Funerali Curcio (assassino e sedicente suicida): è caduta la prima testa

 

LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORA. Tra poche ore pubblicheremo l’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Interno presentata dalla componente della commissione Antimafia, On. Stefania Ascari. La storiaccia non finirà, certo, con un consiglio comunale.

La triste vicenda dei “manifesti funebri” e del “festoso” e vergognoso funerale per il killer Rosario Curcio (colui che spezzò le ossa di Lea Garofalo, nel novembre del 2009) sarà oggetto di dibattito nel consiglio comunale di Petilia Policastro di questa sera?

Come si comporterà e cosa chiederà l’opposizione? A noi, che abbiamo ascoltato sin da subito il punto di vista del capogruppo, sembra un po’ confusa. Da una minoranza, su una tematica grave, ci saremmo aspettati ben altro.

Ecco cosa ci disse Giovanbattista Scordamaglia, il candidato sindaco uscito sconfitto dalla ultima competizione elettorale a Petilia: «Non credo sia un argomento da opposizione ma sicuramente è una cosa inopportuna. Nonostante la tragedia dei parenti non credo che l’Amministrazione possa dimostrare il cordoglio attraverso dei manifesti»

Come ci si aspettava ben altro da altre forze politiche e rappresentanti istituzionali. Abbiamo raccolto solo dichiarazioni sterili e richieste di dimissioni. Ma nessuna assunzione di responsabilità. Abbiamo registrato un continuo scarica barile: “non è dipeso da noi, ma dalla ditta che si occupa di stampare i manifesti”. Intanto, i manifesti funebri con le condoglianze per la morte (suicidio?) di un mafioso assassino sono stati stampati e affissi. E sono rimasti per diversi giorni a disposizione di tutti.

«Intanto, se fosse vera la telefonata da lui fatta a quello che ha stampato i manifesti alla risposta il manifesto, io Sindaco, sarei uscita immediatamente da casa e l’avrei strappati tutti con le mie stesse mani. Poi trovo assolutamente anomalo il fatto che ci sia questa specie di appalto, non so come chiamarlo, definito dal sindaco per tutti, per qualsiasi lutto. Un appalto che, intanto, mi piacerebbe conoscere la ditta aggiudicataria di questo appalto e, nello stesso tempo, mi piacerebbe sapere se questo appalto è stato affidato in maniera ufficiale e se all’interno dell’affidamento dell’appalto non ci siano clausole di alcun genere. In un paese come Petilia Policastro non si può affidare un appalto sapendo che è un paese, per carità pieno di gente per bene, ma anche pieno di tanti criminali. Allora che non mi si venga a dire che il sindaco, affidando questo appalto non abbia almeno messo la clausola di non fare manifesti di alcun genere nel caso in cui la persona deceduta fosse un criminale.» On. Angela Napoli, già componente della commissione parlamentare Antimafia, WordNews.it, 17 luglio 2023 

Siamo stati i primi a parlarne e a raccogliere il punto di vista del sindaco Saporito. Da quel giorno non ci ha più risposto al telefono.

«Se il manifesto fosse fatto soltanto per questo defunto non sarebbe né giusto né opportuno. Se invece il manifesto, come in questo caso, viene fatto per qualsiasi cittadino di Petilia che viene a mancare allora è opportuno. Perché di fronte alla morte siamo tutti uguali». WordNews.it, 13 luglio 2023

Nemmeno il presidente del consiglio comunale, che è anche consigliere provinciale, Ferdinando Moliterno, ha risposto alle nostre telefonate. E il presidente della Provincia Ferrari? Non pervenuto. E pensare che Dante sbatteva all’inferno gli IGNAVI. «Coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.»

«Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ‘nvidïosi son d’ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa».

Le parole del primo cittadino, le giustificazioni alla cazzata fatta, hanno aumentato le polemiche. La pezza, come si suol dire, è stata peggiore del buco. “Ho chiamato la ditta per evitare la stampa dei manifesti”. Piccolo riassunto: il massacratore Rosario Curcio, assassino ed ergastolano, muore il 29 giugno scorso. Il funerale circense verrà celebrato, con palloncini, fiori, striscioni, il giorno 11 luglio. Si potevano bloccare prima? Ma una volta stampati si dovevano affiggere per forza? Resta il mistero (nel Paese dei misteri) intorno a questi manifesti di condoglianze per un mafioso. Assassino di Lea Garofalo, colui che spaccò le ossa e bruciò il cadavere nella zona industriale di San Fruttuoso, nel quartiere di Monza (dal 25 novembre 2009). “Noi siamo stati sempre attenti a queste tematiche” – ha aggiunto nei giorni scorsi l’avvocato sindaco Simone Saporito – “noi abbiamo ricordato in passato Lea Garofalo. Soprattutto con il Premio Nazionale”.

Punto primo: il Premio Nazionale dedicato a Lea Garofalo non è stato organizzato dal Comune di Petilia Policastro ma da Dioghenes APS – Associazione Antimafie e Antiusura. La prima edizione è stata organizzata a Petilia Policastro. La seconda edizione si svolgerà a Casoli, in Abruzzo.

Punto due: da una parte si ricorda una donna uccisa dalla ‘ndrangheta (con la partecipazione proprio di Rosario Curcio) e poi, dall’altra, si fanno le condoglianze alla famiglia dell’assassino (sempre Rosario Curcio). La coerenza è sempre necessaria.

Punto tre: dopo quindici giorni (dal “festoso” funerale) l’assessora si è svegliata e ha rassegnato le dimissioni. Nemmeno lei ha mai risposto alle nostre telefonate. Ovviamente non è obbligatorio farlo. Ma da un rappresentante delle Istituzioni ci si aspetta almeno una dichiarazione. Eccola, sotto forma di lettera inviata al primo cittadino: «Non accetto che la mia partecipazione ai funerali, a titolo personale e per portare le condoglianze a mia nuora Francesca Curcio (fidanzata da 14 anni con mio figlio Francesco e cresciuta in casa come una figlia, sempre presente, soprattutto nei momenti più brutti, ragazza perbene e figlia di persone incensurate), possano in qualche modo contribuire a minare la serenità dell’amministrazione, di qualche altro assessore o la loro reputazione, da qui la scelta delle dimissioni»

Noi continuiamo a porre le nostre domande (anche se i nostri interlocutori se ne stracatafottono di rispondere):

– Chi ha autorizzato e non ha controllato il “festoso” funerale?

– Perchè nessuno, ancora oggi, si assume le proprie responsabilità dopo un messaggio devastante che è passato su quel territorio?

– Bastano le dimissioni della ex assessora che ha partecipato al “festoso” funerale?

– Curcio, il protagonista di tutto questo “circo” dell’antimafia, si è suicidato, come sostiene la versione ufficiale, o è stato indotto al suicidio?   

– E se Curcio (ergastolano ‘ndranghetista) non si fosse suicidato?

Questa sera, finalmente, si svolgerà il consiglio comunale. La prima testa è caduta. Basta per far terminare le polemiche?

Tra poche ore pubblicheremo l’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Interno presentata dalla componente della commissione Antimafia, On. Stefania Ascari.

La storiaccia non finirà, certo, con un consiglio comunale. 

«Con quel messaggio di vicinanza le istituzioni hanno, in realtà, espresso un segnale di positività, di deresponsabilizzazione, di quasi normalizzazione verso chi ha le mani sporche di sangue e verso chi, appunto, ha ucciso». Queste le parole utilizzate dall’On. Ascari nell’intervista realizzata da WordNews.it lo scorso 20 luglio.

Nelle scorse ore abbiamo appreso (letto e archiviato), dai social, di un apprezzamento da parte di un appartenente delle forze dell’ordine del posto. “Leccaculi” il termine utilizzato in un commento. Se fosse riferito a chi sta parlando della vicenda sarebbe di una gravità assoluta.

Ma la moglie del “commentatore”, che ha un incarico politico in provincia, che posizione ha assunto? Noi non abbiamo trovato nessuna traccia. Ne sarà molto felice Dante (Alighieri).  

SILENZIO, CHE CURCIO DAL BASSO (zona infernale) VI GUARDA!

Caro (per modo di dire) Curcio,

vienici in sogno e raccontaci come sono andati i fatti. Sei stato minacciato? Perchè qualcuno ha parlato del tuo volto tumefatto prima dell’impiccaggione? Volevi collaborare? Sei stato indotto al suicidio o sei stato direttamente suicidato? Perchè una tua parente ha scritto (e poi cancellato): “Qualcuno pagherà”? Chi pagherà? Cosa c’è da pagare? Il tuo esagerato funerale è servito per lanciare un messaggio chiaro a qualcuno? Dobbiamo aspettarci una risposta? Una faida per la tua morte? 

Rispondici tu a queste domande. Sicuramente da morto sarai più serio rispetto a quando eri “vivo”. Certamente più serio rispetto a certi “morti” che pensano di essere “vivi”.  

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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre “moribonda”. La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l’avvocato Guarnera: «Hanno preparato l’ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».

 

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WORDNEWS 30.7.2023