Cacciatori di mafiosi di Andrea Galli

 

 

IULM – LIBERA UNIVERSITA’ DI LINGUE E COMUNICAZIONE – FACOLTA’ DI COMUNICAZIONE, RELAZIONI PUBBLICHE E PUBBLICITA’ – IL MASTER IN GIORNALISMO IULM

 LOCANDINA

 
“CACCIATORI DI MAFIOSI ”
 
 
 
 
 
Di   Andrea Galli Rizzoli Editore
Introduce:
Ivan Berni, giornalista e docente del Master in Giornalismo
Intervengono:
Andrea Galli, autore e cronista del “Corriere della Sera”
Alessandro De Lisi, Direttore Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco
Modera:
Claudio Schirinzi, giornalista e docente del Master in Giornalismo
 
Martedì 22 gennaio 2013 – ore 11.30

L’INCONTRO E’ APERTO A TUTTI

 

 


 

PRESENTAZIONI PRECEDENTI

 ANDREA GALLI (1974) vive e lavora a Milano. Dopo aver scritto per il “Corriere di Como” e “Avvenire”, è attualmente cronista al “Corriere della Sera”, dove si occupa di inchieste, storie e criminalità.

  TRAME2 – Festival dei libri di mafia

Cacciatori di mafiosi
Bisogna essere rapidi e ragionare in fretta quando si è infiltrati. Avere sangue freddo per gli appostamenti a fari spenti, per i pedinamenti lungo le strade di paesi fantasma. Una pazienza ostinata per passare al setaccio ore e ore di intercettazioni. Servono fiuto e intelligenza per accorgersi del particolare più insignificante, per capire di chi ci si può fidare e di chi si deve sospettare. È questo il mestiere dei cacciatori di mafiosi, gli uomini delle squadre speciali della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri che Andrea Galli, giornalista del “Corriere della Sera”, è riuscito ad avvicinare per ottenere rivelazioni e retroscena e ricostruire le catture di superlatitanti come Antonio Iovine, Ciccio Pesce, Domenico Raccuglia e Rocco Aquino. I segreti di un lavoro svolto nell’ombra, le procedure, i tempi, interamente modellati sulle abitudini dei ricercati, le strategie d’azione e le tecniche d’indagine. Un mestiere in cui si cammina su un confine sottile come una lama di rasoio, che ti prende la vita e ti costringe ogni giorno a decidere da che parte stare.

 


 

 

PRESENTAZIONE A COMO 16.11.2012

Andrea Galli, giornalista del Corriere della Sera, ha presentato a Como il suo ultimo  libro. L’incontro si è tenuto ieri sera presso la Canottieri Lario. Hanno animato la serata Marco Guggiari, vice direttore del Corriere di Como e Paolo Annoni, giornalista del Corriere di Como. Fra il pubblico, il Questore  Michelangelo Barbato e il suo vice Eliseo Santoro, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri, Federico Ninni, Claudio Ramaccini e Benedetto Madonia del Progetto San Francesco.

Ramaccini, Barbato, Galli, Ninni Annoni, Galli, Guggiari
 
 
 
 

 A CACCIA DI MAFIOSI

 Andrea Galli del “Corriere della Sera” presenta il suo libro edito da Rizzoli

Andrea Galli, classe 1974, cronista di razza e profondo conoscitore  del territorio lariano, oggi a Como svelerà aneddoti e retroscena di chi è stato protagonista delle maggiori operazioni di polizia contro la criminalità organizzata.
Prestigioso giornalista del “Corriere della Sera” –  nella cui redazione si occupa soprattutto di cronaca nera, consumando la proverbiale “suola delle scarpe” come ogni buon giornalista degno di questo nome dovrebbe fare –  a caccia di storie emblematiche dei nostri grami tempi, presenta infatti in città il suo  primo libro. 
L’INCONTRO
L’appuntamento è per oggi alle 21 nella storica cornice della  Canottieri Lario  “Giuseppe Sinigaglia” in viale Puecher. Il titolo del volume di Galli edito da Rizzoli è eloquente:  Cacciatori di mafiosi.
IL LIBRO
Il saggio si legge con il ritmo incalzante di un giallo ma è  nato da storie tutte vere, composte in  un puzzle di vicende legate ai grandi latitanti della criminalità organizzata, raccontate con lo sguardo dei segugi  che hanno avuto ragione di loro. Così Galli dà la caccia ai cacciatori, uomini e donne che hanno dedicato la vita, in senso letterale, a una precisa missione: di dare scacco matto a mafia, camorra, ’ndrangheta e delinquenza albanese.
LE STORIE
Il libro svela risvolti inquietanti: ad esempio le regole che i  boss  impongono a parti cospicue del Paese. Si pensi  a Rosarno, dove si è arrivati al parossismo: un cittadino su dodici appartiene alle cosche mafiose.  Ma non sono aride sequenze di dati o retorici richiami all’impegno: il libro ha il sapore della terra, del sudore di chi la lavora e la difende. Ci sono raffigurazioni così dettagliate che il lettore si domanda se Galli sia stato presente di persona quando sono avvenuti i fatti raccontati, cercando di seguire le tracce gli uomini delle squadre speciali della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri
C’è ritmo. C’è adrenalina, c’è il senso della sfida, perché – come dice l’ispettore Mario Catalano di cui riferisce Andrea Galli nel suo libro – «I mafiosi non parlano mai. Al massimo bisbigliano. E noi dobbiamo sentire quello che non dicono, dobbiamo sentire quello che pensano».
Ci sono le donne divise sulle due sponde, quella della legalità e quella del crimine, quelle che stanno dalla parte sbagliata, e quelle dalla parte giusta, ad esempio la vivandiera del boss e la poliziotta in incognita. Ci sono i bunker, che permettono di vivere lontano dalle regole della convivenza normale e del codice penale, e dove immancabilmente vivono rintanati i grandi ricercati. Non mancano messaggi di speranza, come quello del comandante Lupo: «Con le cosche impari a conviverci da piccolo. Se sei fortunato scegli subito da che parte stare, fidati, è così. Con l’impegno e gli esempi positivi della tua famiglia e dei tuoi insegnanti, stai certo che non passerai mai dalla parte sbagliata».
E ci sono però anche le cocenti delusioni, come quando viene catturato il latitante di mafia Domenico Raccuglia, momento storico circondato da un silenzio che se non dichiaratamente  omertoso fa comunque pensare e lascia l’amaro in bocca: «Non c’erano i palermitani, non c’era Palermo. Non c’erano genitori, insegnanti, avvocati, imprenditori, politici, preti, commercianti, non c’erano notai, filosofi, docenti universitari, non c’erano pensionati, artigiani, fornai, ristoratori, pescatori…».
Così Galli ci permette di conoscere i segreti di un lavoro svolto nell’ombra, le procedure, i tempi, interamente modellati sulle abitudini dei ricercati, le strategie d’azione e le tecniche d’indagine. Un mestiere in cui si cammina su un confine sottile come una lama di rasoio, che ti prende la vita e ti costringe ogni giorno a decidere da che parte stare. L’iniziativa ha il sostegno del “Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco”.

Corrirere di Como 16.11.2012