Mancata cattura di Provenzano, assolti Mori e Obinu

8.11.2017 Cassazione: assolti Mori e Obinu

La Cassazione ha respinto il ricorso della procura generale di Palermo contro la sentenza di assoluzione nei confronti dell’ex generale dei Carabinieri, Mario Mori, e del colonnello Mauro Obinu, imputati di favoreggiamento aggravato alla mafia.
I due alti ufficiali dell’Arma sono quindi assolti definitivamente dall’accusa dopo l’assoluzione in Appello.
La procura generale, rappresentata dal procuratore Roberto Scarpinato e dal sostituto Luigi Patronaggio, nel processo d’appello aveva chiesto la condanna dei due ufficiali dell’Arma rispettivamente a quattro anni e mezzo e tre anni e mezzo di reclusione. Secondo l’accusa, nell’ottobre del 1995, pur essendo a una passo dalla cattura del padrino mafioso latitante, Bernardo Provenzano, grazie alle rivelazioni del confidente Luigi Ilardo, non fecero scattare il blitz che avrebbe potuto portare all’arresto del capo mafia. La Corte d’Appello aveva confermato in pieno l’assoluzione di primo grado con la formula “perche’ non costituisce reato”.    ANSA

 


17.7.2013 Erano imputati per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. L’accusa, retta dai pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, aveva chiesto alla Corte una condanna a 9 anni di carcere per Mori, e a 6 anni e mezzo per Obinu

I giudici del tribunale di Palermo hanno assolto il generale del Ros Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, dall’accusa di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995, permettendogli così di restare latitante. L’accusa, retta dai pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, aveva chiesto alla Corte, presieduta dal giudice Mario Fontana, una condanna a 9 anni di carcere per Mori, e a 6 anni e mezzo e Obinu. I legali dei due imputati avevano chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

PROTESTANO LE AGENDE ROSSE – Alcuni militanti del movimento delle Agende rosse, vicino a Salvatore Borsellino, alla lettura della sentenza di assoluzione hanno gridato “vergogna, vergogna”.

L’ACCUSA – “Non condividiamo questa sentenza di assoluzione – ha detto il pm Antonino Di Matteo – e la impugneremo, ma la rispettano. Le sentenze si rispettano, non le condividiamo e le impugneremo”. Il presidente del tribunale, Mario Fontana, ha contestualmente ordinato la trasmissione degli atti in procura relativamente alle testimonianze di Massimo Ciancimino e Michele Riccio per valutare le loro dichiarazioni. “La trasmissione degli atti alla Procura perchè valuti le dichiarazioni dei testimoni Massimo Ciancimino e Michele Riccio – ha detto invece il procuratore aggiunto Vittorio Teresi – è coerente con la decisione presa. E’ un punto di vista che va accettato ma anche impugnato”.

LA DIFESA – “Una sentenza che mette fine a cinque anni di linciaggio mediatico, di teoremi, di falsità e di calunnie. Siamo contenti perché i condizionamenti e le pressioni sono stati costanti e lo sono stati fino ad oggi. I giudici hanno dimostrato di procedere per la loro strada e di guardare le carte che davano la prova della loro innocenza”. Così l’avvocato Basilio Milio, legale del generale Mario Mori, ha commentato l’assoluzione. 17.7.2013 PLERMO TODAY