1.7.1992 Verbale interrogatorio GASPARE MUTOLO

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO  1.7.1992 – VERBALE DI INTERROGATORIO DI PERSONA SOTTOPOSTA AD INDAGINI

L’anno millenovecento92 il giorno 1 del mese di luglio alle ore 15.00, nei locali della Direzione Investigativa Antimafia in Roma, dinanzi ai Pubblici Ministeri Dr. Paolo BORSELLINO e Dr.Vittorio ALIQUO’, Procuratori Aggiunti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, assistiti dall’Isp.P. della PolStato AMORE Danilo, è comparso MUTOLO GASPARE, che invitato a dichiarare le proprie generalità e quanto altro valga ad identificarlo, con l’ammonizione delle conseguenze alle quali si espone chi si rifiuta di darle o le da false, risponde: MUTOLO Gaspare, nato a Palermo il 05.02.1940, detenuto presso una struttura di Polizia conosciuta dalla Direzione Investigativa Antimafia in ottemperanza all’ordinanza nr.2624 del 27.06.1992 della Procura Generale della Repubblica di Perugia. 

Invitato il MUTOLO, facendogli presente che viene interrogato nella qualita’ di indagato di reato collegato, a nominare un difensore di fiducia, dichiara: nomino mio avvocato di fiducia l’Avv.Luigi LI GOTTI del Foro di Roma il quale, convocato, viene introdotto nei locali dove si svolge l’interrogatorio ed unitamente al MUTOLO dichiara di consentire che l’atto venga immediatamente iniziato.

Il MUTOLO preliminarmente dichiara: ho fatto richiesta, nel corso dell’interrogatorio reso al Dr.VIGNA, di conferire con la S.V., Dr.BORSELLINO, dopo essermi espressamente dissociato dall’organizzazione mafiosa Cosa Nostra. Per le ragioni che ho indicato al Dr.VIGNA, che ribadisco, desidero che la S.V. partecipi ai miei interrogatori e desidero altresì che il Dr.DE GENNARO continui altresi ad occuparsi dei miei problemi di sicurezza e assistenza. Nel caso le SS.LL. ritengano di dover delegare gli interrogatori alla Polizia Giudiziaria desidero non venga delegata struttura diversa da quella del Dr.DE GENNARO. Cio’ non costituisce manifestazione di sfiducia verso taluno bensi mia intima necessità di parlare con persona che possa ben comprendermi.—

Naturalmente non ho nessuna difficoltà a colloquiare alla presenza e direttamente con il qui presente Dr.Vittorio ALIQUO. Dichiaro ancora che prima di scendere nei particolari circa i fatti criminosi che sono a mia conoscenza intendo fare un quadro cronologico complessivo delle vicende che mi hanno portato ad inserirmi all’interno di Cosa Nostra e alla mia permanenza e attività all’interno dell’organizzazione, riservandomi nei successivi interrogatori di meglio precisare i punti e rispondere alle domande delle SS.VV.

Sin da giovane sono stato piuttosto sveglio e godevo di una certa considerazione nel quartiere di PALLAVICINO dove abitavo anche se nato a BORGO VECCHIO; conoscevo i personaggi più in vista del quartiere ma nulla sapevo di cose riguardanti l’organizzazione mafiosa se non quelle che potevo immagginare e che apprendevo dalla voce pubblica.

Prima del 1965 trascorsi un periodo di detenzione perchè imputato per reati minori contro il patrimonio. In carcere fui messo nella stessa cella con RIINA SALVATORE con il quale mi mostravo parecchio deferente percependo che era persona importante che gli altri detenuti facevano la fila per salutarlo. Trascorrevo del tempo con lui giocando a dama e mi sottoponevo a piccoli trucchi per consentirgli sempre di vincere con me. Fui così preso dal medesimo in benevola considerazione.

Allorche riuscii ad avere con lui la necessaria confidenza gli chiesi dei consigli circa le persona cui avrei dovuto stare vicino a Partanna-Mondello una volta uscito dal carcere ed egli mi raccomandò di non fare nulla che potesse essere di danno a RICCOBONO SARO, aggiungendo perchè tutti gli altri erano destinati ad essere eliminati. Mi autorizzò anche ad rappresentare questo sui consiglio allorchè se ne fosse presentata l’occasione allo stesso RICCOBONO SARO ed a mandargli i suoi saluti. Fui scarcerato nel 1967 e mi avvenne di avvicinare il fratello di RICCOBONO SARO per fargli modificare un fucile del quale volevo tagliate le canne. Quando mi recai a riprenderlo si fece trovare RICCOBONO SARO il quale facendomi accomodare all’interno in un giardino, intraprese con me una conversazione che in buona sostanza verteva sul mio atteggiamento. E fu proprio in quella occasione che porgendogli i saluti di RIINA gli assicurai che io sarei stato sempre dalla sua parte.

Fui nuovamente arrestato e scarcerato nel 1968, ma non posso essere preciso in queste date in quel periodo sono stato più volte arrestato e scarcerato. Mi misi alla ricerca del RIINA che rintracciai tramite MANCUSO cognato di LEGGIO PINO e COTTONE PIETRO da Corleone. RIINA TOTO ben lieto di rivedermi cominciò ad utilizzarmi quale autista. Infatti più volte mi recai a prenderlo a
Monreale presso tale CASCIO GIOACCHINO. Più volte lo accompagnai a S.Giuseppe Jato insieme a BAGARELLA CALOGERO. In particolare a S.Giuseppe Jato lo portavo alla tenuta di tale MARIOLINO che era un uomo robusto non alto con i baffi e di colorito rossiccio, Lo accompagnavo anche a Ciaculli. Lo accompagnavo talvolta anche al villaggio Ruffini, dove solo successivamente intuii che si recasse probabilmente a trovare MADONIA CICCIO. Quindi fui nuovamente arrestato e rimasi detenuto fino al 1973 allorchè fui scarcerato subito dopo la strage di viale Lazio. Messomi alla ricerca di RICCOBONO SARO appresi che lo stesso si era trasferito a Marano di Napoli dove anche Io mi diressi portando con me la madre di SARO. Ricordo che era un periodo dove vi erano pressanti controlli, poichè vi erano state le dichiarazione di VITALE LEONARDO che aveva indicato molti appartenenti all’organizzazione mafiosa.

Giunto a Marano, presi alloggio in un appartamento assieme a VACCARO NINO e DI BELLA GIOACCHINO. Nel corso della notte ci fu un’irruzione della Polizia in quanto a Roma era stato effettuato l’attentato al Quest. MANGANO e al suo autista e la giulietta utilizzata dal commando era stata ritrovata incendiata nei pressi della tenuta del NUVOLETTA.

Nell’appartamento ove alloggiavo furono trovate tre pistole e fui pertanto arrestato e dichiarai agli inquirenti che mi trovavo colà casualmente in quanto avevo chiesto un passaggio al DI BELLA perchè era cammionista, essendomi sperduto per strada. Fui accusato dell’attentato a MANGANO, ma scarcerato dopo circa un mese. All’uscita dal carcere mi venne a prendere con una mercedes NUVOLETTA ANGELO e RICCOBONO ROSARIO e mi riportarono a Marano dove dopo tre o quattro giorni ebbi modo di incontrare RIINA TOTO’ che era alloggiato in un casolare. Verso la fine del giugno o inizi luglio 1973 a Marano nel baglio del NUVOLETTA Lorenzo alla presenza di: NUVOLETTA LORENZO, SARO RICCOBONO, un napoletano soprannominato BASTIMENTO ed D’AGOSTINO EMANUELE e qualche altro che non ricordo mi fu proposto di affigliarmi a Cosa Nostra e fui effettivamente affiliato con la classica cerimonia della puntura del dito (non ricordo quale, ma non era un dito particolare) inbrattamento con il sangue di una santina religiosa, bruciatura della santina nelle mani e formula del giuramento con promessa di non tradire mai Cosa Nostra, fui aggregato al gruppo di SARO RICCOBONO poichè allora la famiglia di Pallavicino-Partanna era sciolta e poichè era ancora in vita il suo vecchio capo nonchè rappresentante NICOLETTI VINCENZO e come appresso dirò era destinato ad essere eliminato.

A questo, alle ore 17.40, per esigenze d’Ufficio il presente interrogatorio viene sospeso e rinviato alle ore 19.00, dandosi atto che hanno assistito, per esigenze investigative, il T.Col. Domenico DI PETRILLO e il V.Q.a. Francesco GRATTERI, entrambi appartenenti alla D.I.A.  F.TO: PAOLO BORSELLINO, VITTORIO ALIQUO’, MUTOLO GASPARE, AMORE DANILO.

Alle ore 19.15, si riapre l’interrogatorio del MUTOLO Gaspare, dando atto dell’assenza dell’Avv.Luigi LI GOTTI allontanatosi per proprie ragioni d’ufficio.—

Il MUTOLO a.d.r.: in quell’epoca Cosa Nostra veniva retta da un triunvirato composto da BADALAMENTI GAETANO, BONTATE STEFANO e LEGGIO LUCIANO, da parte del BADALAMENTI, il quale ovviamente si era consultato con gli altri, ci venne l’ordine di far fuori il vecchio NICOLETTI VINCENZO appunto con la prospettiva della ricostruzione del mandamento della Piana dei Colli da affidare a RICCOBONO SARO.

Tale strategia il BADALAMENTI seguiva nell’intennto di contrastare quella dei Corleonesi che aspiravano invece a fare rappresentante di questo mandamento GAMBINO GIACOMO GIUSEPPE

La Commissione dell’attentato al NICOLETTI fu assegnata a INZERILLO TOTUCCIO e tale LA BARBERA ANGELO di Passo di Rigano, poichè questa famiglia capeggiata da DI MAIO SARO era all’epoca in disgrazia perchè accusata di aver appoggiato CAVATAIO MICHELE favorendo la latitanza dei suoi amici. Nell’intento di BADALAMENTI questa famiglia si sarebbe riabilitata facendo uccidere da propria elementi il NICOLETTI e questo avrebbe rafforzato la posizione del BADALAMENTI e a un tempo quella del RICCOBONO.—-L’oppurtunità di commettere l’attentato la diede tale BUFFA CICCIO  ‘oppurtunità di commettere l’attentato la diede tale BUFFA CICCIO fratello di BUFFA SALVATORE detto NERONE entrambi di S.Lorenzo. Il BUFFA CICCIO si reco dal NICOLETTI e vi si trattenne pochi minuti:il tempo per accertarsi che il NICOLETTI era nel suo magazzino in compagnia di tale MISIA. Quindi si allontanò e irruppero INZERILLO TOTUCCIO e LA BARBERA che spararono al NICOLETTI che sopravvisse. Anche il MISIA fu ferito.

Il NICOLETTI tuttavia fu ugualmente rimosso da capo famiglia salvando al contempo la vita. Gli si fece infatti sapere che se si fosse fatto vedere ad una certa ora al bar di Pallavicino, sostanzialmente esponendosi con questo gesto, sarebbe stato risparmiato. Egli fece come gli era stato detto e fu risparmiato sebbene posato.– A questo punto potè riformarsi la famiglia Pallavicino della quale fu fatto rappresentante RICCOBONO SALVATORE; si ricostitui la famiglia di Passo di Rigano con rappresentante INZERILLO TOTUCCIO; quella di S.Lorenzo con rappresentante BUFFA TOTO’ detto NERONE. Dopo qualche mese fu ricostituita anche la famiglia di Risultana con rappresentante MADONIA CICCIO. Contestualmente RICCOBONO divenne capo mandamento come ci fu annunciato da GRECO MICHELE in casa di BONTATE STEFANO. La nomina di RICCOBONO fu coeva alla ricostruzione della famiglia di Resuttana, infatti Io MICALIZZI SALVATORE e RICCOBONO SARO ci recammo da MADONIA CICCIO a fondo Patti per annunciargli ufficialmente ricostruire la sua famiglia. Fu intorno a quel periodo che cadde in disgrazia SCAGLIONE SALVATORE soprattutto nei confronti di LEGGIO LUCIANO infatti RICCOBONO in un incontro avuto con LEGGIO in casa di BONTATE STEFANO gli aveva fatto le condoglianze per la morte di BAGARELLA CALOGERO avvenuta nel corso della strage di viale Lazio qualche anno prima. Il LEGGIO gli aveva chiesto come sapesse che il BAGARELLA era morto ed il RICCOBONO aveva risposto con sincerità che glielo aveva detto SCAGLIONE SALVATORE. Di ciò il LEGGIO si era adirato moltissimo dicendo che lui aveva fatto divieto assoluto di raccontare della morte del BAGARELLA a chi che sia e che pertanto avrebbe fatto strangolare lo SCAGLIONE appena lo avrebbe visto davanti a se sia pure in occasione delle rionioni della Commissione di cui entrambi facevano parte, in realtà il LEGGIO si comportava così anche perchè sapeva che lo SCAGLIONE era molto vicino al BADALAMENTI e nel contempo gli era noto che all’interno della famiglia della Noce di cui era rappresentante vi era una forte corrente di contrasto in particolare sostenuta da SPINA RAFFAELE, ANSELMO ROSARIO e GANGI RAFFAELE. RICCOBONO rimase malissimo della decisione del LEGGIO e ne informo BADALAMENTI GAETANO mentre BONTATE come ho detto era presente; i due decisero così di intervenire pressando sul LEGGIO e sullo SCAGLIONE. Su quest’ultimo perchè non si presentasse in Commissione e sul primo perchè non facesse eseguire quella sua decisione. Così infatti avvenne per qualche tempo.  In questo periodo Io e RICCOBONO SARO abitavamo insieme in via Ammiraglio Rizzo entrambi latitanti e sotto falzo nome.

A questo punto alle ore 20.10, mentre il MUTOLO dichiara di poter ancora, ma in altro giorno, riferire non soltanto le linee generali dei fatti come sopra iniziate a narrare ma anche ulteriori singoli episodi di cui man mano potrà ricordarsi, si rinvia l’ulteriore audizione a data da destinarsi