La Direzione investigativa antimafia, nell’ambito di una serie di controlli previsti dal prefetto di Imperia, Fiamma Spena, ieri mattina è tornata sul cantiere del porto di Ventimiglia, a Marina San Giuseppe.
Si tratta di verifiche contro le possibili infiltrazioni mafiose nei cantieri che rientrano nelle attività di routine, previste appositamente per i grandi appalti. Ma che, ovviamente, complice quella che è la situazione di Ventimiglia, Comune sciolto per contiguità con la criminalità organizzata, assumono qui un carattere e un’attenzione particolare. Lo stesso porto di Ventimiglia, del resto, anche se marginalmente, era finito nella relazione prefettizia che, sulla base di quanto raccolto dalla commissione d’accesso, ha poi portato allo scioglimento del consiglio comunale.
Due, in particolare, gli elementi citati nel dossier. La presenza sul cantiere, all’indomani della sua inaugurazione, della ditta dei fratelli Pellegrino, finiti più volte nel mirino della Direzione distrettuale antimafia. I quali, come spiegato dalla stessa Cala del Forte, società costruttrice dell’approdo turistico degli Scoglietti, avevano però avuto rapporti solo con la ditta Gestione Cave, che insieme all’impresa Carminati (ancora presente sul cantiere di Ventimiglia) aveva fornito parte dei massi utili per la costruzione del porto turistico.
Nella stessa relazione del prefetto Spena, finita sul tavolo del ministro Cancellieri, si evidenziava poi anche l’indagine nei confronti dell’ex segretario comunale di Ventimiglia, Achille Maccapani, reo – a giudizio degli inquirenti – di non aver chiesto a Cala del Forte il necessario certificato antimafia. Certificato di cui la ditta era regolarmente in possesso e che la stessa Cala del Forte aveva poi presentato, su richiesta, successivamente.
Ma, insomma, ovvio che il clima ventimigliese impone verifiche particolarmente accurate. Ieri mattina agli Scoglietti, oltre agli uomini della Dia, coordinati dal dottor Mascia, nell’ambito di una verifica interforze, c’erano anche il maggiore Paolo Cambieri, comandante del reparto operativo provinciale dei carabinieri, e il colonnello Santioni, del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Imperia. Insieme a loro, hanno effettuato una serie di controlli e verifiche anche gli uomini dell’ispettorato del lavoro.
Gli investigatori hanno verificato i documenti di tutte le persone presenti sul cantiere, i rapporti di lavoro, la documentazione delle due ditte subappaltatrici che lavorano per Cala del Forte: la “Euromare” e la “Opelmar”, che si occupano degli interventi nel bacino portuale.
Patrizia Mazzarello – il Secolo XIX
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