Genova – il Prefetto antimafia a Napoli

 

Genova – E’ stato il primo prefetto a parlare, senza giri di parole, della presenza, tangibile, della criminalità organizzata a Genova, e anche il primo a intervenire – e ribadire il concetto – nell’aula del consiglio comunale. «Il rischio di inquinamento del sistema degli appalti è concreto», scandì nella sala rossa Francesco Antonio Musolino, e su questo leitmotiv ha impostato gran parte del suo lavoro: il sistema “Sciamano”, importato da Reggio Calabria, un programma informatico che fotografa nei dettagli tutti gli appalti attivi – compresa la catena di subappalti – fino alla centrale unica degli appalti, la sfida più grande, il cui impianto è appena stato cristallizzato con la firma del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. E, sempre in tema di trasparenza degli appalti, i patti con industriali e imprenditori, senza dimenticare la mappatura on-line dei reati. Flash di tre anni di mandato che si stanno per concludere: ieri sera il consiglio di ministri ha ufficializzato il suo trasferimento alla prefettura di Napoli, dove prenderà il posto di Andrea De Martino, destinato alla pensione. Al suo posto a Genova arriverà il prefetto di Cagliari, Giovanni Balsamo.

Classe ‘49, Balsamo ha due anni in più di Musolino. Catanese, inizia la sua carriera a Gorizia, dove resta fino al grado di capo di gabinetto. Poi passa alla prefettura dell’Aquila, quindi al ministero dell’Interno, dove ricopre una serie di ruoli chiave, fino all’incarico commissariale nel Comune di Roma. Nominato prefetto il 12 giugno 2000, l’anno dopo è a Cagliari da commissario. Ancora commissario alla Provincia di Matera, quindi all’Asl 4 di Napoli, dal 2007 è prefetto di Trieste. Dal 12 gennaio 2010 si insedia alla prefettura di Cagliari. Il suo nome, di recente, è balzato all’onore delle cronache per la decise gestione della sicurezza del nuovo stadio del Cagliari. È stato Balsamo a rinviare d’urgenza la partita con la Roma, dopo che il presidente della società rossoblù Massimo Cellino aveva inviato i tifosi, nonostante la partita si sarebbe giocata a porte chiuse, a raggiungere comunque lo stadio Is Arenas.

La carriera di Balsamo si incrocia perfettamente con quella di Musolino arrivato a Genova da Reggio Calabria nell’ambito dello stesso pacchetto di trasferimenti. Musolino, nato a Santo Stefano in Aspromonte, ha trascorso la sua carriera tra Milano e la Calabria. Dopo il primo incarico a Reggio, passa a Milano, quindi è destinato alle prefetture di Crotone e Cosenza, quindi, da prefetto, proprio a Reggio Calabria.

Il passaggio di Musolino alla prefettura di Napoli è di fatto una promozione e completa una mini-rivoluzione dei vertici della prefettura di Genova che ha visto partire, nel recente passato, il capo di gabinetto, Antonio Garufi, ora vice prefetto vicario di Firenze e un vice prefetto, Edoardo Sottile, passato allo staff del ministro Cancellieri. Il capoluogo campano è considerata per le carriere prefettizie una sede di primissima fascia, a differenza di Genova, che è “solo” di prima fascia. La decisione del ministro Cancellieri e del governo chiude anche un cerchio ideale aperto con la contestata ristrutturazione del bagno della prefettura. Una vicenda rivelatasi una scheggia dell’inchiesta – poi esplosa – sul modus operandi del provveditorato alle opere pubbliche, l’ente interregionale (la sede di Genova dipende da Milano), che gestisce portafogli e ristrutturazioni di tutte le proprietà dello Stato, dalle caserme ad, appunto, le prefetture. Un ente che, almeno secondo la Procura – il pm Paola Calleri – per anni è stato del tutto inquinato da un sistema di favori e tangenti, capaci di produrre (anche) prezzi per i lavori assai più alti del necessario.

Uomo portato al massimo understatement, Musolino, estraneo a quell’indagine – per i magistrati e per gli ispettori inviati dall’allora ministro Roberto Maroni – porta tuttora i segni di quella vicenda. Una vicenda che ha pagato, per un motivo particolare e importante, almeno agli occhi delle alte sfere del Viminale. «Era essenziale non dare adito al sospetto che il trasferimento fosse legato a quella vicenda». Così, nel tempo, alcune cariche importanti, in predicato per essere assegnate a Musolino – un esempio: l’agenzia nazionale che gestisce i beni confiscati alle mafie – sono andate ad altri. Fino al “risarcimento” deciso ieri a sera inoltrata.