«Non voglio dire come disse Nino Caponnetto nel giorno della strage che è finito tutto. Io dico invece che è ripartito tutto. Anche da un murale come questo si riparte. Ho molto apprezzato che papà sia stato rappresentato mentre fa il gesto della vittoria, perché so che era un inguaribile ottimista».
«La fotografia usata per l’opera è tratta da un album di famiglia». Durante il suo intervento Manfredi Borsellino non è riuscito a trattenere le lacrime.
«Mio padre voleva vincere questa guerra, ma gli è stato impedito. È stato lasciato solo da troppe persone vicine a lui, anche dal suo mondo lavorativo.
Ancora, siamo alla ricerca di questo amico che l’ha tradito.
E’ stato lasciato solo non solo dalle istituzioni, ma anche da quel mondo professionale, lavorativo, giudiziario che lo circondava e che avrebbe dovuto proteggerlo, salvaguardarlo come uno dei suoi figli prediletti».
GdS 17.7.2025
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🟥 Borsellino, le lacrime del figlio Manfredi: “Lasciato solo, ancora cerchiamo l’amico che lo tradì”
Inaugurato un murales raffigurante il giudice nei pressi di via D’Amelio
Adnkronos
“Mio padre era un inguaribile ottimista. Lui la voleva vincere questa guerra” contro la mafia. “Ma gli è stato impedito, da tanti”. “Forse anche da troppe persone vicine a lui, del suo mondo lavorativo. Ancora siamo alla ricerca di questo ‘amico’ che lo ha tradito. Lui venne lasciato da solo. Non soltanto dalle istituzioni, ma è stato lasciato solo anche dal mondo professionale, giudiziario e lavorativo che lo circondava. Che invece, più di altri, avrebbero dovuto proteggerlo e salvaguardarlo”. Sono le parole, tra le lacrime, di Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo Borsellino, che oggi ha partecipato alla inaugurazione di un murales raffigurante il padre, nei pressi di via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 venne ucciso con cinque agenti della scorta.
L’opera è stata realizzata da Andrea Buglisi. Qui sorgerà un centro sportivo, che sarà inaugurato a ottobre grazie alla collaborazione di Vivi Sano onlus di Daniele Giliberti.
“Anche da un murales come questo rinasce tutto. Può rinascere una città. Io non dirò ‘E’ tutto finito’, come disse all’indomani della morte di mio padre, no. E’ ripartito tutto, anche da un murales- dice Manfredi Borsellino tra le lacrime – I miei figli percorrono sempre questa strada e per me sarà molto emozionante che i loro figli, i miei nipoti un giorno potranno vedere il murales e soprattutto osservarlo in un gesto di vittoria, perché mio padre era un ottimista”.
Borsellino, il dolore di Manfredi
Raccontano che, oggi, Manfredi Borsellino, figlio di Agnese e Paolo,fratello di Fiammetta e Lucia, si sia commosso in via D’Amelio, a pochi giorni dall’anniversario della strage. Non c’è motivo di dubitare della cronaca, anche se noi non c’eravamo. Ed è vero che, altre volte, è capitato di vederlo provato, nell’amara consuetudine delle separazioni violente.
La perdita di un padre è sempre un taglio brutale con la vita che c’era prima, specialmente per dei figli giovani. Se poi il lutto privato è legato a una tragedia nazionale, ogni reazione, fatalmente, diventa un’eco che si diffonde all’infinito. Ed è normale che sia così.
Il dottore Manfredi Borsellino, visitando il murale dedicato realizzato da Andrea Buglisi, ha detto, con la consueta chiarezza, parole nette sulla morte del dottore Paolo Borsellino e dei coraggiosi che lo scortavano.
“Mio padre lasciato solo”
Ha detto: “Mio padre voleva vincere questa guerra, ma gli è stato impedito. E’ stato lasciato solo da troppe persone vicine a lui, anche dal suo mondo lavorativo. Ancora siamo alla ricerca di questo amico che l’ha tradito”.
“E’ stato lasciato solo non solo dalle istituzioni, ma anche da quel mondo professionale, lavorativo, giudiziario che lo circondava e che avrebbe dovuto proteggerlo, salvaguardarlo come uno dei suoi figli prediletti”.
Una denuncia circostanziata che serve alla memoria, a non disperdere il clima di quegli anni. Oggi è facile essere amici postumi del dottore Giovanni Falcone e del dottore Paolo Borsellino. Ma, ieri, in un periodo terribile, due magistrati valorosi furono anche lasciati soli. E ci riferiamo appena alla parte non ‘penalmente rilevante’, eppure non secondaria, della vicenda.
La Via Crucis di una famiglia
Poi c’è l’altra storia: quella che non sempre si ricorda, quella della Signora Agnese, di Fiammetta, Lucia e Manfredi. La Via Crucis di una famiglia, di una moglie che perse il marito, di figli che non videro più il padre, di un padre che, almeno su questa terra, non vide crescere i suoi figli.
La vita di queste carissime persone sarebbe stata diversa, senza l’orrore di via D’Amelio. Come sarebbe stata differente per tutte le vittime di mafia. La verità è un percorso faticoso, insicuro. Il dolore, invece è una certezza. Una condanna che non passa per chi gli sopravvive.
Borsellino: il figlio, mio padre è stato lasciato solo
Manfredi Borsellino, figlio del giudice ucciso dalla mafia in via D’Amelio insieme alla sua scorta 33 anni fa a Palermo, ha visitato il murale dedicato al magistrato realizzato da Andrea Buglisi a pochi passi dal luogo della strage.
Nell’opera è raffigurato anche Giovanni Falcone. “Non voglio dire come disse Nino Caponnetto nel giorno della strage che è finito tutto.
Io dico invece che è ripartito tutto.
Anche da un murale come questo si riparte – ha detto Manfredi Borsellino – Ho molto apprezzato che papà sia stato rappresentato mentre fa il gesto della vittoria, perché so che era un inguaribile ottimista”. “La fotografia usata per l’opera- ha spiegato – è tratta da un album di famiglia”. Durante il suo intervento Manfredi Borsellino non è riuscito a trattenere le lacrime. “Mio padre voleva vincere questa guerra, ma gli è stato impedito – aggiunge – E’ stato lasciato solo da troppe persone vicine a lui, anche dal suo mondo lavorativo. Ancora, siamo alla ricerca di questo amico che l’ha tradito. E’ stato lasciato solo non solo dalle istituzioni, ma anche da quel mondo professionale, lavorativo, giudiziario che lo circondava e che avrebbe dovuto proteggerlo, salvaguardarlo come uno dei suoi figli prediletti”.
Un murale per Borsellino a pochi passi da via D’Amelio, è il preludio al centro sportivo dedicato al giudice
L’opera si trova a ridosso dell’area dell’ex Fly Tennis dove sorgerà l’impianto polivalente ed è firmata dallo street artist Andrea Buglisi che ha ritratto il magistrato in più fasi della vita

Un murale di Andrea Buglisi per Paolo Borsellino apre la strada a un centro giovanile promosso da Vivi Sano in collaborazione con Kleìse e la Caritas Diocesana di Piana degli Albanesi proprio di fronte la via D’Amelio A pochi metri dal luogo della strage del 19 luglio 1992, nascerà il centro sportivo educativo Paolo Borsellino, nell’area dell’ex Fly Tennis. Ad annunciare l’apertura, prevista a fine estate al termine dei lavori di riqualificazione è anche la realizzazione di un progetto artistico di forte impatto simbolico: un murale firmato dal noto street artist Andrea Buglisi, autore di numerosi interventi pubblici legati alla memoria e all’identità civile, insieme a una squadra composta da Nadia Agata Troìa, Sofia Picone, Giulio Marchetti e Sara Rizzo.
La mattina di giovedì 17 luglio l’artista consegnerà l’opera, commissionata da Vivi Sano, a Manfredi Borsellino e all’intera comunità che se ne prenderà cura. L’opera, pensata per dialogare con i giovani attraverso un linguaggio visivo pop e contemporaneo, racconta la figura del magistrato attraverso immagini potenti e simboliche. Al centro, il giudice bambino stringe tra le mani l’agenda rossa, metafora della verità da custodire e tramandare. Accanto a lui, la figura dell’amico e collega Giovanni Falcone, la Fiat 126 imbottita di esplosivo, e i corvi – simbolo della mafia – che si trasformano in gabbiani, segno di libertà e speranza.
Lo spazio in fase di ristrutturazione grazie al sostegno del ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, di Banca d’Italia e da UniCredit, diverrà un centro sportivo polifunzionale, accessibile e aperto agli abitanti di Palermo e di Piana degli Albanesi, dove lo sport sarà motore di sviluppo sociale, strumento di crescita, inclusione e partecipazione. Un presidio educativo, nato nel cuore di un luogo profondamente segnato dalla storia, per generare nuovi orizzonti attraverso la cultura, l’arte e la pratica dell’attività fisica. Un progetto che intreccia bellezza e memoria, per dare forma concreta al cambiamento. PALERMO TODAY 17.7.2025
Un murale per Paolo Borsellino in via D’Amelio apre la strada a un centro giovanile
PALERMO. A pochi metri dal luogo della strage del 19 luglio 1992, in via D’Amelio a Palermo, nascerà il “Centro Sportivo Educativo Paolo Borsellino”.
Ad annunciare l’apertura, prevista a fine estate al termine dei lavori di riqualificazione è anche la realizzazione di un progetto artistico di forte impatto simbolico: un murale firmato dal noto street artist Andrea Buglisi, autore di numerosi interventi pubblici legati alla memoria e all’identità civile.
La mattina di giovedì 17 luglio l’artista consegnerà l’opera, commissionata da Vivi Sano, a Manfredi Borsellino ed all’intera Comunità che se ne prenderà cura.
L’opera, pensata per dialogare con i giovani attraverso un linguaggio visivo pop e contemporaneo, racconta la figura del magistrato attraverso immagini potenti e simboliche.
Al centro, il giudice bambino stringe tra le mani l’agenda rossa, metafora della verità da custodire e tramandare. Accanto a lui, la figura dell’amico e collega Giovanni Falcone, la Fiat 126 imbottita di esplosivo, e i corvi – simbolo della mafia – che si trasformano in gabbiani, segno di libertà e speranza. «La realizzazione del murale è un modo per accendere riflettori sulla rinascita di quest’area, e per trasmettere ai giovani un messaggio attivo di memoria e di impegno civile. Un progetto, quello del centro sportivo, che abbiamo condiviso sin dalla progettazione con i figli di Paolo, con il Seminario Diocesano Italo Albanese e gli enti partner di Piana degli Albanesi», ha dichiarato Daniele Giliberti, presidente di Vivi Sano, associazione che ha realizzato e gestisce a Palermo il Parco della Salute al Foro Italico, la Casa delle Ninfee al Parco Piersanti Mattarella e il Parco dei Suoni, spazio inclusivo nato in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi Florio e Salamone di Palermo nell’area adiacente al luogo dove sorgerà il nuovo centro.
Lo spazio in fase di ristrutturazione grazie al sostegno del Ministro per lo Sport e i Giovani Abodi, da Banca d’Italia e da UniCredit, diverrà un centro sportivo polifunzionale, accessibile e aperto agli abitanti di Palermo e di Piana degli Albanesi, dove lo sport sarà motore di sviluppo sociale, strumento di crescita, inclusione e partecipazione.
Un presidio educativo, nato nel cuore di un luogo profondamente segnato dalla storia, per generare nuovi orizzonti attraverso la cultura, l’arte e la pratica dell’attività fisica. Un progetto che intreccia bellezza e memoria, per dare forma concreta al cambiamento. IL MEDITERRANEO 16 luglio 2025
MANFREDI BORSELLINO