Di Lionello Mancini
L’Autorità Antitrust ha già assegnato il rating di legalità a 122 imprese. Tra queste 21 hanno meritato il massimo, tre stellette. E di una di queste aziende parleremo oggi, perché il caso della Pineta Grande Srl è un caso speciale, che merita speciale attenzione. Pineta Grande Srl è un’impresa attiva da anni nel difficile mondo della sanità campana. E già questo dice molto, anche se non ancora tutto: la società è il Presidio ospedaliero polispecialistico di Castel Volturno, località più che sensibile nella geografia del rischio del Paese.
Aggiungiamo al settore e alla geografia, il cognome della famiglia proprietaria – Schiavone -, un caso di omonimia tipico della zona, ma che qualche verifica parentale in più deve averla richiesta. Per tutto questo, forse, la decisione dell’Authority è stata preceduta da approfondimenti durati cinque mesi, ma proprio per tutto questo rappresenta un successo speciale, come appena ricordato. L’idea di fregiarsi del rating di legalità è nata a novembre dal presidente dell’Organismo di vigilanza della società, Silvio Poggi, che interpreta con un certo vigore il ruolo previsto dalla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e delle società. Un “certo vigore” significa che Poggi è vissuto come un implacabile ma utilissimo rompiscatole, che mette il naso ovunque il suo ruolo gli consenta, rilevando le aree di rischio e di possibile miglioramento dell’organizzazione e delle procedure più delicate. Si va dai rapporti con le istituzioni a quelli con i fornitori; dagli studi legali ai servizi di mensa; senza risparmiarsi la formazione del personale e il continuo affinamento delle cartelle cliniche. Insomma, tutto quel mondo che scricchiola in ogni Regione e che presenta criticità importanti.
Che, moltiplicate per 100, ben raffigurano il contesto di una clinica convenzionata polispecialistica nel Casertano. Quando, però, Poggi, nel novembre 2013 (dopo due anni di lavoro gomito a gomito con la proprietà, il management e gli oltre 500 dipendenti) propone a Schiavone la maratona del rating, ne riceve un sì immediato dal vertice e subito iniziano le pratiche per ottenere le stellette.
Massima la cautela in Piazza Verdi, le verifiche si fanno approfondite fino al puntiglio: ci sono anche un paio di incontri di messa a punto con la Direzione Rating di legalità e infine, a maggio, la lettera di attribuzione del punteggio a tre stelle, risultante dai requisiti di base e dai requisiti premiali ulteriori, oltre l’adesione ai protocolli di legalità nazionali, la tracciabilità finanziaria e la 231 seriamente interpretata dal proprietario fino all’ultimo quadro. Il “di più” riconosciuto alla Pineta Grande Srl (che fattura svariate decine di milioni) è dovuto all’iscrizione volontaria alle white list della prefettura di Caserta e a due denunce per tentata estorsione, presentate alle forze dell’ordine.
Che cosa ci racconta la storia della Pineta Grande Srl? Che, a volerlo fortemente, non ci sono settori né regioni che possano impedire a una società di tenersi saldamente ancorata ai princìpi della legalità. E se si può fare a Castel Volturno, nel campo della Sanità, quali problemi dovrebbero incontrare le grandi società nelle “facili” Lombardia dell’Expo e nel Veneto del Mose?
Sole 24 Ore 16.6.2014