APPALTI IREN: SULLE ISPEZIONI MAI STATA DETTA LA VERITA’

Tre anni fa consegnato un esposto della Filca Cisl Liguria  alla Procura della Repubblica sulla situazione degli appalti Iren. Ora gli arresti

 
Tre anni fa è stato consegnato un esposto dalla Filca Cisl Liguria direttamente alla Procura della Repubblica sulla situazione degli appalti Iren. Oggi possiamo dire che non parlavamo di fantasmi. Non c’è stata mai verità sulle ispezioni effettuate. L’unica realizzata è stata in via Venezia dove era stato rilevato un subappalto non denunciato, un lavoratore non regolare, scavi non eseguiti nella norma. Il tutto alla presenza di: segretario generale ligure della Filca Cisl Salvatore Teresi, un operatore della Fillea Cgil, assessori Scidone, Senesi e da un responsabile dell’Aster. Da allora nessun’altra ispezione è stata fatta rispetto a tutti i siti che avevamo segnalato. Di fatto, il tutto è stato occultato. Il gruppo di lavoro di ispezione era stato concordato e composto dall’assessore senesi, le OO.SS, responsabili di Aster e comando dei vigili in una riunione del Comune di Genova.  
Il 6 dicembre avverrà l’incontro fra organizzazioni sindacali, Iren e Comune di Genova con l’assessore Oddone: nell’occasione l’organizzazione sindacale avanzerà un’unica richiesta: l’adesione al protocollo di legalità prefettizia da parte di Iren. Se Iren si ritiene parte lesa dovrà dimostrarlo con fatti concreti e non parole. Questi ultimi fatti giudiziari, sia gli arresti che il danno al sistema economico della regione, impongono una doppia lettura. Il malaffare e l’esigenza di scorciatoie, furberie e corruzione sono materia per la magistratura, mentre il danno al mercato del lavoro impegna le parti sociali, in speciale modo il sindacato a reagire strutturalmente attraverso nuove proposte sociali. Se il crimine organizzato e il malaffare locale si intrecciano rischiano di compromettere lo sviluppo e la competitività necessari per uscire dalla crisi. Oggi chiediamo a Regione Liguria e comune di Genova di ripensare alle strategie ordinarie per la legalità ed incentivare una nuova stagione condivisa a sostegno di un disciplinare territoriale di responsabilità sociale, premessa utile per i protocolli di legalità. Questi arresti devono impegnare oltre la protesta e spingere tutti verso la realizzazione di un nuovo blocco sociale responsabile, attivo contro le mafie e la mafiosità
 


 

 

 


 GENOVA24.IT  – 28.11.2012

Lavori alla rete gas taroccati, la proposta della Filca Cisl: “Iren aderisca al protocollo di legalità

Genova. A poche ore di distanza dagli arresti, la Filca Cisl Liguria interviene sulla questione degli appalti Iren. “Tre anni fa – si legge in un comunicato – è stato consegnato un esposto dalla Filca Cisl Liguria direttamente alla procura della Repubblica sulla situazione degli appalti Iren. Oggi possiamo dire che non parlavamo di fantasmi. Non c’è stata mai verità sulle ispezioni effettuate. L’unica realizzata è stata in via Venezia dove era stato rilevato un subappalto non denunciato, un lavoratore non regolare, scavi non eseguiti nella norma”. “Da allora – continua la Filca Cisl – nessun’altra ispezione è stata fatta rispetto a tutti i siti che avevamo segnalato. Di fatto, il tutto è stato occultato. Il 6 dicembre avverrà l’incontro fra organizzazioni sindacali, Iren e Comune di Genova con l’assessore Oddone. Nell’occasione avanzeremo un’unica richiesta: l’adesione al protocollo di legalità prefettizia da parte di Iren. Se Iren si ritiene parte lesa dovrà dimostrarlo con fatti concreti e non parole”. “Questi ultimi fatti giudiziari, sia gli arresti che il danno al sistema economico della regione, impongono una doppia lettura. Il malaffare e l’esigenza di scorciatoie, furberie e corruzione – conclude la Filca Cisl – sono materia per la magistratura, mentre il danno al mercato del lavoro impegna le parti sociali, in speciale modo il sindacato a reagire strutturalmente attraverso nuove proposte sociali. Se il crimine organizzato e il malaffare locale si intrecciano rischiano di compromettere lo sviluppo e la competitività necessari per uscire dalla crisi. Oggi chiediamo a Regione Liguria e comune di Genova di ripensare alle strategie ordinarie per la legalità ed incentivare una nuova stagione condivisa a sostegno di un disciplinare territoriale di responsabilità sociale, premessa utile per i protocolli di legalità. Questi arresti devono impegnare oltre la protesta e spingere tutti verso la realizzazione di un nuovo blocco sociale responsabile, attivo contro le mafie e la mafiosità”.


 SECOLO XIX – 27.11.2012

 Corruzione, funzionario Iren in carcere

 Operazione della Finanza, nel mirino i lavori per la manutenzione della rete gas, affidati a ditte “amiche” e mal eseguiti

Genova – In un’operazione che ha impiegato circa 140 uomini, la guardia di Finanza del capoluogo ligure ha eseguito otto provvedimenti di custodia cautelare (5 in carcere, 2 ai domiciliari, 1 obbligo di firma) nei confronti di alcuni tecnici e funzionari dell’Iren e di ditte che da questa avevano ottenuto appalti per lavori di manutenzione e potenziamento degli impianti di fornitura del gas. Secondo quanto ricostruito dai militari, i lavori venivano eseguiti «in modo difforme dalle norme contrattuali», anche «non rispettando le prescrizioni sui materiali da utilizzare»: in alcuni casi, per esempio, dopo la posa di tubi sotto la sede stradale veniva poi utilizzata una quantità di asfalto inferiore al previsto per la copertura.  Le indagini hanno permesso di scoprire che alcuni funzionari dell’Iren avrebbero ricevuto «compensi di vario genere», come «buoni benzina e viaggi» da esponenti delle ditte che avevano ottenuto gli appalti finiti nel mirino della magistratura.

 Di seguito, i nomi delle persone coinvolte:

Mauro Bonadeo, funzionario di Genova Reti Gas (controllata da Iren), carcere
Antonio Percivale, tecnico di Genova Reti Gas (controllata da Iren), obbligo di firma
Piero Furnò, legale rappresentante della Betoncat, carcere
Mario Papotto, responsabile per Genova della Betoncat, carcere
Francesco Jannelli, subappaltatore della Betoncat, carcere
Vincenzo Virgillito, ragioniere della Betoncat, carcere
Mauro Tagliabue, responsabile della Liguria Enery Gas, domiciliari
Luca Pietrangeli, subappaltatore della Liguria Enery Gas, domiciliari

 

In totale, sono 38 le persone denunciate, accusate a vario titolo di frode in pubbliche forniture e corruzione. Le intercettazioni: «rumenta» negli scavi
«Butta dentro m… o rumenta»: questa una delle frasi intercettate dagli investigatori e agli atti dell’inchiesta, definite dagli inquirenti «biasimevoli». Dalle telefonate fatte da Jannelli ad alcuni operai emerge un sistematico ordine a usare per il riempimento degli scavi materiali non idonei e terra di risulta, definiti continuamente «m…» o «rumenta».

In una telefonata fatta da Jannelli al figlio, relativa a un cantiere di via Fereggiano, aperto una ventina di giorni dopo l’alluvione che il 4 novembre del 2011 provocò sei morti, l’imprenditore dice al figlio di riempire lo scavo «con la m… che avete scavato». Il metodo usato dalle ditte coinvolte nello scandalo era sempre lo stesso: lo scavo veniva riempito con la «rumenta», poi coperta da un sottile strato di sabbia, in modo da ridurre drasticamente i costi. L’operazione non riguarda solo la Liguria: perquisizioni e arresti sono stati eseguiti, oltre che a Genova e nella sua provincia, anche in provincia di Modena, di Asti, di Enna, Catania, Siracusa, Bologna e Savona. A metà pomeriggio, l’azienda ha commentato che «Iren non ha ottenuto alcun vantaggio dai fatti oggetto d’indagine e, se gli stessi risultassero provati, sarebbe anzi parte lesa. La società ha ritenuto opportuno nominare un legale di fiducia per tutelare i propri interessi».