Caltanisetta 9.10.2012
Sei appartenenti alle forze dell’ordine sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Caltanissetta assieme ad altre quindici persone accusate a vario titolo di aver imposto e gestito slot machine truccate e controllate dalla mafia, con un danno di svariati milioni per l’erario.
GLI ARRESTATI – Ad altre 21 persone, responsabili dei bar e dei circoli ricreativi dov’erano installati i videogiochi illegali, è stato notificato un provvedimento di interdizione dall’esercizio dell’attività d’impresa a bar e circoli ricreativi coinvolti nell’inchiesta. Le 42 misure cautelari sono state emesse dal gip del Tribunale di Caltanissetta su richiesta della Dda. Tra gli arrestati ci sono un sostituto commissario di polizia, un assistente capo della polizia penitenziaria, un assistente capo della polizia di Stato, due marescialli della Guardia di Finanza e un vigile urbano.
MACCHINETTE TRUCCATE – Avvisi di garanzia hanno raggiunto altri militari della Guardia di Finanza e alcuni dipendenti civili del ministero dell’Interno. Secondo gli inquirenti, a capo del milionario giro d’affari ci sarebbero tre fratelli imprenditori, Matteo, Salvatore e Luigi Allegro, arrestati anche con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Dello stesso reato risponde il sottufficiale degli agenti di custodia. Corruzione, concussione e frode informatica i reati contestati. Per 19 degli arrestati è stata disposta la custodia in carcere, mentre agli altri due sono stati concessi gli arresti domiciliari. La presunta organizzazione avrebbe monopolizzato il settore dei videogiochi, costringendo gli esercenti a installarli nei loro locali. Con un telecomando o un codice segreto, gli apparecchi si trasformavano in slot machine o videopoker, che eludevano il fisco con incassi in nero e nello stesso tempo riducevano l’ammontare della vincita a discapito dei giocatori.