Se i giudici della Cassazione dovessero dar ragione agli avvocati di alcuni degli imputati condannati in primo grado quali boss della ‘ndrangheta, per un centinaio di persone finite in cella un paio di anni fa nell’ambito dell’operazione antimafia Infinito potrebbero tornare in libertà. Il tutto mentre a Milano si sta per aprire l’appello contro le 110 condanne inflitte (quindici delle quali a carico di comaschi) lo scorso anno in udienza preliminare. La battaglia, combattuta a colpi di atti giudiziari ma che rischia di avere conseguenze clamorose sul piano pratico, riguarda le motivazioni della sentenza. In particolare sotto accusa c’è una stampante difettosa. Quando, nei mesi scorsi, il magistrato ha depositato la mastodontica sentenza (905 pagine) un incidente di percorso ha fatto gridare allo scandalo diversi avvocati. Il deposito della sentenza, infatti, è avvenuto in due momenti. Nel primo mancavano alcune parti della motivazione. Da qui il ricorso in Cassazione.
14.10.2012 La Provincia