ANGELA DONATO

DOCUFILM RAI

La  storia di Angela Donato, una donna forte, intelligente che in passato è stata legata ad un boss dell’ndrangheta. Angela Donato cerca di voltare pagina e vivere onestamente ma soprattutto di tenere lontano da quella vita suo figlio Santo Panzarella.
Ma i suoi sforzi si riveleranno vani.
Quando si accorge che suo figlio Santo ha una relazione sentimentale con la moglie di uno dei più importanti boss delle cosche del lametino, detenuto in carcere, Angela capisce che per Santino non ci sarà scampo, perché conosce bene le regole non scritte dell’ndrangheta e sa che “l’onore si lava con il sangue”.
Quando Santo Panzarella scompare nel nulla senza lasciare traccia nel 2002, inizia la sua battaglia per la verità.
Ai presunti assassini di Santo fa un’unica richiesta: riavere il corpo di suo figlio. Quando questo le viene negato, Angela farà di tutto per far luce sulle dinamiche dell’omicidio. Gli appelli disperati dal tono minaccioso di Angela arrivano agli investigatori della squadra mobile di Catanzaro, le cui indagini porteranno al ritrovamento di una clavicola e ad un processo.
Ma la battaglia di Angela per ottenere giustizia non è ancora finita.

 


Angela Donato madre di Santo Panzarella/ Vittima lupara bianca “Cerco solo la verità”

 

Angela Donato, mamma coraggio, cerca ancora la verità sulla scomparsa del figlio Santo Panzarella, vittima di lupara bianca

 

 
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Angela Donato, la sua storia a “Cose Nostre”

La storia di Angela Donato, mamma coraggio,  al centro della seconda serata di lunedì 13 dicembre, su Rai 1, in occasione della terza puntata di “Cose nostre”, per il nuovo ciclo dedicato alle donne di mafia. Nel passato di Angela ci sono due storie con altrettanti boss della ‘ndrangheta. Ben presto la donna prova a lasciarsi tutto alle spalle ma soprattutto di tenere lontano il figlio Santo Panzarella da quella vita, sebbene i suoi sforzi si riveleranno poi vani.

Tutto cambia dopo la scoperta della relazione sentimentale che il figlio intratteneva con la moglie di un boss che all’epoca era dietro le sbarre, ovvero Rocco Anello, uno dei maggiori boss delle cosche del lametino. Conoscendo le regole della ‘ndrangheta, Angela comprende sin da subito che per suo figlio non ci sarà scampo. L’11 luglio 2002 Santo Panzarella, all’epoca 29enne, scompare nel nulla e da quel momento per Angela inizia la sua battaglia alla ricerca della verità.

La scomparsa e l’uccisione del figlio Santo Panzarella

Gli inquirenti che indagano alla scomparsa di Santo Panzarella collegano subito il giallo al passato amoroso della madre Angela Donato, ma ben presto si scoprirà che dietro quella scomparsa c’è una relazione che la stessa vittima ha intrecciato con un capoclan della mafia. Santo fu sequestrato e infine ucciso. La richiesta di Angela Donato ai presunti assassini è solo una: riavere il corpo del figlio sul quale piangere. Quando questo le viene negato, la donna inizia la sua battaglia cercando di far luce sulle dinamiche del delitto del figlio, vittima di lupara bianca.

Alla ricostruzione ed alla dinamica dell’omicidio, come rammenta LacNews24, si arrivò dopo le rivelazioni di un pentito che avrebbe assistito all’uccisione di Panzarella e che ne indicò gli esecutori. Tre persone furono arrestate per il delitto del 29enne: Tommaso Anello, che avrebbe architettato l’omicidio per vendicare l’onore del fratello e Vincenzino e Giuseppe Fruci, accusati di omicidio e distruzione di cadavere.

La battaglia per la verità

Santo Panzarella, come emerse dalle indagini, non era del tutto estraneo a quegli ambienti che la madre Angela Donato conosceva bene. Il giovane era infatti considerato affiliato alla cosca Anello di Filadelfia. Nel luglio di quasi 20 anni fa fu attirato in una trappola in una zona industriale di Lamezia e qui sarebbe stato sparato in pieno viso. Secondo le ricostruzioni, ancora vivo sarebbe poi stato caricato in auto, portato altrove e fatto a pezzi. Grazie alle rivelazioni del pentito, nel 2006 fu ritrovata in un torrente una clavicola. I periti tuttavia asserirono che quell’osso era sì umano ma non aveva elementi sufficienti per ricondurlo a Santo.

Mamma Angela divenne negli anni una icona di coraggio e forza ed in tutti i modi tentò di non far calare mai il silenzio sulla scomparsa del figlio, anche svelando aspetti inediti delle dinamiche di ‘ndrangheta di cui era a conoscenza . Nel frattempo, nel 2009, i tre presunti assassini del figlio vennero assolti per non avere commesso il fatto ma questo non portò la donna ad arrendersi e a distanza di quasi 10 anni dalla sparizione del figlio tornò nella zona dove sarebbe stato ucciso arrivando a scavare a mani nude nel tentativo di trovarne i resti. “Finché avrò la forza di andare avanti non mi fermerò: voglio che la verità prima o dopo venga a galla. Sono una donna qualunque che lotta solo ed esclusivamente per la perdita di un figlio”, queste le parole di Angela Donato.


Angela Donato, madre di Santo Panzarella/ “Voglio la verità” (Cose Nostre)

 

Angela Donato è la madre di Santo Panzarella: la sua storia è al centro della nuova puntata di “Cose nostre“, il programma in onda lunedì 8 giugno alle 23.50 su Rai1. Santo è scomparso nel luglio 2002: da allora di lui non si hanno più tracce. Santo era l’amante della moglie di un boss, una relazione che potrebbe essergli costata la vita. Angela è consapevole che il figlio è stato ucciso secondo quelle che sono le regole non scritte dell’ndrangheta, ma ancora oggi è alla disperata ricerca del corpo di Santo. Ai presunti assassini del figlio chiede solo di riavere il corpo di suo figlio, ma le è stato negato. Un “no” che ha spinto questa mamma coraggio a cercare con forza, grinta e coraggio la verità sulla terribile morte del figlio. La donna si appella disperatamente anche agli investigatori della squadra mobile di Catanzaro che durante le lunghe indagini ritrovano una clavicola e danno vita ad un processo. Ancora oggi però la donna chiede giustizia per la morte di Santo. La donna non si è mai rassegnata alle regole della malavita cercando sempre disperatamente con appelli accorati il cadavere del figlio. Nonostante gli appelli non abbiano mai avuto alcuna risposta, il cadavere senza vita di Santo viene ritrovato pochi anni dopo in una campagna di Francavilla Angitola.

Stando alle ricostruzioni fatte dalle indagini Santo Panzarella era uscito di casa per recarsi al Sert per trovare alcuni pezzi di ricambio per la sua Alfa Romeo 164. Durante il tragitto verso il Sert il ragazzo è stato avvicinato da tre componenti della cosca, suoi amici, che con la scusa di accompagnarlo a prendere i pezzi di ricambio per l’automobile l’hanno condotto in una area deserta. Qui i sicari lo avrebbe colpito con diversi colpi di pistola; il corpo senza vita di Santo sarebbe stato poi messo nel bagagliaio della sua auto e portato via. Angela Donato ancora oggi cerca giustizia: “non capisco come mai il risultato in sede di dibattimento sia stato capovolto e coloro i quali erano accusati di avere assassinato in modo barbaro mio figlio, per via della relazione che aveva allacciato con la moglie di un boss, siano stati assolti. Non capisco, e vorrei tanto poterlo fare”. In particolare la mamma coraggio si domanda come mai le parole di Francesco Michienzi, collaboratore di giustizia, non siano state ascoltate in aula visto che l’uomo dichiarò di aver assistito all’omicidio di Santo.” Michienzi è stato condannato a dieci anni di carcere, mentre presunti autori materiali dell’omicidio e i mandanti sono stati invece assolti” ha detto la donna che resta ferma sulle sue intenzioni : “finchè avrò la forza di andare avanti non mi fermerò; voglio che la verità prima o dopo venga a galla”.