La BORSA di Paolo Borsellino, un simbolo fondamentale. Grazie a Mattarella, Colosimo e famigliari

 


di Paolo Borrometi

 

La borsa del dottor Paolo Borsellino è un simbolo, non un feticcio. È un simbolo che purtroppo è stato restituito “vuoto” del suo contenuto più prezioso, ma non del suo significato. È un simbolo, nel bene e nel male. Nel male, per l’urlante mancanza del suo oggetto più ricercato, l’agenda rossa in cui il magistrato appuntava i pensieri più importanti, e probabilmente scottanti anche per certi “traditori”.
Nel bene, perché un simbolo così richiama alle responsabilità e non mi iscriverò mai al “partito” di chi considera le Istituzioni a cui è stata consegnata come tutte colluse.

Le istituzioni vanno oltre, e lo dico – anche qui – per il simbolo, e restano nel tempo. 

Vedere quella borsa mi ha emozionato e riportato alla mente i versi del Poeta, “amor ch’a nullo amato amar perdona”. Perché chi è amato, come quella borsa, non potrà che restituire l’amore. E chissà che non sia proprio l’amore per quella meravigliosa presenza nella più alta rappresentazione della nostra democrazia, il Parlamento, a ricordarci i tanti pezzi di verità che mancano. 

Perché quei pezzi mancano e non si può far finta di nulla. Mani sporche di sangue – non solo dei “brutti, sporchi e cattivi” mafiosi – hanno causato la seconda gravissima strage del 1992, quella in cui persero la vita, oltre al dottor Paolo Borsellino, gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Mani sporche dello stesso sangue – certamente non mafiose – quelle che l’hanno presa da via d’Amelio in quegli stessi istanti, portata fuori dal luogo della strage, estratto l’agenda rossa e riportata all’interno della macchina.  
Incredibile ma vero. 

 


Ed allora è proprio per questa ragione, per l’altissimo ruolo che rivestono le Istituzioni, che vedere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accanto
ai figli del Magistrato è – uscendo per una volta dalle polemiche dell’antimafia – un segnale di vicinanza che la più Alta carica dello Stato avrà voluto dare.
Sergio Mattarella, presenza sicura per ogni cittadino in questi anni, non ha mai fatto della tragedia familiare un fatto pubblico.
Chi, però, ne conosce la sensibilità non potrà che apprezzare ancora una volta il suo schierarsi dal lato delle vittime, proprio quelle senza verità, come per Via D’Amelio (e non solo, non c’è una singola strage o omicidio che il Capo dello Stato non ha ricordato con pressanti richieste di verità negli anni del suo impegno presidenziale). D’altronde non si può non sottolineare che anche il brutale omicidio del presidente della Regione, Piersanti Mattarella, ancora oggi è intriso di verità mancanti.
Ci sarà tempo per dividersi nuovamente su questioni importanti come le “cause”, nel rispetto delle idee di tutti. Ma penso che, per una volta, dovremmo tutti plaudere ad iniziative come questa, simboliche appunto. E ringraziarne i rappresentanti istituzionali che l’hanno permessa (la presidente dell’antimafia Chiara Colosimo, innanzitutto), i familiari ed i tanti parlamentari, di tutti i partiti, che hanno partecipato. Perché i simboli servono tanto, anche a distanza di tanti anni, e ci svegliano, ricordandoci le nostre responsabilità. 

 

 

 

30 giugno 2025 🟧 Alla Camera il ricordo di PAOLO BORSELLINO alla presenza delle massime autorità istituzionali e dei figli del magistrato

 

SALVATORE BORSELLINO: “Esibiscono come un feticcio (la borsa) mentre l’oggetto vero del delitto resta nei caveau dei servizi segreti, protetto dal buio e dall’omertà istituzionale”.

 

 

Chi è PAOLO BORROMETI