Apre a Como il cantiere della legalità per la realizzazione di un’iniziativa senza precedenti: il primo centro europeo d’alta formazione contro il crimine organizzato e per la promozione dei diritti umani. Alla ristrutturazione della villetta sequestrata nel 2007 a un boss della ‘Ndrangheta nel comune di Cermenate collaboreranno fattivamente gli studenti delle scuole di formazione professionali per edili. Della cooperazione tra Progetto San Francesco, Cisl e Ance, l’associazione Costruttori comasca, hanno dato l’annuncio gli esponenti dei tre enti questa mattina in una conferenza stampa che si è tenuta presso la Camera di Commercio di Como alla presenza del Prefetto, Sua Eccellenza il dottor Michele Tortora.
Nel recupero dell’immobile di circa 100 metri quadrati verranno coinvolti gli studenti dell’Espe di Como grazie alla partecipazione attiva dell’Associazione Costruttori. “Si tratta di un progetto molto importante – ha confermato il Prefetto – poichè costituisce un’esperienza simbolica unica di recupero della legalità contro il proliferare delle infiltrazioni mafiose all’interno del tessuto imprenditoriale della nostra provincia”. “Un passo storico e fondamentale nel percorso di educazione alla legalità – ha aggiunto Alessandro De Lisi, Direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie – non a caso il cantiere prenderà il via a settembre, nell’anno del ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio con una cerimonia che vorrei fosse una prima lezione sociale aperta alla collettività, piuttosto che un’inaugurazione”.
L’impiego di alcuni aspiranti operatori edili simboleggia anche la necessità di educare le nuove generazioni di lavoratori a rispettare una diversa etica nel lavoro rispetto a quanto successo finora davanti alle pressioni mafiose, nell’intento di trasmettere un messaggio di responsabilità sociale ai giovani. Cna, da sempre sensibile ai temi della lotta alla criminalità organizzata, aderisce all’iniziativa e invita gli artigiani a partecipare. “Chiediamo agli imprenditori del territorio una mano per la realizzazione del centro studi – ha concluso Claudio Ramaccini, Consigliere Nazionale del Centro Studi Sociali contro le mafie – Qualsiasi contributo è bene accetto e ha un valore che va al di là di quello materiale. Ci piacerebbe che all’interno del centro fosse riunita l’eccellenza della produzione imprenditoriale della provincia di Como in modo da dare un segnale forte a chi non rispetta le regole che invece le imprese sane esistono, lavorano al top e rifiutano un sistema fatto di corruzione, riciclaggio e criminalità”.
Le imprese che volessero in qualche modo contribuire al Progetto possono già fin d’ora contattarci (De Mango 031/276441)