Verso una nuova contrattazione sociale antimafia
Verso una nuova contrattazione sociale antimafia.
Ad Amelia, sede storica dela formazione Fim Cisl, secondo appuntamento con il PSF, a cura di Rosario Iaccarino responsabile Fim della formazione e consigliere nazionale del Progetto San Francesco. Un appuntamento dedicato alla contrattazione sociale antimafia, dedicato ai dirigenti del sindacato dei metalmeccanici.
Le mafie oggi sono ormai avviate verso una nuova forte identità finanziaria, capaci di usare il radicamento sociale e il consenso politico offerti dalla crisi economica e occupazionale.
A cu ti runa u pani l’ha chiamari patri, a chi da il lavoro devi chiamarlo “padre” recita il detto popolare mafioso, un motto radicato nel pensiero e nell’azione delle cosche nel Mezzogiorno e che oggi rischia di diventare filosofia clientelare diffusa.
Nella crisi chi da lavoro o lavoretti può essere considerato un benefattore e non soltanto un imprenditore, quindi un datore di lavoro, e come tale deve essere rispettato chinando la testa, senza lamentele e soprattutto senza rincorrere pericolose idee sindacali di diritti ed eguaglianza solidale.
Questo rumore pericoloso di assuefazione al favore del lavoro rischia di inquinare il mercato, anche perchè è oramai assai diffusa la rassegnazione verso ha politica “al ribasso”.
Nel settore della metalmeccanica, i veri rischi di infiltrazione criminale sono estremamente elevati nel campo dei servizi collegati (ad esempio guardiani a degli stabilimenti, ristorazione, trasporti e forniture) e nella catena dei subappalti di manutenzione e assistenza, mentre la cultura mafiosa del ricatto e della corruzione entra dai cancelli principali. Gli scandali Finmeccanica e Ilva sembrano essere storie di ordinaria cronaca di corruzione, mentre celano un ventre molle che rischia di essere colpito dai ricatti criminali, dal consenso criminale, dal collocamento finanziario criminale.
I sindacalisti della FIM Cisl infatti sono estremamente preoccupati tanto della crisi occupazionale quanto della ricaduta sociale e territoriale che queste ultime ferite industriali in effetti rischiano di concretizzare.
Per scongiurare l’angolo politico, la FIM rafforza le relazioni formative e politiche con il Progetto San Francesco, del quale è promotrice nazionale, chiedendo un ulteriore attenzione a favore della contrattazione per il welfare integrativo e della legalità. Concretamente significa contrattare nella crisi rafforzati dalle relazioni istituzionali ed economiche che altre esperienze di bilateralità hanno indicato, e che oggi vanno allargate e incoraggiate. Prossima tappa a maggio, per il decennale di Terra Futura con i magistrati, gli economisti e i protagonisti sociali che da tempo ormai incoraggiano il cammino comune, sindacato dei metalmeccanici e Progetto San Francesco insieme contro la corruzione e la clientela nel mondo del lavoro.