19.5.2025. I resti della Quarto Savona Quindici, la Croma blindata saltata in aria il 23 maggio 1992 a Capaci, da quest’anno saranno sempre fruibili a Palermo. Ecco dove
Anche se il contachilometri dell’auto blindata su cui viaggiavano gli agenti della scorta di Giovanni Falcone si fermò su quel numero, in realtà la Quarto Savona Quindici (nome in codice della vettura) negli ultimi 33 anni ha fatto ancora tanta strada.
Portata in giro per l’Italia come simbolo di lotta per la legalità, i resti della Croma avranno nuova vita: la teca che li contiene sarà esposta nel Museo del Presente di Palazzo Jung e lì resterà per essere fruibile in modo permanente da tutti coloro che lo visiteranno.
Ad anticiparlo è Tina Montinaro, vedova del caposcorta Antonio Montinaro, che quel terribile pomeriggio viaggiava a bordo dell’auto insieme agli altri due agenti Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Nata a Napoli (il marito era salentino), è lei che da anni è simbolicamente alla guida della Quarto Savona Quindici per diffondere soprattutto nelle scuole il valore della memoria, la cultura della legalità e il rispetto delle regole.
Inevitabile chiedersi se dopo 33 anni e dopo migliaia di chilometri percorsi, la sua testimonianza sia riuscita a far breccia nelle coscienze delle nuove generazione.
«Vado di continuo nelle scuole di tutta Italia – racconta -. Anche se i giovani non hanno vissuto in prima persona le stragi di mafia, ho trovato spesso studenti, anche nelle elementari, molto preparati che hanno consapevolezza di quegli orrori. I bimbi recepiscono forse anche più degli adulti».
Una mano agli insegnanti arriva proprio da Tina Montinaro che col passare degli anni ha imparato a parlare ai più piccoli dopo aver parlato a lungo anche ai suoi figli, Gaetano e Giovanni, rimasti orfani del padre quando avevano appena 4 e 2 anni.
Il sacrificio di suo marito è al centro di un libro per bambini. Si intitola “Non ci avete fatto niente” (Casa editrice De Agostini). «Non poteva andare meglio. Non è il solito libro di mafia, perché non ne sarei capace, ci sono persone più preparate di me per scriverli. Ma è la storia mia e di Antonio spiegata ai bambini».
E cosa dice ai bambini? «Che la mafia esiste ancora, è cambiata ma esiste ancora. Non spara più come prima ma incide allo stesso modo, forse anche di più, specialmente al Nord. Quindi bisogna averne sempre consapevolezza per poterla combattere».
Ai giovani Tina Montinaro racconta chi era suo marito. «Ultimamente dico che più anni passano e più questo ragazzo, che nel giorno della strage aveva 29 anni, continua a riempirmi la vita. È stato un esempio, le sue scelte da sempre fanno camminare a testa alta me e i miei figli».
E ancora: «Se avessi possibilità di incontrarlo anche solo per un secondo, io e i mie figli non potremmo fare altro che dirgli grazie per quello che hai fatto per noi e per l’intero Paese».
La teca con i resti della Quarto Savona Quindici, intanto, è di nuovo in viaggio. Destinazione Palermo, dove il 23 maggio e nei giorni a seguire sarà esposta nel museo di Palazzo Jung.
«Stiamo consegnando la memoria alle nuove generazioni. La teca resterà lì, anche se solo in alcune occasioni la porterò in giro per l’Italia.
Il 23 maggio noi dell’associazione Quarto Savona Quindici saremo presenti anche al museo di via Lincoln insieme alle istituzioni».
Il 23 maggio noi dell’associazione Quarto Savona Quindici saremo presenti anche al museo di via Lincoln insieme alle istituzioni».
Le altre iniziative saranno al Giardino della memoria di Capaci. «Lì, dove tutto ebbe inizio», commenta Tina Montinaro. Grazie al suo impegno, quell’area, che in realtà insiste nel territorio di Isola delle Femmine, è diventata il simbolo di una rinascita.
La Croma blindata, dopo l’esplosione, finì la sua corsa proprio in quel terreno. Ed è lì, dove sono stati piantati alberi di ulivo dedicati a ogni vittima di mafia, che l’associazione Quarto Savona Quindici ricorderà, con le scuole e le istituzioni, i caduti nell’attentato.
«Ringrazio la presidenza della Commissione parlamentare nazionale antimafia che ha contribuito in modo concreto per la realizzazione della manifestazione. La mia gratitudine va anche alla Polizia di Stato e alle associazioni che parteciperanno agli eventi al Giardino della memoria», conclude Tina Montinaro.
Fonte Balarm