Le prime lezioni di Expo2015

 

 

di Lionello Mancini

Da tre giorni è iniziata la lunga avventura dell’Expo. Le somme si tireranno a novembre, ma intanto è già possibile prendere buona nota di alcune lezioni, utili a far meglio in futuro.

Prima lezione

L’impegno nel contrasto alle infiltrazioni mafiose, non può diventare l’alibi per lasciar scorrere rivoli o fiumane di corruzione. L’allerta anti-cosche è doveroso (i mafiosi sono all’opera a latitudini impensate e nelle posizioni più delicate) e ormai anche sperimentato, ma è evidente che non ci sia stata la stessa determinazione per impedire manipolazioni e corruttele. Verso questi problemi, proprio come accadeva per l’antimafia fino a pochi anni fa, è stata disegnata una pletora di filtri poco efficace, per non dire di pura facciata, come dimostra il gran daffare di polizia, procure e infine dell’autorità Anticorruzione, sospinta in tutta fretta nella mischia nove mesi fa.

Seconda lezione

Per la selezione in chiave antimafia delle imprese, le white listfunzionano e hanno consentito di neutralizzare il grosso dei rischi di infiltrazione. E funzionano non solo per i controlli preventivi richiesti alle aziende, ma anche perché il metodo si è consolidato proprio sul versante dei privati e ha sdoganato un concetto fondamentale: l’assunzione di responsabilità dell’imprenditore non è pura supplenza delle inefficienze dello Stato, ma partnership necessaria per ridurre al minimo l’attrito dell’illegalità negli ingranaggi del sistema economico. Un’importante estensione del principio di sussidiarietà che chiede al privato visione strategica e investimenti in governance, informatica, procedure per contribuire alla semplificazione della collaborazione con lo Stato. Allo stesso scopo, lo Stato deve sbrigarsi a rivedere il Codice appalti e la legislazione sulle lobby, nonché ad applicare le disposizioni per una Pubblica amministrazione trasparente. 

Terza lezione

Barriere antimafia e precauzioni anticorruzione non funzioneranno finché resteranno pratiche isolate in un panorama degradato dalla violazione o dall’assenza di regole. Per questo la radiografia effettuata su un’impresa che richieda il rating o l’ingresso in white list spazia dalla regolarità contrattuale a quella contributiva, dal rispetto dell’ambiente alla sicurezza sul lavoro, dalla trasparenza delle procedure alla tracciabilità finanziaria. Se questo contesto non è valido, barriere e precauzioni diventano chiacchiere e bugie con le gambe cortissime. Aggravate, come abbiamo visto a Milano, dal fatto che l’inciampo del singolo disonesto getta una luce sgradevole sul settore e sulla categoria, offuscandone reputazione, impegno e credibilità generali.

Quarta lezione

Non si possono eliminare le deviazioni nel mercato, l’inefficienza dei servizi, l’esplosione dei costi, continuando a inseguire le malefatte in un’interminabile partita che oppone controllati a controllori, perché alla fine perdiamo tutti. Le verifiche vanno ovviamente intensificate e affinate, ma non è credibile l’infittirsi del numero già spropositato e ingestibile di divieti e paletti a danno di soggetti che a volte sopravvivono solo se riescono a scansarli. In una spirale insensata, gli obblighi si sommano alla furbizia, che induce nuove normative inapplicabili, portatrici di altre scappatoie. Alla fine, tutti puntano il dito contro l’inadeguatezza del sistema giudiziario, mentre le stazioni appaltanti restano 30mila, le gare nascono per divorare denaro pubblico, nessun camouflage salva i viadotti che cedono.

Quinta lezione

La tormentata realizzazione di Expo2015 – di fatto iniziata tre anni fa: pochi, anche per il genio italico – dovrebbe richiamare decisori, gestori ed esecutori a operare con occhi più attenti al bene comune. Fino al 2012, il Paese ha assistito sgomento a scaramucce da cortile, al piazzamento degli uomini “giusti” (per i politici), alle beghe sui terreni e persino sulla metratura degli uffici dirigenziali. Ma ormai sappiamo che i ritardi più o meno programmati e le urgenze finali sono la premessa allo scardinamento della normalità, della buona gestione e della legalità.

SOLE 24 ORE 4.5.15