L’INCONTRO E’ APERTO A TUTTI
ANDREA GALLI (1974) vive e lavora a Milano. Dopo aver scritto per il “Corriere di Como” e “Avvenire”, è attualmente cronista al “Corriere della Sera”, dove si occupa di inchieste, storie e criminalità.
TRAME2 – Festival dei libri di mafia
PRESENTAZIONE A COMO 16.11.2012
Andrea Galli, giornalista del Corriere della Sera, ha presentato a Como il suo ultimo libro. L’incontro si è tenuto ieri sera presso la Canottieri Lario. Hanno animato la serata Marco Guggiari, vice direttore del Corriere di Como e Paolo Annoni, giornalista del Corriere di Como. Fra il pubblico, il Questore Michelangelo Barbato e il suo vice Eliseo Santoro, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri, Federico Ninni, Claudio Ramaccini e Benedetto Madonia del Progetto San Francesco.
Andrea Galli del “Corriere della Sera” presenta il suo libro edito da Rizzoli
Andrea Galli, classe 1974, cronista di razza e profondo conoscitore del territorio lariano, oggi a Como svelerà aneddoti e retroscena di chi è stato protagonista delle maggiori operazioni di polizia contro la criminalità organizzata.
Prestigioso giornalista del “Corriere della Sera” – nella cui redazione si occupa soprattutto di cronaca nera, consumando la proverbiale “suola delle scarpe” come ogni buon giornalista degno di questo nome dovrebbe fare – a caccia di storie emblematiche dei nostri grami tempi, presenta infatti in città il suo primo libro.
L’INCONTRO
L’appuntamento è per oggi alle 21 nella storica cornice della Canottieri Lario “Giuseppe Sinigaglia” in viale Puecher. Il titolo del volume di Galli edito da Rizzoli è eloquente: Cacciatori di mafiosi.
IL LIBRO
Il saggio si legge con il ritmo incalzante di un giallo ma è nato da storie tutte vere, composte in un puzzle di vicende legate ai grandi latitanti della criminalità organizzata, raccontate con lo sguardo dei segugi che hanno avuto ragione di loro. Così Galli dà la caccia ai cacciatori, uomini e donne che hanno dedicato la vita, in senso letterale, a una precisa missione: di dare scacco matto a mafia, camorra, ’ndrangheta e delinquenza albanese.
LE STORIE
Il libro svela risvolti inquietanti: ad esempio le regole che i boss impongono a parti cospicue del Paese. Si pensi a Rosarno, dove si è arrivati al parossismo: un cittadino su dodici appartiene alle cosche mafiose. Ma non sono aride sequenze di dati o retorici richiami all’impegno: il libro ha il sapore della terra, del sudore di chi la lavora e la difende. Ci sono raffigurazioni così dettagliate che il lettore si domanda se Galli sia stato presente di persona quando sono avvenuti i fatti raccontati, cercando di seguire le tracce gli uomini delle squadre speciali della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri
C’è ritmo. C’è adrenalina, c’è il senso della sfida, perché – come dice l’ispettore Mario Catalano di cui riferisce Andrea Galli nel suo libro – «I mafiosi non parlano mai. Al massimo bisbigliano. E noi dobbiamo sentire quello che non dicono, dobbiamo sentire quello che pensano».
Ci sono le donne divise sulle due sponde, quella della legalità e quella del crimine, quelle che stanno dalla parte sbagliata, e quelle dalla parte giusta, ad esempio la vivandiera del boss e la poliziotta in incognita. Ci sono i bunker, che permettono di vivere lontano dalle regole della convivenza normale e del codice penale, e dove immancabilmente vivono rintanati i grandi ricercati. Non mancano messaggi di speranza, come quello del comandante Lupo: «Con le cosche impari a conviverci da piccolo. Se sei fortunato scegli subito da che parte stare, fidati, è così. Con l’impegno e gli esempi positivi della tua famiglia e dei tuoi insegnanti, stai certo che non passerai mai dalla parte sbagliata».
E ci sono però anche le cocenti delusioni, come quando viene catturato il latitante di mafia Domenico Raccuglia, momento storico circondato da un silenzio che se non dichiaratamente omertoso fa comunque pensare e lascia l’amaro in bocca: «Non c’erano i palermitani, non c’era Palermo. Non c’erano genitori, insegnanti, avvocati, imprenditori, politici, preti, commercianti, non c’erano notai, filosofi, docenti universitari, non c’erano pensionati, artigiani, fornai, ristoratori, pescatori…».
Così Galli ci permette di conoscere i segreti di un lavoro svolto nell’ombra, le procedure, i tempi, interamente modellati sulle abitudini dei ricercati, le strategie d’azione e le tecniche d’indagine. Un mestiere in cui si cammina su un confine sottile come una lama di rasoio, che ti prende la vita e ti costringe ogni giorno a decidere da che parte stare. L’iniziativa ha il sostegno del “Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco”.
Corrirere di Como 16.11.2012