DATO IN PASTO AI MAIALI, ma era tutto falso

 

Un racconto agghiacciante, un’intercettazione che a metà tra lo stupito e l’esaltato racconta di un crudele omicidio: ecco il racconto di come venne fatto sparire un uomo, dato in pasto ai maiali nella porcilaia, nel racconto che raggelò tutta Italia.

 

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I cadaveri dati in pasto ai maiali: il feroce racconto di Simone Pepe

L’intercettazione è stata fatta ascoltare nella quarta puntata di Mammasantissima – Processo alla ‘ndrangheta, il programma diretto da Pietro Comito. Una confessione captata dai carabinieri, ma che risulterà falsa come accertato nel processo Erinni

«Ucciso e dato in pasto ai maiali. Una goduria. La tibia che scrocchiava. Non è rimasto niente». La voce è quella di Simone Pepe, giovane romano che da qualche tempo è entrato in contatto con le famiglie di ‘ndrangheta di Oppido Mamertina.

Il giovane romano si ritroverò invischiato in quella che verrà chiamata “la primavera di sangue di Oppido Mamertina“, la sanguinosa faida combattuta nel piccolo centro aspromontano tra il marzo e maggio del 2012.
Cinque mesi durante i quali vengono compiuti 5 omicidi. Si inizia il 3 marzo con l’omicidio di Domenico Bonarrigo (con il quale la madre di Pepe intratteneva una relazione sentimentale). Il 13 marzo sotto i colpi dei sicari cade Vincenzo Ferraro. Lo stesso giorno scompaiono nel nulla Francesco Raccosta e il cognato Carmine Putrino. Proprio di questo duplice delitto viene incriminato Simone Peppe per colpa di un’intercettazione nella quale si autoaccusava di avere dato i due in pasto ai maiali. Il 10 maggio, infine, viene ammazzato Vincenzo Raccosta, ammazzato il 10 maggio.  

Ma quanto raccontava Simone Pepe in questa agghiacciante intercettazione agli atti del processo Erinni, in relazione ad un episodio che riguardava la faida di Oppido Mamertina, è tutto falso. Sarà il processo celebrato davanti alla Corte d’assise di Palmi a confermarlo, Simone Pepe stava mentendo.

Intanto, una scrofa da 250 chili non può divorare completamente il corpo di un uomo intero in pochi minuti. E Pepe, quando scomparvero Francesco Raccosta e Carmine Putrino, nel marzo del 2012, neppure si trovava in Calabria, ma era a Roma. Millanterie, invenzioni. Ma la paura si alimenta spesso attraverso la mitizzazione e, soprattutto, la mistificazione. L’unica certezza, di questa storia, è che per i due morti di Oppido Mamertina, i cui corpi non furono mai ritrovati, non esistono ad oggi né verità giudiziarie né colpevoli.