Firewall a Reggio Calabria, un altro passo contro i clan

 
 
Una sala affollata di lavoratori delle banche e delle poste per dire no ai ricatti dei clan e conoscere bene i rischi del riciclaggio di denaro. Grazie allo sforzo della Fiba Cisl e di Mario Capocci, insieme al Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco, continua il percorso di formazione popolare dei lavoratori sui rischi penali e pecuniari di chi rimane incastrato nei ricatti professionali, o peggio nella rete grigia di chi ha come scopo imprenditoriale criminale il riciclaggio di proventi illeciti.

A pagare sono sempre i lavoratori delle banche e delle poste, come anche in tutti gli altri settori industriali del mondo del lavoro poiché le imprese e le aziende hanno davvero poca voglia di spendere soldi in formazione. Ecco che il sindacato continua il suo impegno a tutela del lavoratore ma anche di un’idea di società ad “alta responsabilità”.

A Reggio Calabria, grazie al lavoro di sindacalisti solidi come Luciano Belmonte, Paolo Tramonti e oggi di Tina Ascanelli e Franco Sergio il patto sociale deve essere innanzi tutto con la magistratura inquirente più efficace contro i clan e capace di suggerire una prospettiva sociale nuova di riscatto storico, nel lavoro, dalla cultura mafiosa.

Proprio Tina Ascanelli, in qualità di componente della Segreteria dell’Unione Sindacale Territoriale, in un momento molto forte, ricordando le parole del Presidente del Senato Piero Grasso, ha annunciato l’adesione della Cisl di Reggio Calabria al Progetto San Francesco, mentre Franco Sergio ha tenuto a sottolineare quanto il Sindacato dei lavoratori delle Poste della Cisl riconosca come fondamentale un progetto comune teso a rafforzare la contrattazione sociale e la responsabilità sociale. Un altro passo nella costruzione di un patto civile e sindacale tra il sud e il nord, verso il federalismo della responsabilità e della legalità, verso una più ampia bilateralità europea.