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SENATO della REPUBBLICA Mercoledì 8 Ottobre 2025 – 351ª Seduta pubblica
L’Assemblea ha avviato la discussione del ddl n. 1277 recante modifica alla legge 2 marzo 2023, n. 22, in materia di conflitto di interesse nell’ambito della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
Il relatore, sen. Balboni (FdI), ha illustrato il testo, che integra la legge istitutiva della Commissione parlamentare antimafia introducendo l’articolo 2-bis, che disciplina i casi di conflitto di interessi dei suoi componenti. È previsto l’obbligo di astensione dai lavori e dalla consultazione degli atti per chi si trovi in tale condizione, con dichiarazione da presentare entro dieci giorni dall’entrata in vigore della legge o al sopravvenire di nuovi fatti. Le situazioni possono essere segnalate anche da altri commissari e vengono valutate dalla Commissione, che garantisce il contraddittorio e redige una relazione sulle conclusioni.
Respinte la questioni pregiudiziali, illustrate rispettivamente dai sen. Ada Lopreiato (M5S) e Giorgis (PD), sulle quali si è espressa favorevolmente la sen. Maiorino (M5S), è iniziata la discussione generale, nella quale sono intervenuti i sen. Cataldi, Dolores Bevilacqua, Pirondini, Licheri, Felicia Gaudiano, Concetta Damante, Elisa Pirro, Sabrina Licheri, Elena Sironi, Alessandra Maiorino, Gisella Naturale (M5S) e Anna Rossomando (PD). I sen. di M5S hanno sostenuto che il ddl rappresenta una misura ad personam, finalizzata a escludere Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho dalla Commissione antimafia. Hanno evidenziato che il provvedimento non tutela la trasparenza, ma conferisce alla maggioranza un potere discrezionale di esclusione, alterando l’equilibrio istituzionale. Hanno altresì criticato un uso improprio del concetto di conflitto di interessi, applicato in modo generico e privo di fondamento giuridico ed espresso preoccupazione per il rischio di politicizzazione della Commissione, che dovrebbe restare luogo autonomo di indagine e garanzia democratica. La sen. Rossomando ha denunciato la violazione dell’articolo 67 della Costituzione, ritenendo il ddl lesivo della libertà e autonomia del mandato parlamentare; ha inoltre avvertito contro il tentativo di indirizzare politicamente le indagini sulle stragi di mafia, riducendone la portata.