Ci giunge l’eco di qualche voce stonata che si é levata contro le iniziative assunte dal gruppo veterani del Reparto Scorte Palermo, operativi sul campo negli anni delle stragi di mafia. Testimoni diretti di quanto realmente accaduto. Custodi di mille segreti…
Iniziative, quelle da loro messe in campo, doveroso premetterlo, che condividiamo e che ci onoriamo di aver collaborato a realizzare.
L’interrogativo che con legittima seppur interessata curiosità qualcuno/a ha posto, in termini assai grezzi ma agevolmente comprensivi lo si potrebbe così sintetizzare: ma questi perché si svegliano solo dopo 32 anni?
Vero. Perché?
Ancorché in modo sintetico, cerchiamo di riassumerne le ragioni:
📌 Perché in una cittadina della Toscana, Pistoia per la precisione, con voto unanime del Consiglio comunale, l’Amministrazione comunale ha dedicato un parco cittadino ad “ANTONIO MONTINARO ED AGLI ALTRI AGENTI DELLA SCORTA”.
📌 Perché in occasione della Festa della Repubblica é stata attribuita una onorificenza al solo ANTONIO MONTINARO
📌 Perché solo recentemente si é avuto modo di apprendere che la teca contenente i resti compattati dell’auto di scorta in cui persero la vita Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro é stata assegnata in via esclusiva all’Associazione presieduta dalla vedova di quest’ultimo senza il preventivo consenso dei famigliari di Rocco e Vito.
📌 Perché viene replicato, anche in siti ufficiali, un errore storico che non si ritiene giusto tramandare alle future generazioni e che riguarda la figura del capo scorta in quel 23 maggio 1992. Che dagli atti risulta essere stato Gaspare Cervello e non Antonio Montinaro.