GIOACCHINO PENNINO

 Pennino Gioacchino classe 1938 laureato a 23 anni

 

il collaboratore di giustizia Pennino, già con un ruolo di spicco nella Democrazia Cristiana siciliana negli anni ’70, ’80 e ’90, nonché esponente di vertice di Cosa Nostra ed appartenente alla massoneria, ha riferito ai magistrati in ordine a tali correlazioni. Sentito in data 25 febbraio 2014, Pennino ha reso dichiarazioni che ad avviso degli inquirenti si rivelano di indubbia attendibilità e chiariscono in maniera più netta le cointeressenze fra mafia siciliana – ‘ndrangheta – servizi segreti deviati andandosi a profilare quale ulteriore step dell’agire “riservato” delle organizzazioni mafiose, e, in particolare, di quella calabrese.  

Il profilo di Gioacchino Pennino. Classe 1938, laureato a 23 anni, Pennino vince un concorso nazionale per funzionario dell’Inam (Istituto nazionale assicurazioni malattie) e viene eletto segretario provinciale di Palermo, e poi regionale in Sicilia, del sindacato dei medici aderente alla Cisl. Intanto apre un laboratorio di analisi chimiche a Palermo. Alla fine degli anni Settanta gli dicono che è stato affiliato a Cosa Nostra, anziché col rito della “pungitura”in modo riservato. Il tutto al fine di consentirgli di entrare a far parte della loggia P2 di Licio Gelli. Nel 1978 Gioacchino Pennino diventa segretario della circoscrizione Democrazia Cristiana di Ciaculli, e da allora riceve diversi incarichi dal partito, spesso col compito di scegliere i rappresentanti politici delle istituzioni. Ex consigliere comunale di Palermo con la Dc, quando scoppia la seconda guerra di mafia, per non rimetterci la pelle lui e la sua famiglia, si mette a disposizione dei corleonesi di Totò Riina, Leoluca Bagarella e Bernardo Provenzano, ma solo da un punto di vista professionale, facendo da sponda fra politica e massoneria.