico e il 17% è costituito da reti sciolte.
È pertanto fondamentale intensificare lo smantellamento delle strutture della criminalità organizzata e prendere di mira sia i gruppi che presentano un rischio più elevato per la sicurezza dell’Europa sia le persone situate nelle gerarchie più alte delle organizzazioni criminali.
Il lavoro svolto dall’UE per contrastare le reti criminali ad alto rischio si concentra in particolare sui gruppi che ricorrono a:
- corruzione
- atti di violenza
- armi da fuoco
- riciclaggio
2. Attacchi informatici
I reati informatici sono generalmente commessi contro computer, reti o altre forme di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e consistono, ad esempio, nella creazione e diffusione di malware, nella pirateria informatica volta a sottrarre dati sensibili e in attacchi di negazione del servizio (DoS) finalizzati ad arrecare danni finanziari e/o alla reputazione.
Gli attacchi informatici e la cibercriminalità stanno aumentando in termini di quantità e sofisticazione in tutta Europa. Una tendenza destinata a crescere in futuro, visto che si prevede che 22,3 miliardi di dispositivi in tutto il mondo saranno collegati all’internet delle cose entro il 2024.
L’UE intende rafforzare le proprie misure contro la cibercriminalità, in particolare colpendo i criminali informatici che offrono servizi criminali specializzati online.
3. Tratta degli esseri umani
La tratta di esseri umani è un reato grave che viola i diritti fondamentali delle persone. Consiste nello sfruttamento criminale delle persone vulnerabili al solo scopo di lucro.
Lo sfruttamento sessuale è la forma di tratta più diffusa nell’UE (60%), seguito dallo sfruttamento della manodopera (15%), dalle attività criminali forzate, dalla servitù domestica e dall’accattonaggio forzato.
L’UE ha intrapreso varie azioni per prevenire la tratta di esseri umani, punire i criminali e proteggere le vittime. Il principale strumento giuridico dell’UE in questo contesto è la direttiva anti-tratta del 2011.
Articolo 5 – Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
Proibizione della schiavitù e del lavoro forzato:
- nessuno può essere tenuto in condizioni di schiavitù o di servitù
- nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio
- è proibita la tratta degli esseri umani
Nel 2021 la Commissione europea ha adottato una strategia quadriennale per la lotta alla tratta degli esseri umani. La strategia si incentra sui seguenti aspetti:
- ridurre in primo luogo la domanda che favorisce la tratta
- smantellare il modello commerciale dei trafficanti
- proteggere, sostenere ed emancipare le vittime
- intensificare la cooperazione internazionale
L’azione dell’UE contro la tratta di esseri umani
Ogni anno nell’UE vengono individuate migliaia di persone vittime della tratta di esseri umani. L’UE e i suoi Stati membri hanno adottato numerose misure per combattere questo crimine odioso e stanno intensificando i loro sforzi per porvi fine.
Solo nel 2021, grazie all’azione dell’UE sono stati arrestati 3 108 criminali e sono stati sequestrati 35 milioni di EUR.
4. Sfruttamento sessuale di minori
Il numero dei casi di abuso e sfruttamento online di minori ha registrato un aumento costante negli ultimi anni ed è cresciuto ulteriormente durante la pandemia di COVID-19. Nel 2021, a livello mondiale:
- sono stati segnalati 85 milioni di immagini e video che ritraggono abusi sessuali su minori
- è stato registrato un aumento del 64% dei casi di abusi sessuali su minori rispetto al 2020
La rapida innovazione tecnologica e l’ampia e crescente accessibilità delle tecnologie digitali implicano, per i criminali, maggiori possibilità di abuso e sfruttamento dei minori. Le denunce di questo tipo di reato sono molto scarse e purtroppo numerose vittime non sono ancora state identificate.
Il principale strumento giuridico dell’UE in questo settore è la direttiva del 2011 relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.
L’11 maggio 2022 la Commissione europea ha proposto nuove norme per contrastare gli abusi sessuali online sui minori. La proposta è al momento in discussione in sede di Consiglio.
5. Traffico di migranti
Il traffico di migranti è un crimine globale che mette a rischio la vita dei migranti. La crisi migratoria scoppiata nel 2015 ha avuto profonde ripercussioni sul panorama criminale europeo e il coinvolgimento delle reti criminali nel traffico di migranti è cresciuto in modo sostanziale.
Oltre il 90% dei migranti paga i trafficanti per cercare di raggiungere l’Europa. Per le reti criminali, si tratta di un settore altamente redditizio che comporta un basso rischio di cattura. Si stima che il traffico di migranti abbia generato un fatturato di 3-6 miliardi di EUR nel 2015 a livello mondiale, e oltre 200 milioni di EUR nel 2019 sulle rotte marittime che portano all’Unione europea.
L’UE ha intrapreso azioni risolute per combattere le reti criminali che sfruttano i migranti vulnerabili e intende fare di più, in particolare per colpire i criminali che forniscono servizi di favoreggiamento lungo le principali rotte migratorie.
6. Traffico di stupefacenti
Il 38% di tutte le attività criminali nell’UE è connesso al traffico di stupefacenti. Il mercato delle droghe illecite è difatti una delle principali fonti di guadagno per i gruppi della criminalità organizzata nell’Unione europea e il suo valore al dettaglio annuo stimato è pari ad almeno 30 miliardi di EUR.
I mercati europei della droga sono caratterizzati da:
- un’elevata disponibilità di diversi tipi di droghe
- sequestri di dimensioni sempre maggiori
- un crescente ricorso alla violenza e ingenti profitti
- l’uso di tecnologie per facilitare il traffico illecito
Tali sviluppi si sono intensificati con la crisi COVID-19.
A tale riguardo, il principale obiettivo dell’UE è individuare e colpire le reti criminali coinvolte nel traffico di stupefacenti, compresi il traffico e lo spaccio di cannabis, cocaina, eroina, droghe sintetiche e nuove sostanze psicoattive.
7. Frodi e criminalità economica e finanziaria
In tutta l’UE sono presenti sistemi di frode ai danni dei cittadini, delle imprese e delle infrastrutture critiche.
I truffatori hanno sfruttato la pandemia di COVID-19 per trarre vantaggio e profitto dall’insicurezza e dalla crescente domanda di determinati prodotti dovute alla crisi. I settori della criminalità economica di interesse specifico per le squadre investigative comuni dell’UE comprendono:
- sistemi di frode online
- frode in materia di accise
- frode intracomunitaria dell’operatore inadempiente (frode MTIC)
- reati in materia di proprietà intellettuale
- contraffazione di merci e falsificazione di monete
- fondi di origine illegale
- riciclaggio
8. Reati organizzati contro il patrimonio
I reati organizzati contro il patrimonio rappresentano il tipo di criminalità organizzata più visibile e hanno un impatto diretto sulle persone e sulle organizzazioni. Ogni anno nell’UE viene denunciato oltre un milione di casi di furto con scasso.
Nel 2020 il numero dei furti domestici con scasso e dei furti ordinari è complessivamente diminuito poiché le persone hanno trascorso più tempo in casa in seguito alle restrizioni imposte dalla COVID-19.
L’UE mira a smantellare le reti criminali coinvolte nei reati organizzati contro il patrimonio, concentrandosi in particolare sui seguenti ambiti:
- furti organizzati con scasso
- furti e rapine
- criminalità connessa al traffico di veicoli rubati
- commercio illegale di beni culturali
9. Criminalità ambientale
La criminalità ambientale è una delle attività più redditizie della criminalità organizzata mondiale e ha ripercussioni considerevoli non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute umana.
I reati ambientali comprendono:
- raccolta, trasporto, recupero o smaltimento impropri dei rifiuti
- emissione o scarico illeciti di sostanze nell’atmosfera, nell’acqua o nel suolo
- uccisione, distruzione, possesso o commercio di specie animali o vegetali selvatiche protette
- commercio illecito di sostanze che riducono lo strato di ozono
L’UE ha adottato misure per combattere le reti criminali coinvolte in tutte le forme di criminalità ambientale, anche introducendo norme sulla gestione dei rifiuti e sul commercio di flora e fauna selvatica. Sta inoltre rafforzando le norme esistenti sulla tutela penale dell’ambiente.
I paesi dell’UE intendono fare di più, in particolare colpendo i gruppi criminali in grado di infiltrarsi in strutture economiche legali o di creare imprese proprie per agevolare i loro reati.
10. Traffico di armi da fuoco
I criminali dipendono spesso dalla disponibilità di armi per poter svolgere le loro attività. Tuttavia, il mercato delle armi da fuoco nell’UE mantiene dimensioni modeste. Tra il 2019 e il 2020 le autorità di contrasto dell’UE hanno sequestrato oltre 11 000 armi da fuoco e armi.
Nonostante l’UE e i suoi Stati membri coordinino da diversi anni varie attività volte a contrastare il traffico di armi da fuoco, sono emerse nuove minacce che richiedono nuove misure.
L’UE intende pertanto adoperarsi maggiormente per contrastare i criminali coinvolti nel traffico, nella distribuzione e nell’uso di armi da fuoco.
Nel luglio 2021, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) ha elaborato un manuale sulle armi da fuoco per aiutare le autorità nazionali delle guardie di frontiera e doganali a combattere la criminalità connessa alle armi.
Oltre a queste dieci priorità, come obiettivo orizzontale saranno affrontate la produzione e la fornitura di documenti falsi e fraudolenti, visto che sono un elemento determinante alla base di molti reati.
In che modo i criminali hanno sfruttato la crisi COVID-19
I criminali hanno rapidamente adeguato le proprie tecniche per trarre vantaggio dall’incertezza che circonda la crisi COVID-19. Di seguito sono riportati alcuni dei reati più comuni commessi durante la pandemia:
- attacchi informatici contro le organizzazioni sanitarie e le infrastrutture per il telelavoro
- campagne di phishing, ransomware e malware
- distribuzione online e offline di dispositivi di protezione individuale e di prodotti farmaceutici e sanitari contraffatti e non conformi
- furti compiuti con l’inganno usando la tecnica del “finto nipote”
- saccheggio di strutture mediche e farmacie
Nel 2020 Europol ha coordinato l’operazione Shield, un sforzo a livello globale per combattere il traffico di medicinali e sostanze dopanti contraffatti e usati in modo improprio. Durante l’operazione, i funzionari delle autorità di contrasto hanno smantellato 25 gruppi criminali, arrestato quasi 700 indiziati e sequestrato medicinali e sostanze dopanti per un valore di 73 milioni di EUR.
Cos’è l’EMPACT?
L’EMPACT è un’iniziativa multidisciplinare dell’UE, basata sull’intelligence e sui dati concreti, che ha l’obiettivo di affrontare le principali minacce criminali con le quali si misura l’UE. È guidata dagli Stati membri e prevede la cooperazione di un gran numero di agenzie e partner, tra cui:
- servizi di contrasto
- istituzioni, agenzie e organi dell’UE
- organizzazioni pubbliche e private
- paesi terzi pertinenti
L’iniziativa comprende misure sia preventive che repressive nonché azioni operative e strategiche.
L’EMPACT è stata attuata per la prima volta tra il 2012 e il 2013. Sono seguiti due cicli di 4 anni pienamente articolati nei periodi 2014-2017 e 2018-2021. Nel marzo 2021 il Consiglio ha adottato conclusioni sul proseguimento permanente dell’EMPACT quale strumento chiave per una cooperazione operativa volta a contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale.
L’EMPACT continuerà a seguire cicli quadriennali che iniziano con la valutazione delle minacce criminali e l’adozione delle priorità dell’UE in materia di lotta alla criminalità. Per ciascuna di tali priorità vengono poi elaborati, attuati e monitorati piani d’azione operativi annuali. Al termine del ciclo di 4 anni viene effettuata una valutazione indipendente al fine di valutare l’attuazione e i risultati dell’EMPACT e alimentare il ciclo successivo.
Per maggiori informazioni sul funzionamento dell’EMPACT:
Valutazioni reciproche
Il meccanismo di valutazione reciproca in materia di lotta alla criminalità organizzata è stato introdotto nel 1997, a seguito dell’adozione di un’azione comune da parte del Consiglio.
Le valutazioni reciproche sono valutazioni inter pares in cui gli Stati membri si esaminano a vicenda in merito all’attuazione della legislazione e degli strumenti dell’UE e internazionali volti a combattere la criminalità. Le valutazioni si basano sui principi di uguaglianza e fiducia reciproca.
Il meccanismo mira a:
- trovare soluzioni pratiche per combattere la criminalità organizzata nell’UE
- migliorare la cooperazione giudiziaria europea
- condividere le migliori pratiche tra gli Stati membri
Il Consiglio coordina il processo di valutazione e prepara relazioni, comprese conclusioni e raccomandazioni.
CONSILIUM EUROPA
L’Europa ha bisogno di nuove strategie per combattere le mafie
Il Consiglio europeo ci conferma che nel 2019 i proventi da attività illecite nei principali mercati criminali ammontavano all′1% del PIL dell’Unione europea, ossia a 139 miliardi di euro. Non è disponibile una statistica più recente, ma a parità di condizioni, è indubbio che la cifra per il periodo 2020-21 (periodo di pandemia da covid-19) sia notevolmente più alta. Finora negli anni precedenti non è mai scesa. Le organizzazioni criminali sono presenti in tutti gli Stati membri e operano a livello transfrontaliero.
Le principali attività criminali in Europa sono il traffico di stupefacenti, la cyber-criminalità, le frodi, il traffico di armi e la tratta di esseri umani. Nonostante una serie di nuove leggi e di sequestri di grandi dimensioni il colpo inferto alle organizzazioni mafiose è del tutto insufficiente. Due fattori probabilmente minano gli sforzi dell’Unione europea. In primo luogo, sembra che i cittadini europei sottovalutino la portata della minaccia della moderna criminalità organizzata. In secondo luogo, la definizione delle politiche antimafia europee continua a essere fortemente orientata verso la non uniformità delle leggi piuttosto che verso un sistema penale unico europeo. Si puniscono in minima parte i reati commessi da gruppi criminali, ma non si riduce, di fatto, la probabilità e le conseguenze di un crimine organizzato in continua metamorfosi.
A livello dei vari Stati membri l’uniformità delle leggi antimafia dovrebbe essere questione politica di grande rilevanza. Tanti purtroppo sono i reati connessi con le mafie che richiederebbero risposte immediate proprio dall’Europa. Molti Stati membri invece non riescono a percepire quanto sia endemica la criminalità organizzata e quanto profondamente tocchi la loro esistenza. Questo è il vero punctum dolens che in Europa dovrebbe essere seriamente affrontato. Come risposta all’aumento dei costi della criminalità organizzata, l’Unione europea ha approvato il 15 dicembre 2021 una Risoluzione del Parlamento europeo sull’impatto della criminalità organizzata sulle risorse proprie e sull’uso improprio dei fondi dell’Ue con particolare attenzione alla gestione concorrente da una prospettiva di audit e di controllo.
Nonostante questi sforzi l’Europa tuttavia non agisce ancora come un’entità unica contro la criminalità organizzata, non ha ancora sistemi di monitoraggio elevati e non da risposte giudiziarie efficaci ed immediate. Questo è il vero problema da affrontare poiché le nuove mafie oggi non si riconoscono, sono silenti e mercatistiche. Si mascherano, s’infiltrano e poi alla fine s’integrano nell’economia legale. Così si connettono con il tessuto imprenditoriale dei territori che colonizzano.
In tempi di crisi pandemica, le attività imprenditoriali in ogni parte d’Europa diventano facili prede. Le mafie offrono il loro denaro agli imprenditori che si trovano in difficoltà, si mimetizzano e aiutano quell’attività a riprendere ad andare avanti. Così quello stesso soggetto economico alla fine finisce per essere ostaggio della criminalità organizzata pur mantenendo legalmente la proprietà che di fatto però appartiene al mafioso di turno. Ritengo si debba arrivare al più presto all’armonizzazione dei sistemi penali dei singoli Stati membri dell’Ue.
Occorre una strategia europea specifica per combattere la criminalità organizzata transnazionale. Come ogni struttura solida, penso che questa strategia debba poggiare su quattro pilastri portanti. Il primo pilastro si dovrà incentrare sull’integrazione degli strumenti disponibili in questo momento in Europa per colpire le nuove evoluzioni mafiose. Il secondo pilastro dovrà riguardare la realizzazione di un’efficace “cooperazione giudiziaria e di polizia” tra Stati e internazionale. Il terzo pilastro dovrà mirare a rafforzare la piena “capacità” dell’applicazione della legge nazionale dei singoli Stati membri. Il quarto pilastro dovrà essere un impegno solenne per “adeguare” e “uniformare” la legislazione antimafia europea alle continue evoluzioni delle nuove mafie.
Nel suo complesso questa strategia multiforme dovrebbe provare ad arginare la nuova la criminalità organizzata aumentando gli sforzi di applicazione dei quattro pilastri in precedenza elencati. Negli ultimi tre anni, la politica di lotta contro la criminalità organizzata è fortemente scemata anche a seguito della pandemia che ha attratto a sé tutte le risorse e le attenzioni del legislatore. Le attività antimafia, di fatto, si sono indebolite e le mafie inevitabilmente si sono rafforzate. Le organizzazioni mafiose purtroppo sono un cancro che se non frenato in tempo metastatizza e poi diventa letale.
Agire al più presto significa proteggere l’Unione europea, i suoi abitanti e i suoi interessi dai danni notevoli della criminalità organizzata transnazionale. Ciò dimostra quanto sia necessario uno studio scientifico più ampio sugli sforzi necessari per smantellare la criminalità organizzata transnazionale in Europa. Queste sinergie devono essere mirate anche alla riduzione delle probabilità e delle conseguenze letali delle nuove mafie.
La lotta al crimine organizzato non può basarsi solo sulla repressione. Sfortunatamente, l’attuale strategia europea pare essere incentrata solo su quest’aspetto peraltro realizzata con strumenti del tutto inadeguati e superati. Credo sia opportuno considerare l’istituzione di un “comitato consultivo indipendente sulla criminalità organizzata transnazionale” in Europa. L’organismo dovrebbe essere presieduto dal presidente della Commissione europea e annoverare un ampio numero di membri con rappresentanti del mondo accademico, della giurisprudenza, della medicina, dell’istruzione e dell’impresa. Il suo obiettivo principale dovrebbe essere lo sviluppo di strategie innovative di lotta, preventiva e repressiva, alla criminalità organizzata transnazionale europea. Se non troviamo un moderno approccio per affrontare le nuove mafie in ambito europeo i costi economici e sociali continueranno ad aumentare e a gravare soprattutto sui cittadini europei più deboli.