Nuove minacce agli amministratori. Auto bruciate nella notte a Fino Mornasco (CO)

Comunicato PSF, News e precedenti

Luce sui fatti di Fino Mornasco e solidarietà agli amministratori che denunciano

Il Progetto San Francesco è al fianco degli Amministratori, del Sindaco Napoli e delle forze investigative, sostenendo un rapido successo giudiziario per far chiarezza e giustizia su quanto accade a Fino Mornasco. Il comune è una delle amministrazioni aderenti al Progetto San Francesco, che con Cermenate è coinvolta in un programma di proposte strategiche come quella di destinare parte dei capitali mafiosi confiscati al recupero dei beni immobili appartenuti ai boss o la costituzione di un fondo sociale per le politiche attive del lavoro, proprio grazie al 35% dei soldi che lo Stato ha tolto ai clan.  “Il comasco non è il Far West, alle intimidazioni il mondo del lavoro e della cultura siano al fianco degli amministratori locali che cambiano le regole degli appalti e agli imprenditori che denunciano le pressioni e le minacce. Questo assalto alla democrazia territoriale e alle istituzioni ci impone una nuova stagione della lotta per la cultura della legalità fatta di proposte e di strategie comuni: serve un pool sociale antimafia, capace di unire istituzioni e imprese, sindacati e mondo della cultura e delle associazioni in un nuovo patto contro i clan in tempo di crisi”, così Alessandro de Lisi, direttore del centro studi sociali contro le mafie Progetto San Francesco in una nota di solidarietà agli amministratori di Fino Mornasco.

 

 

 La Provincia   30.9.2012

Un altro gravissimo doppio episodio di intimidazione nei confronti degli amministratori comunali di Fino Mornasco dopo le minacce al sindaco Giuseppe Napoli, una cui foto era stata ritrovata in piazza De André accanto a una croce e a una bomba a mano senza carica.

Questa volta a essere presi di mira sono stati il consigliere Luciano Introzzi, la cui figlia Veronica si è vista bruciare l’auto sotto la sua abitazione ai confini con Vertemate, e l’assessore al commercio Luca Cairoli, che nella stessa notte ha avuto un’auto incendiata nella concessionaria Fino Motori di cui è titolare lungo la Statale dei Giovi.
Il sindaco in consiglio comunale: «Le cause sono un punto di domanda, ma restano le reiterate minacce a esponenti della nostra maggioranza in un’inquietante escalation di violenza».

Due macchine bruciate a due esponenti dell’amministrazione comunale.  I fatti sono accaduti martedì notte, intorno all’una, quasi in contemporanea. È stata incendiata l’auto di Veronica, figlia del consigliere Luciano Introzzi , sotto la sua abitazione ai confini con Vertemate, in una traversa della Statale dei Giovi. Il genero del consigliere è titolare di una ditta di edilizia, la Intro gess.
Non lontano è stata data alle fiamme anche una Fiat 500 in vendita al concessionario Fino Motori, sulla Statale dei Giovi, di proprietà dell’assessore al commercio Luca Cairoli . A denunciare i due gravi episodi è stato il sindaco Giuseppe Napoli durante la seduta del consiglio di ieri: «Sono due fatti terribili, forse collegati – ha detto – Le cause sono un punto di domanda, ma restano le reiterate minacce a nostri esponenti in una escalation di violenza in paese. È inquietante». 
Non è la prima volta che a Fino si verificano episodi simili. Ed è la terza volta che viene colpita la concessionaria di Luca Cairoli: nel dicembre del 2011 una vettura è stata data dalle fiamme e nel febbraio seguente da un’auto in corsa (poi si è scoperto essere rubata) qualcuno ha frantumato la vetrina con colpi di fucile. 
Cairoli è un assessore nuovo alla politica e giovane per età, il suo racconto tradisce tutta l’inquietudine per questi attentati: «Alla nostra concessionaria, quando la gestiva mio padre, in 30 anni non era mai successo niente di simile. Adesso tre attacchi in poco tempo. Dicono che questi fatti siano legati alle intimidazioni subite dal sindaco. Ma io non ne conosco i motivi». 
«La politica non c’entra»
«Secondo me quanto accaduto non è legato alla politica – dice Luciano Introzzi – e non c’è analogia tra quello che è successo a mia figlia e ciò che si è verificato alla “Fino motori”. Certo spaventa la vicinanza di tempi e luoghi». 
I carabinieri hanno acquisito i filmati della telecamera del vicino bar Bianchi, sulla Statale dei Giovi.
Anche il sindaco è stato di recente oggetto di minacce: in piazza De André a maggio è stata trovata una croce con la foto di Giuseppe Napoli e una bomba a mano senza carica. La solidarietà alle famiglie e alle vittime di queste vigliacche dimostrazioni di forza è unanime. Ma è unanime anche il silenzio sulle cause, sui motivi e sui presunti autori di tali scellerate azioni. 
Sono più di dieci anni che a Fino si ripetono atti simili: proiettili spediti via posta, una mitragliata ai danni della macchina di un ex assessore. 
Tutti i presenti al consiglio di ieri, anche il pubblico e i semplici cittadini, snocciolavano a mezza voce aneddoti preoccupanti. Non ci sarebbero però piste concrete. 
Misteriosi interessi
I consiglieri a microfoni spenti ipotizzano racket, pizzo da riscuotere, manovre legate al piano di governo del territorio che non sono piaciute a misteriosi interessi, c’è perfino chi arriva a sostenere che in fondo questo sia un buono spot elettorale. 
Resta la certezza che a Fino esiste un problema di intimidazioni che si succedono a ritmi sempre più serrati. Il sostegno della popolazione è stato più volte espresso con manifestazioni, in occasione della minaccia ai danni del sindaco Napoli una fiaccolata, alla quale hanno preso parte numerosi sindaci della zona, ha testimoniato solidarietà e voglia di chiarezza.