«Di Falcone vi svelo.. » La talpa accusa il giudice. I centri della politica sono stati mondati di lettere anonime che tendono a screditare il giudice anti-piovra di Palermo, Giovanni Falcone.
Arrivano da giorni e sembra che siano state spedite all’indirizzo del Csm, del ministero degli Interni, della procura di Palermo, dell’Alto commissario antimafia e persino del Quirinale.
Sono state recapitate anche in Parlamento. «Le lettere anonime sono tante, tantissime, un flusso ininterrotto.
Ne ho ricevute anche io. Posso dire che evidentemente sono scritte dalla stessa mano e che sono piene di particolari molto circostanziati, che pochi possono conoscere. Ci sono anche notizie coperte dal segreto istruttorio».
Maurizio Calvi, psi, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, forse pensa che l’anonimo calunniatore sia un personaggio vicino alla giustizia palermitana.
Anche i giudici di Caltanissetta, competenti d’ufficio su quanto attiene alla magistratura palermitana, stanno indagando. Salvatore Celesti, procuratore della Repubblica: «Gli anonimi non possono inquinare o condizionare l’inchiesta sul fallito attentato. Ma è certo che questi scritti non provengono dall’uomo della strada poiché contengono riferimenti noti soltanto ad addetti ai lavori». Secondo indiscrezioni, gli ignoti avrebbero scritto che il pentito Salvatore Contorno sarebbe arrivato in Sicilia grazie à Falcone, e che le modalità del suo arresto non sono chiare.
Anche l’Alto commissario Domenico Sica, a quanto si sa, le ha ricevute e ha sollecitato i servizi segreti a indagare. Ieri Sica era in Parlamento, per un’audizione davanti alla commissione Antimafia, ma non ha voluto parlare delle missive. «Il mio è un lavoro di coordinamento molto delicato.
Su certe cose è bene che ci sia riservatezza».
E d’altra parte il presidente della commissione, il comunista Chiaromonte, ha tenuto a precisare che «su una vicenda del genere c’è bisogno di sentire un ministro, non un funzionario per quanto altissimo».
Arrivano da giorni e sembra che siano state spedite all’indirizzo del Csm, del ministero degli Interni, della procura di Palermo, dell’Alto commissario antimafia e persino del Quirinale.
Sono state recapitate anche in Parlamento. «Le lettere anonime sono tante, tantissime, un flusso ininterrotto.
Ne ho ricevute anche io. Posso dire che evidentemente sono scritte dalla stessa mano e che sono piene di particolari molto circostanziati, che pochi possono conoscere. Ci sono anche notizie coperte dal segreto istruttorio».
Maurizio Calvi, psi, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, forse pensa che l’anonimo calunniatore sia un personaggio vicino alla giustizia palermitana.
Anche i giudici di Caltanissetta, competenti d’ufficio su quanto attiene alla magistratura palermitana, stanno indagando. Salvatore Celesti, procuratore della Repubblica: «Gli anonimi non possono inquinare o condizionare l’inchiesta sul fallito attentato. Ma è certo che questi scritti non provengono dall’uomo della strada poiché contengono riferimenti noti soltanto ad addetti ai lavori». Secondo indiscrezioni, gli ignoti avrebbero scritto che il pentito Salvatore Contorno sarebbe arrivato in Sicilia grazie à Falcone, e che le modalità del suo arresto non sono chiare.
Anche l’Alto commissario Domenico Sica, a quanto si sa, le ha ricevute e ha sollecitato i servizi segreti a indagare. Ieri Sica era in Parlamento, per un’audizione davanti alla commissione Antimafia, ma non ha voluto parlare delle missive. «Il mio è un lavoro di coordinamento molto delicato.
Su certe cose è bene che ci sia riservatezza».
E d’altra parte il presidente della commissione, il comunista Chiaromonte, ha tenuto a precisare che «su una vicenda del genere c’è bisogno di sentire un ministro, non un funzionario per quanto altissimo».
In una intervista rilasciata qualche giorno fa, Falcone parlò di «menti raffinatissime» che stavano architettando un piano ai suoi danni.
Il diluvio di missive, venuto oggi alla luce, sembrerebbe parte integrante di quel piano.
Sostengono alla procura di Palermo: gli anonimi tendono a screditare i giudici più impegnati nella lotta alle cosche davanti all’opinione pubblica e davanti alle istituzioni, e a delegittimare la loro funzione.
Sica ha presentato alla Commissione una «fotografia» della mafia. Ha sottolineato che il controllo del territorio da parte delle cosche è ormai totale; che il 100 per cento dei negozianti palermitani è soggetto a estorsioni; che il «fatturato» annuo del narcotraffico in Italia supera ormai i 45 mila miliardi.
Le armi, ha detto Sica, troppo spesso passano da una mano all’altra. Francesco Grignetti
Il diluvio di missive, venuto oggi alla luce, sembrerebbe parte integrante di quel piano.
Sostengono alla procura di Palermo: gli anonimi tendono a screditare i giudici più impegnati nella lotta alle cosche davanti all’opinione pubblica e davanti alle istituzioni, e a delegittimare la loro funzione.
Sica ha presentato alla Commissione una «fotografia» della mafia. Ha sottolineato che il controllo del territorio da parte delle cosche è ormai totale; che il 100 per cento dei negozianti palermitani è soggetto a estorsioni; che il «fatturato» annuo del narcotraffico in Italia supera ormai i 45 mila miliardi.
Le armi, ha detto Sica, troppo spesso passano da una mano all’altra. Francesco Grignetti