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- 26° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE
- 19 LUGLIO 2018
- INTERVISTA DI NO MAFIA MEMORIAL A FIAMMETTA BORSELLINO VIDEO
- INTERVISTA RADIO ROS BRERA – 15.9.2017
- LA VERITÀ NEGATA SU VIA D’AMELIO
- FIAMMETTA BORSELLINO ED ENRICO DEAGLIO A GR1 RAI
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- INTELLECTUALEYEZED” LA VERITÀ NEGATA
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- CONDANNATI INGIUSTAMENTE ALL’ERGASTOLO
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- CORRIERE DELLA ALPI – FIAMMETTA BORSELLINO: CHIEDO SCUSA PER GLI INNOCENTI CONDANNATI”
- DOBBIAMO PRETENDERE LA VERITÀ, NON UNA VERITÀ QUALSIASI
- ESPRESSO FANPAGE – “25 ANNI DI BUCHI NERI”
- FIAMMETTA BORSELLINO A NEMO DI RAI2
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- FIAMMETTA BORSELLINO AL TG1 RAI
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- IL FATTO QUOTIDIANO – “UN PAESE SENZA VERITÀ”
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- LA NUOVA DENUNCIA DI FIAMMETTA
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- RAI – “DOBBIAMO PRETENDERE LA VERITÀ, NON UNA VERITÀ QUALSIASI
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- TGR SICILIA – LA NUOVA DENUNCIA DI FIAMMETTA
- TRMWEB – FIAMMETTA BORSELLINO ASCOLTATA DALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA
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- VIA D’AMELIO E LA STRAGE DI STATO. FIAMMETTA BORSELLINI: “PERCHÉ ?”
- VIA D’AMELIO, EMBLEMA CATTIVA INDAGINE
- VIA D’AMELIO E IL FALSO PENTITO. CSM INDAGA SUI MAGISTRATI
16.11.2017 – CORRIERE DI COMO – INTERVISTA A FIAMMETTA BORSELLINO
18.11.2017 – ESPANSIONE TV INTERVISTA FIAMMETTA BORSELLINO
14.2.2017 – Intervista a Fraterno Sostegno Agnes Borsellino – VIDEO
STRAGE DI VIA D’AMELIO: “SI INDAGHI SU GLADIO E SULL’OPERAZIONE BRITANNIA”
19.7.2017 – BORSELLINO, LO SFOGO DELLA FIGLIA: «I SUOI COLLEGHI NON CI FREQUENTANO». FIAMMETTA: «LE INDAGINI A CALTANISSETTA? ERA UNA PROCURA MASSONICA».
Stavolta il suo 19 luglio non lo passa a Pantelleria, lontana dai riflettori, per ricordare il padre con una messa solitaria nella chiesetta di contrada Khamma.
Perché Fiammetta Borsellino, dopo due clamorosi passaggi tv e Internet con Fabio Fazio e Sandro Ruotolo, si prepara oggi a una audizione in Commissione antimafia, a Palermo. Per tuonare contro «questi 25 anni di schifezze e menzogne».
Cosa dirà alla commissione presieduta da Rosi Bindi? «Più che dire consegnerò inconfutabili atti processuali dai quali si evincono le manovre per occultare la verità sulla trama di via D’Amelio», spiega la più piccola dei tre figli del giudice Borsellino, 44 anni.
Si riferisce ai quattro processi di Caltanissetta? «Questo abbiamo avuto: un balordo della Guadagna come pentito fasullo e una Procura massonica guidata all’epoca da Gianni Tinebra che è morto, ma dove c’erano Annamaria Palma, Carmelo Petralia, Nino Di Matteo, altri…».
Sottovalutazione generale? «Chiamarla così è un complimento. Mio padre fu lasciato solo in vita e dopo. Dovrebbe essere l’intero Paese a sentire il bisogno di una restituzione della verità. Ma sembra un Paese che preferisce nascondere verità inconfessabili».
Di Matteo, il pm della «trattativa», era giovane allora. «So che dal 1994 c’è stato pure lui, insieme a quell’efficientissimo team di magistrati. Io non so se era alle prime armi. E comunque mio padre non si meritava giudici alle prime armi, che sia chiaro».
Che cosa rimprovera? «Ai magistrati in servizio al momento della strage di Capaci di non avere mai sentito mio padre, nonostante avesse detto di volere parlare con loro».
E poi? «Dopo via D’Amelio, riconsegnata dal questore La Barbera la borsa di mio padre pur senza l’agenda rossa, non hanno nemmeno disposto l’esame del Dna. Non furono adottate le più elementari procedure sulla scena del crimine. Il dovere di chi investigava era di non alterare i luoghi del delitto. Ma su via D’Amelio passò la mandria dei bufali».
Che idea si è fatta della trama sfociata nella strage? «A mio padre stavano a cuore i legami tra mafia, appalti e potere economico. Questa delega gli fu negata dal suo capo, Piero Giammanco, che decise di assegnargliela con una strana telefonata alle 7 del mattino di quel 19 luglio. Ma pm e investigatori non hanno mai assunto come testimone Giammanco, colui che ha omesso di informare mio padre sull’arrivo del tritolo a Palermo…».
Giammanco o altri si sono fatti vivi con voi? «Nessuno si fa vivo con noi. Non ci frequenta più nessuno. Né un magistrato. Né un poliziotto. Si sono dileguati tutti. Le persone oggi a noi vicine le abbiamo incontrate dopo il ’92.
Nessuno di quelli che si professavano amici ha ritenuto di darci spiegazioni anche dal punto di vista morale».
Compresi i magistrati? «Nessuno. E con la morte di mia madre, dopo che hanno finito di controllarci, questo deserto è più evidente».
Ha suscitato grande emozione il suo intervento la sera del 23 maggio durante la diretta di Fabio Fazio. «Dopo la mia esternazione non c’è stato un cane che mi abbia stretto la mano.
Fatta eccezione per alcuni studenti napoletani e Antonio Vullo, l’agente sopravvissuto in via D’Amelio.
Grande la sensibilità di Fazio.
Ma nelle due ore successive mi sono seduta e ho ascoltato. Non sono Grasso che arriva, fa l’intervento e va. C’erano giornalisti, uomini delle istituzioni, intellettuali palermitani.
Da nessuno una parola di conforto».
Corriere della Sera 19.7.17 FELICE CAVALLARO