Nella notte scorsa divelto il plinto alla memoria di Falcone e Borsellino a Firenze
Il PSF con i partner di Terra Futura, con il sostegno del Comune di Firenze, un anno fa poneva un plinto commemorativo delle stragi di Capaci e via d’Amelio. In un giorno di festa, il Progetto San Francesco contro le mafie ha voluto stringere ancora di più il legame tra la città di Palermo con Firenze, entrambe città martiri del terrorismo politico mafioso del tritolo, una lapide, un albero e un giardino urbano.
Proprio nel giardino dell’orticultura, legato da secoli all’Accademia dei Georgofili, ha sede la pietra della memoria danneggiata nella notte scorsa, già deposta alla presenza del Procuratore Quattrocchi, capo della DDA fiorentina, di Ivan Lo Bello vice presidente di Condindustria, di Angelo Corbo, poliziotto sopravvissuto alla strage di Capaci del maggio del 1992, iniziativa voluta con la Cisl e le altre Federazioni sindacali e associazioni che sostengono il PSF.
“Certo le coincidenze del calendario non mancano, ma alla kabala criminale non ci credo. Piuttosto chi ha voluto provare a danneggiare la pietra, estraendola dalla sede con l’intento di umiliare la memoria, ha ottenuto l’effetto opposto. Firenze non è una città di mafia e non temiamo di lavorare il doppio contro le mafie nel mondo del lavoro.
Gli autori affetti da ignoranza compulsiva sono invitati a seguire i nostri programmi e impegni popolari, certo che sapranno ravvedersi e finalmente maturare civicamente” così invita alla riflessione e alla prudenza Alessandro de Lisi, direttore del PSF informato dagli amici del presidio fiorentino del Progetto San Francesco.