GIOVANI A RISCHIO: dopo la denuncia di Fiammetta Borsellino e l’inchiesta de L’Espresso, allarme dalla Procura di Palermo

 

FIAMMETTA BORSELLINO: “CON LA CHIUSURA DELLE SCUOLE RISCHIAMO DI CONSEGNARE MIGLIAIA DI GIOVANI ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA”

Intervista  TG SKY24 alla dottoressa Fiammetta Borsellino – VIDEO



«Stiamo perdendo per sempre migliaia di ragazzini, pensiamo al loro futuro»L’allarme del procuratore di Palermo Massimo Russo dopo l’inchiesta dell’Espresso sui casi di abbandono della scuola e il rischio che vengano utilizzati dalla mafia: “Il prossimo governo utilizzi le risorse del Recovery fund per riprendere questi minori e dare loro maggiori opportunità”

«Il governo utilizzi i fondi del Recovery fund per recuperare una generazione  di bambini e ragazzi che rischia di perdersi». Il procuratore dei minori di Palermo, Massimo Russo, chiede maggiori risorse per la scuola e la formazione, intervenendo sull’inchiesta dell’Espresso sulla crescita dell’abbandono scolastico in questo anno di pandemia in realtà difficili come Napoli e Palermo e gli annessi rischi che migliaia di ragazzini finiscano nelle mani delle mafie.

Procuratore Russo state ricevendo maggiori segnalazioni di abbandono scolastico e disagi in famiglia?  «Purtroppo sì e siamo molto preoccupati, registriamo un incremento delle segnalazioni di liti familiari e di bambini che presentano un disagio psichico: dall’apatia all’uso smodato di pc e tablet, due dirette conseguenze dei lockdown e della chiusura delle scuole. Aumentano  sempre più i casi di minori che assistono a scene di violenza tra genitori, verifichiamo maggiori condizioni di  difficoltà all’interno dei nuclei familiari, amplificate dalle prescrizioni restrittive per la pandemia. Ma soprattutto un elemento di grande tensione è costituito dall’aggravarsi della povertà per molte famiglie. C’è un evidente cambiamento di stile e di vita che si ripercuote sui minori».

Fiammetta Borsellino ha lanciato un allarme sul rischio che i minori fuori dalla scuola finiscano nelle mani della mafia. Lei vede questo pericolo?  «E’ ovvio che per quasi un anno è saltato il sistema scolastico e certo non possiamo addossare la colpa a nessuno: c’è stato un fatto eccezionale,  una pandemia che ha sconvolto le nostre vite. Ma è chiaro che i bambini e i ragazzi non seguiti dalle famiglie, senza spazi e senza mezzi come tablet e pc, sono abbandonati a se stessi. Tutte le azioni di prevenzione, sostegno e monitoraggio delle persone più fragili si sono interrotte a causa del virus e questo è un altro grande problema. In questo contesto  così critico sono preoccupato per i percorsi, che a breve o nel prossimo futuro, possono intraprendere questi ragazzi che in determinati ambienti rischiano di essere coinvolti  nelle organizzazioni criminali. Come dimostrano le recenti operazioni antimafia a Palermo, cosa nostra è pronta a prendersi l’anima e il corpo di questi ragazzini e delle loro famiglie, con il suo efficacissimo  welfare sociale nei confronti degli strati della popolazione meno abbiente che ha maggiormente patito le conseguenze della crisi economica: aiuti concreti con beni di prima necessità, generi alimentari, vestiario, farmaci, sostegni vari in cambio di riconoscenza e consenso».

Lo Stato, nelle sue diramazioni, cosa dovrebbe fare per evitare che l’abbandono scolastico di questo anno di pandemia abbia conseguenze irreparabili?  «Il Paese ha una grande opportunità, quella del Recovery fund. Vorrei che parte di queste risorse venisse utilizzate per un grande progetto di recupero e di sostegno per i nostri ragazzi in difficoltà che altrimenti rischiamo di perdere in questo periodo  di pandemia e scuole chiuse o aperte a singhiozzo. Come? Investendo nella formazione, con asili nido e tempo pieno nelle scuole, in attività extra scolastiche e progetti di inclusione sociale e in opportunità di lavoro. E, ancora,  assumendo un esercito di assistenti sociali da destinare ai Comuni. Investendo in un vero welfare per le famiglie disagiate e a rischio di marginalità: magari cominciando a dotarli di una connessione internet e di un pc o di un tablet».

Lei pensa che ci sia questa sensibilità al momento da parte delle istituzioni? «Guardi , l’ascensore sociale era già inceppato, adesso ha cominciato a muoversi ma scende giù.  Ed è un fatto gravissimo che alimenta diseguaglianze e sperequazioni e ne vedremo le conseguenze  quando si tornerà alla normalità. Il Paese deve pensare a recuperare questi bambini e questi ragazzi svantaggiati, subito. Altrimenti  entreranno dritti in circuiti illegali ed il costo sociale sarà enorme perché a determinate latitudini a rafforzarsi saranno le organizzazioni mafiose»L’ESPRESSO 10.2.2021 di Antonio Fraschilla


“La scuola si cura non si chiude”: sit-in di genitori, studenti e prof in piazza Verdi. Girotondo per chiedere che il ritorno in classe di lunedì non sia l’ennesima “falsa partenza”  Genitori, studenti e insegnanti si sono ritrovati in piazza Verdi con striscioni e cartelli per chiedere la riapertura delle scuole. O meglio per chiedere che il ritorno in classe di lunedì non sia l’ennesima “falsa partenza”, visto che di mezzo ci sono bambini e ragazzi che stanno “accusando il colpo”. “La scuola si cura non si chiude”, lo slogan principale

“Chiediamo attenzione verso il mondo della scuola – dice Fabrizio Brancato, papà di due ragazzi – Del resto i presidi hanno lavorato sodo per riaprire. Poi, invece, la scuola è stata penalizzata e con la scuola i bambini e i ragazzi di cui nessuno si cura. La scuola sia messa nelle condizioni di andare avanti in sicurezza senza aperture e chiusure continue”. Davanti al teatro Massimo, genitori e bambini hanno preso la parola per chiedere di tornare a scuola, non per una settimana o due, ma fino alla fine dell’anno scolastico.

Genitori, studenti e insegnanti si sono ritrovati in piazza Verdi con striscioni e cartelli per chiedere la riapertura delle scuole. O meglio per chiedere che il ritorno in classe di lunedì non sia l’ennesima “falsa partenza”, visto che di mezzo ci sono bambini e ragazzi che stanno “accusando il colpo”. “La scuola si cura non si chiude”, lo slogan principale. “Chiediamo attenzione verso il mondo della scuola – dice Fabrizio Brancato, papà di due ragazzi – Del resto i presidi hanno lavorato sodo per riaprire. Poi, invece, la scuola è stata penalizzata e con la scuola i bambini e i ragazzi di cui nessuno si cura. La scuola sia messa nelle condizioni di andare avanti in sicurezza senza aperture e chiusure continue”. Davanti al teatro Massimo, genitori e bambini hanno preso la parola per chiedere di tornare a scuola, non per una settimana o due, ma fino alla fine dell’anno scolastico. “La scuola non può essere la prima a chiudere e l’ultima a riaprire – dice Loriana Cavaleri, mamma di un bambino di quarta elementare – Non è possibile che nessuno si chieda come stanno i bambini e i giovani in questa città, il silenzio delle amministrazioni è allarmante. Devono essere prese tutte le misure di sicurezza, screening a tappeto e piano vaccinazioni prioritario per il personale scolastico e i docenti”. (Claudia Brunetto, foto di Mike Palazzotto)

“La scuola non può essere la prima a chiudere e l’ultima a riaprire – dice Loriana Cavaleri, mamma di un bambino di quarta elementare – Non è possibile che nessuno si chieda come stanno i bambini e i giovani in questa città, il silenzio delle amministrazioni è allarmante. Devono essere prese tutte le misure di sicurezza, screening a tappeto e piano vaccinazioni prioritario per il personale scolastico e i docenti”. Alle 16, ai Quattro Canti, sarà il momento degli studenti delle superiori. Il sit-in, organizzato dalla Rete degli studenti Medi, vuole affrontare il tema del rientro adesso previsto per il 1° febbraio: “Ritornare? Sì, ma come?”.   di Claudia Brunetto LA REPUBBLICA 17.1.2021


Conte ricorda Paolo Borsellino, la figlia del giudice: “Vero omaggio è riaprire scuole al più presto”. Il presidente del Consiglio, intervenendo al Senato, ha voluto omaggiare il magistrato ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio e che oggi avrebbe compiuto 81 anni. La figlia Fiammetta: “E’ inutile il ricordo se non si fa qualcosa per aiutare i ragazzi a farli uscire dall’isolamento”.
“Parliamo in questi giorni tanto di Coronavirus: c’è un virus forse peggiore, rimane il virus della mafia. La difesa della legalità è ragione ontologica del governo, è nel nostro dna. E’ una deliberata strategia di azione, sarà sempre così finchè il governo sarà qui”. Con queste parole il premier Giuseppe Conte, nel corso del suo intervento in Senato per la fiducia, ha ricordato il giudice Paolo Borsellino, che oggi avrebbe compiuto 81 anni. “Il 19 gennaio è il giorno della nascita di un grande personaggio che non voleva fare l’eroe, Paolo Borsellino, nacque 81 anni fa”, ha aggiunto Conte prima che l’Aula tributasse un lungo applauso alla memoria del giudice ucciso nella strage di via D’Amelio del 1992.“Se il premier Conte vuole davvero fare un regalo a mio padre deve riaprire al più presto le scuole di ogni ordine e grado e tutte le università. E’ l’unico modo per onorare in questo momento la memoria di mio padre. Perché noi stiamo consegnando migliaia di ragazzi alla criminalità”, il commento all’Adnkronos di Fiammetta Borsellino, figlia minore di Paolo Borsellino. “Se Conte davvero vuole fare un regalo a mio padre – ha proseguito Fiammetta Borsellino – si deve occupare della scuola. Mio padre diceva sempre che la lotta alla mafia parte dalla scuola. Quindi si deve fare il possibile per fare ritornare i ragazzi a scuola. Il possibile. E’ l’unico modo per onorare in questo momento mio padre, il suo compleanno. Per il resto è inutile il ricordo se non si fa qualcosa per aiutare i ragazzi a farli uscire dall’isolamento – prosegue Fiammetta Borsellino – io li vedo migliaia di ragazzini in giro che non fanno assolutamente nulla. Questo è il mio pensiero”. “Purtroppo – ha commentato con l’AdnKronos Salvatore Borsellino, il fratello del giudice – è raro che i nostri governanti parlino di mafia. Il fatto che il premier Conte lo abbia fatto oggi nell’Aula del Senato, ricordando anche il compleanno di Paolo, è una cosa che apprezzo. Certo l’impegno sul fronte della lotta a Cosa nostra non è stato particolarmente forte, dire che è nel Dna di questo governo lo trovo un po’ azzardato, c’è stata ma non come compito principale, direi più come un’azione di contorno”.“La lotta alla mafia dovrebbe essere il primo impegno del governo del nostro Paese – ha aggiunto Salvatore Borsellino – Cosa nostra è il nostro peggiore male, invece nelle dichiarazioni programmatiche di tutti i Governi che si sono succeduti nessuno ha mai messo al primo posto dell’agenda politica la lotta ai boss. Voglio prendere queste parole del premier come un augurio, che possa davvero la lotta alla mafia diventare l’impegno principale del governo e di tutti quelli che verranno. In questo giorno in cui festeggiamo il compleanno di Paolo, voglio avere questa speranza”. PALERMO TODAY 19.1.2021

 
Apriamo le scuole le scuole…”

#prioritàallascuola

Appuntamento sit-in sabato 16 gennaio (Piazza Verdi, Teatro Massimo) promosso da genitori, insegnanti e studenti. L’educazione e la formazione sono beni di prima necessità a cui dare priorità nella gestione di una pandemia.

L’assenza della Scuola in presenza ha gravi ripercussioni per tutti gli studenti di ogni ordine e grado:

I danni didattici, psicologici, sociali, non sono indennizzabili da alcun «ristoro». Altrettanto preoccupante è l’aumento della dispersione e dell’abbandono scolastico causato dalla DaD. Non c’è Dpcm che possa togliere quello che la Costituzione garantisce: la scuola (aperta) a tutti.

La salute, come ricorda l’Oms è psicofisica e la relazione è vitale.

Opporsi alla chiusura generalizzata non significa «volere scuole aperte comunque» significa adoperarsi per scuole più sicure, accettare chiusure mirate là dove ci fossero focolai e valorizzare gli istituti anche come luoghi di monitoraggio territoriale del contagio, unica rete in grado di raggiungere oltre 20 mln di cittadini.

Significa insegnare buone pratiche di convivenza e di reciproca responsabilità, trasmettendole ai giovani che saprebbero adottarle negli altri contesti in cui vivono.

  • Chiediamo in maniera urgente e immediata al Governo regionale e alle amministrazioni locali Che effettuino screening frequenti e generali nelle scuole.
  • Che diano priorità di vaccinazione al personale scolastico così come dichiarato dal Ministero della Sanità negli ultimi giorni
  • Che improntino un piano di mobilità urbana con mezzi di trasporto dedicati agli studentii
  • Che eseguano una mappatura di luoghi possibili per l’educazione, alternativi agli spazi scolastici, resi disponibili dalle amministrazioni e adeguati.
  • Che attuino una concertazione di ingressi scaglionati tra scuole, uffici pubblici, attività commerciali

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a cura di Claudio Ramaccini – Direttore Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco